martedì 19 ottobre 2010

Valle d'Aosta. Ultimatum della Regione ai confidi: fondetevi!



Da una news di Aosta Sera:
La posizione presa dal presidente della Regione, Augusto Rollandin, e dall’assessore alle Finanze, Claudio Lavoyer durante l’incontro sulla manovra finanziaria della scorsa settimana con i soggetti economici finanziari valdostani suona come un ultimatum. O si crea un unico consorzio di garanzia fidi per tutti i settori produttivi o la regione chiude i rubinetti. “E’ l’unico modo per fare massa critica e ottenere condizioni favorevoli con le banche”, ha ribadito oggi Rollandin, durante la conferenza stampa della Giunta regionale.
“L’altro aspetto che non può più funzionare è che ci sono cinque Confidi convenzionate con 11 banche per un totale di 55 convenzioni diverse. Quindi è indispensabile un’uniformità per avere maggior controllo sull’intervento di denaro pubblico per l’abbattimento del costo del denaro”.
L’obiettivo dell’amministrazione regionale che dà contributi pubblici ai Confidi è l’abbattimento del costo del denaro, ma spesso gli istituti bancari applicano condizioni meno favorevoli perché il patrimonio di ogni singolo Confidi non è sufficiente. “Questo viene a cadere se c’è un unico interlocutore che ha la forza per mettere i soldi messi a disposizione della regione. Se non avverrà così non daremo più le risorse” ha minacciato Rollandin.
La decisione è stata presa venerdì dalla Giunta regionale e verrà notificata ai Confidi nei prossimi giorni.
Non è la prima volta che un governo regionale fa la voce grossa per indurre i confidi del suo territorio a fondersi. A volte ci si riesce, a volte meno. Ho solo un consiglio: Presidente Rollandin, si assicuri di avere nel sistema un manager bravo e di riconosciuta capacità e autonomia, e gli deleghi la responsabilità del progetto con licenza di picchiare i pugni sul tavolo e, perché no, di dare qualche ceffetto (incrocio tra buffetto e ceffone).
Se il progetto finisce nelle vasche di decantazione dei comitati delle associazioni, con le società di consulenza a mettere in bella i compromessi raggiunti, lei non raggiungerà i suoi ragionevoli intenti.

Luca

16 commenti:

  1. Complimenti Presidente Rollandin!

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  2. Bene. Ma mettetevi in testa cari professori che i Confidi sono nati negli anni 50 grazie ai sacrifici delle associazioni. Voi non potete neppure immaginare che lavoro è stato svolto. Sicuramente direte i tempi sono cambiati. Vedremo. Ai posteri l'ardua sentenza. Prego largo ai super manager, ai super professori.

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  3. Caro Associazionista, non ho parlato di super manager, ma semplicemente di manager, meglio se provenienti dal settore. Non ho parlato male delle associazioni, ma dei comitati o tavoli di associazioni che vengono investiti di compiti di pianificazione (strategica e organizzativa) che non sono in grado di svolgere e poi si riducono a negoziare e mediare su poche cose (governance), lasciando inevasi i problemi gestionali.
    Le potrei fare diversi esempi di progetti di fusione o di integrazione sponsorizzati dal pubblico che si sono persi per strada o hanno creato semplici contenitori delle entità conferite, degli accumulatori di problemi, non delle soluzioni.
    Sa qual'è la mia tesi? Meglio non fondersi che fondersi per forza e senza un progetto, e soprattutto senza una guida forte. Non siamo più negli anni cinquanta, con tutto il rispetto per i sacrifici delle associazioni, il lavoro di un confidi è maledettamente più complesso.
    Il problema oggi è far rivivere lo spirito di quegli anni gloriosi tra le giovani generazioni.
    Le associazioni lo stanno facendo?

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  4. Nulla di male nel fondersi se l'obiettivo è l'efficacia e l'efficienza. Sicuramente, come detto altre volte in questo blog, ci sono dei processi difficili e spesso emotivamente dolorosi proprio nel momento in cui ci si fonde. Attenzione a non confondere il giusto orgoglio ed il senso di appartenenza con l'attaccamento cronico che gli amministratori hanno alle loro seggiole. Sono d'accordo con Luca che è meglio non farla una fusione piuttosto che farla senza strategia.
    Resta il fatto che Rollandin ci mette i soldi e probabilmente conosce bene i suoi polli.
    E poi, una fusione non può non venire bene nella regione della fondue.
    Avanti Savoia, quindi. Fonduta per tutti.

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  5. effettivamente cinque confidi in una regione di circa 100 mila abitanti.....
    Ad ogni modo, come penso e non nascondo non e' la dimensione a fare buono o cattivo un confidi, in termini di bonta' della garanzia e suo reale valore liquido, quanto il rapporto fra:
    garanzie rilasciate al netto di controgaranzie ottenute DIVISO patrimonio netto + fondi rischi.
    Particolare attenzione in tal valutazione va posta alla contropartita contabile dei predetti fondi rischi ----> lato attivo: dove sono investite le risorse monetarie?
    Non per richiamare il negletto (e a questo punto, scomodo Parini che rompe le uova nel paniere) ma i tecnomegaconfidi dal managerial piglio hanno capitalizzazioni bassissime. Andate a leggere il dato.
    saluti.

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  6. Ogni tanto jaures ha delle illuminazioni! ... Ma evidentemente non e' profeta in patria....

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  7. Ma quell'indice è simile al total capital ratio di Basilea, che per i Confidi dovrebbe essere il 6% minimo. Solo che il PV non è il PN (vanno tolte almeno partecipazioni ed avviamenti ed aggiunti i subordinati). I Fondi rischi poi dovrebbe essere espunti e contropartitati dall'Attivo come si fa col Fondo Ammortamento che si annulla con gli Investimenti Fissi. Poi se la perdita è inferiore all'atteso c'è una ripresa oppure, in caso contrario un ulteriore deduzione dal PV.

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  8. in un confidi che faccia il confidi, e rispondo a sapio, il patrimonio netto dovrebbe tendenzialmente coincidere con il patrimonio di vigilanza, nel senso che:
    - partecipazioni;
    - assets immateriali;
    - beni strumentali (arredi, macchinari)
    - immobili non fungibili ossia scarsamente liquidi;
    dovrebbero essere rappresentare un'aliquota minima del predetto patrimonio.
    Quasi tutto l'attivo infatti dovrebbe essere liquido e liquidabile in fretta.
    Ad ogni modo: noi pretendiamo che le imprese abbiano una solidita' patrimoniale pari ad almeno 1/3 ossia 33% affinchè siano reputate sufficientemente solide" e poi vogliamo fare i garanti con un miserello 6%.
    Ma che razza di garanti si puoì essere se a fronte di 100 euro garantiti, 6 li garantisco con denaro e 94 con dei paghero'????

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  9. Impressionante jaures! Una domanda veramente sensata....

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  10. @paolo: mi hai preso di mira per caso? mica mi offendo, la tua ironia non mi dispiace.
    ad ogni modo: le domande semplici ... le capiscono tutti (com am geva e me pover nonn)
    Od anche, mutatis, nelle situazioni complesse le risposte semplici sono sempre le migliori.

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  11. Grazie jaures! E proprio vero che non bisogna prendersi sempre troppo sul serio... Abbiamo bisogno anche di un po' di ironia e autoironia anche se parliamo di cose serie a volte non si e' d'accordo!
    Passo e chiudo (per oggi)....

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  12. @jaures: sulla solidità patrimoniale hai pienamente ragione ma bisogna tener conto anche che un'azienda industriale o artigiana è diversa da una finanziaria e ci sta un livello strutturalmente diverso di patrimonializzazione. Certo che 6% vs. 33% è una bella differenza anche se detto così dice poco. Bisognerebbe fare il calcolo dell'RWA per un confronto corretto.
    Comunque la fusione ha senso più per una ricerca di efficienza (lato conto economico) che per una valutazione di tipo patrimoniale (a meno che non ci sia qualche confidi sull'orlo del precipizio da salvare).

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  13. Scusate l'intervento tecnico: il 33%=PN/Tot Passivo non ha nulla ache vedere col 6%=RWA/PV. Un Confidi può avere un indice patrimoniale del 100%=PN/Tot Passivo ed un Total Capital Ratio inferiore al limite del 6% perché il Numeratore del Total Capital viene dai Conti d'Ordine (al netto delle controgaranzie di pari efficacia e ponderati) e non dall'Attivo.

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  14. Che ne pensano i confidi incorporandi? Non sono entusiasti, come si vede da questa news ANSA
    7:05 CREDITO: LOUVIN, DA CONFIDI STOP MOLTO SIGNIFICATIVO
    (ANSA) - AOSTA, 15 NOV - ''La risposta della Confidi rappresenta uno stop molto significativo''. Cosi' Roberto Louvin, capogruppo di Alpe in Consiglio regionale, commenta la posizione espressa oggi dai consorzi di garanzia fidi Cts, industriali, albergatori, agricoltori contro l'ipotesi di fusione con il Valfidi.
    ''Va bene razionalizzare e risparmiare - spiega ancora Louvin - ma qui il Presidente della Regione aveva passato la misura. Non spetta alla Regione dire ai privati, in questo caso alla Confidi, chi si deve unificare e con chi''. Secondo il capogruppo di Alpe ''la Regione deve limitarsi a predisporre un quadro di regole valide per tutti, soprattutto visto che mette in gioco risorse pubbliche; ma questo non la autorizza a dare ordini''. (ANSA).

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