Consiglio come sempre la lettura del Bollettino Economico n.60 della Banca d'Italia, che sollecita ogni tre mesi ad un giudizio informato sui fatti economici che contano. Cito come da tradizione il passaggio sul credito alle imprese, a pag. 36-37.
A febbraio il credito bancario al settore privato non finanziario risultava sostanzialmente fermo al livello di dodici mesi prima, sulla base di dati corretti per l’effetto contabile delle cartolarizzazioni. Rispetto a tre mesi prima era lievemente sceso (-0,6 per cento in ragione d’anno, al netto della stagionalità), riflettendo la perdurante flessione del credito alle società non finanziarie (-3,9 per cento), a fronte di una moderata crescita dei finanziamenti alle famiglie (4,4 per cento).Per le banche locali che hanno aumentato la quota di offerta di prestiti si preannunciano mesi non facili (lo percepisco anche dal tranquillo Trentino). Per fortuna molte (non tutte) hanno anche un buon tampone patrimoniale. E' giunto il momento di pensare con maggior vigore a quello che accadrà.
La dinamica del credito rimane fortemente differenziata tra le diverse categorie di intermediari. Il credito concesso dai primi cinque gruppi bancari italiani si è contratto a febbraio del -4,1 per cento sui dodici mesi, contro un’espansione del 2,1 per cento per gli altri intermediari.
La contrazione dei prestiti alle imprese rimane nell’insieme coerente con il prolungato calo del loro fabbisogno finanziario, connesso con la debolezza congiunturale (cfr. il par. 3.2).
L’irrigidimento delle condizioni di offerta del credito, marcato nei trimestri precedenti, si sarebbe arrestato nel quarto trimestre, secondo le banche italiane partecipanti all’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey; cfr. il riquadro: L’offerta e la domanda di credito in Italia). Dal lato delle imprese, l’indagine mensile dell’ISAE e quella trimestrale svolta congiuntamente dalla Banca d’Italia e da Il Sole 24 Ore segnalavano tuttavia, in marzo, il permanere di difficoltà di accesso al credito, seppure meno acute rispetto all’apice della crisi. [...]
Dopo il forte peggioramento dei trimestri precedenti, la qualità del credito continua a risentire della difficile situazione congiunturale. Nel quarto trimestre del 2009 il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, è stato pari all’1,8 per cento. Sebbene in calo rispetto al 2,2 per cento del terzo trimestre, il rapporto rimane circa doppio rispetto al livello medio del 2008 e del 2007; inoltre, la recente diminuzione potrebbe essere temporanea. Dati preliminari relativi al primo bimestre del 2010 indicano che l’esposizione nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è lievemente aumentata rispetto allo stesso periodo del 2009. Si rilevano alcuni segnali di miglioramento per le imprese manifatturiere, mentre si registra un ulteriore peggioramento per le imprese operanti negli altri settori e le famiglie consumatrici. Le informazioni relative alle altre tipologie di crediti deteriorati (esposizioni incagliate, ristrutturate, scadute o sconfinanti) indicano che il peggioramento della qualità del credito alle imprese potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi; a dicembre la loro incidenza sul totale dei prestiti era aumentata, rispetto a un anno prima, dal 4,7 al 7,7 per cento.
Luca
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