venerdì 18 giugno 2010

Seminario ad Orvieto con gli imprenditori associati a Confindustria



Sono appena tornato da una bella escursione in quel di Orvieto, nata dall'invito del direttore di Confindustria Terni, Mauro Meucci, in occasione di un seminario sul credito per gli imprenditori della sezione territoriale di Orvieto dell'Associazione.
Il seminario si è svolto presso la sede della Cassa di risparmio di Orvieto, introdotto dal Presidente della sezione cittadina di Confindustria, Sergio Spadoni, dal Presidente della Cassa di risparmio, Marco Ravanelli, e dal Presidente di Fidindustria Umbria, Giuseppe Listanti (conosciuto a Perugia). Il Direttore della Cassa, Luigi Mastropasqua, ha presentato la visione della banca riguardo al rapporto con il territorio e le imprese. Alla Cassa partecipano il gruppo Banca popolare di Bari (74%) e la Fondazione che ci ospitava (26%). La Banca sta crescendo, anche sul fronte del credito alle imprese. Ha un rapporto impieghi/raccolta diretta del 100%, e nel 2009 ha migliorato il suo utile netto, in controtendenza rispetto al sistema. Il direttore commerciale Maggi ha poi illustrato perché oggi le banche devono usare il rating per selezionare il credito e prezzarlo.
Nel mio intervento a braccio ho cominciato parlando del Business Point per poi sottolineare l'importanza del controlling economico-finanziario in azienda, fondamento di una buona comunicazione verso la banca. Ho poi commentato la dinamica del credito e la crescita delle esposizioni consolidate, che aspetta di trovare delle valide strategie di uscita (ricapitalizzazione e ristrutturazioni o liquidazioni ordinate). E' seguito un dibattito vivace.
Orvieto è in Umbria, ma non è una città umbra, avendo una storia autonoma, più proiettata verso la Toscana e l'alto Lazio (Viterbo è a due passi). Libero comune dal 1137, nel 1290 diede inizio alla costruzione del Duomo. Nel 1354 il Cardinale Albornoz occupò Orvieto sottomettendola allo Stato della Chiesa, ma la città continuò a mantenere le sue istituzioni comunali. Rivaleggiava con Siena, la sua influenza si estendeva fino al Tirreno (Orbetello è un diminutivo di Orvieto).
Qui si produce il bianco omonimo e dei salumi unici, gustati in un pranzo cordiale con i miei ospiti prima del convegno alle Grotte del funaro, sotto una volta di tufo e con una bella vista della campagna circostante (consulenza enologica del dott. Remigi, direttore del Confidi).
Stamattina mi sono concesso una visita alla magnificenza del Duomo, soffermandomi nella cappella di San Brizio davanti alle rappresentazioni dei novissimi di Fra Angelico e Luca Signorelli (che fifa!), e poi nella cappella dove si custodisce il corporale del miracolo di Bolsena.
Dovremmo visitare più spesso posti come Orvieto, portarci figli e nipoti. Laura Bizzarri, che si occupa di marketing associativo per Confindustria Terni, mi raccontava delle iniziative per la promozione del turismo, e del lavoro che ci sarebbe da fare. Forse servirebbe un vero amore per la propria terra, il non stare nella pelle all'idea di farla conoscere, tanto è bella. Sono posti dove si può passare una settimana continuando a scoprire bellezze dell'arte, della storia e della natura. Ma è bello anche soltanto fare due passi tra le case o sui bastioni della rocca nella chiarità del mattino.

Luca

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