venerdì 25 giugno 2010

Banca d'Italia: rapporti su Abruzzo, Lazio e Trentino-Alto Adige



Prosegue la pubblicazione delle note sull'andamento delle economie regionali curate dalle filiali della Banca d'Italia.
Il rapporto sull'Abruzzo descrive una situazione duramente segnata dalla crisi. La scheda sui confidi rileva l'operatività in regione di 96 consorzi, di cui 58 con sede legale in Abruzzo, per uno stock di garanzie pari a 433 milioni a fine 2009. La dinamica del credito garantito è stata più vivace rispetto a quello non garantito soprattutto nei settori dell'agricoltura e delle costruzioni, dove il divario di crescita nel 2008-2009 ha raggiunto il 5%. Il costo del credito con garanzia è leggermente più basso del non garantito (dello 0,1%). Il tasso di default è invece più alto (2,1% contro 1,6%) in linea con la media nazionale.
I rapporti relativi al Lazio e al Trentino-Alto Adige non hanno sezioni dedicate ai confidi. Nella mia provincia si è registrato un incremento del tasso di decadimento, ma mi ha rassicurato sapere che è dovuto alla crisi di un grosso operatore del settore delle costruzioni.

Luca

3 commenti:

  1. Il rapporto di Banca D'Italia sulla economia dell'Abruzzo ed in particolare l'analisi dell'attività dei Confidi mi ha fatto ripensare alle certezze che avevo e le ha demolite.
    I Confidi in Abruzzo sembrano aver fallito, almeno nel 2009, tutti gli obiettivi:
    1) Scarso impatto sull'acceso al credito: il differenziale tra le imprese assistite da Confidi e le non assistite è solo dello 0,9%;
    2) Nessun impatto sul costo del credito: il risparmio di un decimo di punto sicuramente non copre i costi della garanzia Confidi;
    3) Addirittura maggiori sofferenze (2,1% contro 1,6%) per le imprese assistite dai Confidi.
    Questi dati di sistema sono solo parzialmente mitigati da due considerazioni:
    ' Quella formulata dalla stessa Banca D'Italia che ipotizza la riconducibilità delle maggiori sofferenze alle più agevoli modalità di escussione della garanzia mutualistica;
    ' I tassi di interesse (desumibili dalla tabella a21) che pagano le imprese assistite dai Confidi (valori tra l'8% ed il 9,6% nel terzo trimestre 2009) sono di molto superiori (più che doppi) rispetto a quelli della mia, oramai passata, esperienza di presidente http://www.confidiabruzzo.it/tassi_pdf/tassi_confidi_8_settembre_2009.pdf
    Queste considerazioni, anzi, rendono ancora più amara la sensazione. Significano sia che il sistema bancario 'usa' i Confidi a proprio piacimento: come oggetti di sviluppo commerciale nei momenti di espansione, come bancomat nei momenti di crisi, sia che , evidentemente, la maggior parte dei Confidi non ha la forza, la capacità, la volontà di trattare condizioni effettivamente competitive per le imprese socie.
    Altro dato interessante, ancora in negativo purtroppo, desumo dalla tabella che evidenzia le quote di mercato delle banche locali: le quattordici banche con sede in regione gestiscono poco meno del 50% degli sportelli, raccolgono e gestiscono circa il 55% del risparmio, ma sviluppano meno del 40% dei prestiti.
    Vien da pensare che la classe imprenditoriale finanziaria abruzzese non si fida a sufficienza dei colleghi non finanziari. Forse è anche questo il motivo di una recessione regionale che arriva da lontano e che sembra non finire mai.

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  2. Un confidi (ovvero un presidente, un consiglio di amministrazione, un po' di deliberanti, qualche impiegato, insomma spese fisse....) ogni 23 mila abitanti: complimenti confidi abruzzesi, complimenti.

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  3. @ Boilini: i tassi da lei ricordati non sono ancora comprensivi delle commissioni applicate dai Confidi. Quindi l'onere per le imprese è ancora maggiore.
    Poi come possono i Confidi trattare con le banche condizioni favorevoli per le imprese se le garanzie offerte non sono eligibili? E nel 2009 non erano certamente eligibili!

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