venerdì 27 maggio 2011

Business point: con 20mila euro al posto giusto via i costi del dissesto

Vi porto un'altro esempio interessante dal nostro lavoro su casi aziendali. Chi ha preparato un esame di finanza aziendale conosce la teoria dei costi del dissesto: in un'impresa, il troppo debito distrugge valore perché (a) anche senza fallire, l'impresa sovra-indebitata si gestisce male per la diffidenza di clienti, fornitori, dipendenti, banche => costi del dissesto indiretti, e (b) se poi l'azienda fallisce, buona parte del poco valore che rimane se ne va in consulenze e spese giudiziarie o di procedura => costi del dissesto diretti. Non sono soltanto parole.
E soprattutto non indicano soltanto pericoli da evitare, ma anzi forniscono ricette per catturare opportunità positive. Riducendo il debito sotto un livello critico, l'impresa può ripartire e risolvere per sempre il problema del debito elevato.
Ne ho avuto la prova in un caso seguito dal nostro Business Point. Un'azienda affrontava normalmente il primo trimestre in tensione di cassa, e a fine mese doveva centellinare le spese dovute (stipendi, fornitori) e fare visite frequenti in banca per farsi autorizzare singoli pagamenti in extra-fido. Uno stress, e una perdita di tempo. Ci siamo organizzati con un finanziamento soci extra di 20.000 euro che ha abbassato il fabbisogno sotto il limite di fido. Quando la banca ha visto l'accredito, ha apprezzato molto, e ha ridato al cliente la facoltà di staccare assegni (che era sospesa). Gli stipendi sono stati pagati regolarmente e, superato il disagio di non essere a posto nei loro confronti, si sono chiarite alcune questioni con i dipendenti, che avevano portato a tensioni e problemi di qualità ed efficienza della produzione. Il titolare ha liberato tempo per andare dai clienti vecchi e nuovi, più rilassato e sicuro di sé. Il lavoro è cresciuto (grazie anche al mercato favorevole). I margini c'erano, e dopo due mesi sono arrivari anche i cash flow.
Non è una ricetta miracolosa. Non è a costo zero: se mancano i 20 o i 50 mila euro di non-debito "magici", dove li prendiamo? Li deve mettere qualcuno che si fida dei piani aziendali, li segue e li controlla, come prospettavo qui. Devono esserci dei piani credibili, la ricetta non funziona se il business è ingessato, o la situazione finanziaria fuori controllo. Però se non si applica la ricetta, cresce la probabilità di default delle aziende sane, in tensione ma recuperabili.
L'esempio mostra come abbattere i costi del dissesto indiretti. Penso che l'assistenza finanziaria intelligente aiuti a gestire meglio anche le ristrutturazioni, abbattendo i costi diretti.
Sono soluzioni che si basano sulle persone e sui rapporti, anche sui soldi, ma soprattutto sui primi due. Occorre tempo e lungimiranza per dare alle aziende questa assistenza, che è assolutamente tailor made, non c'è un caso uguale all'altro. Politicamente, con la politica urlata e irriflessiva che vediamo troppo spesso, è molto più facile dare soldi (credito) a pioggia, finché ce n'è.

6 commenti:

  1. Complimenti. Mi piacciono le storie a lieto fine.

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  2. Argomento rilevante attuale e sottovalutato. Nelle microimprese e nel Sud lo chiamerei il costo del disordine, ma con spirito paterno. E' la base di un mio ragionamento su un " Fondo Anticrisi " fatto quasi un anno fa e proposto fuori dal tempo addirittura nell'Ottobre 2006 sia all'ente territoriale di coordinamento sia al sistema del credito sempre alivello provinciale : una sola riunione e poi ognuno per i fatti suoi. Dopo e' arrivata quella che ancora ci tormentera' almeno per altri due lunghissimi anni. E niente sara' piu' come prima. Intanto fioccano i cartelli con scritto : Affittasi, Vendesi ....e chiudesi e aumentano le lanterne rosse.

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  3. @Sardo (che ci sente benissimo): per fare interventi che rispondono ai bisogni veri delle imprese bisogna mettersi d'accordo su due punti fondamentali:
    - si devono aiutare tutte le imprese che ne hanno bisogno, ma non si possono salvare tutte; per alcune l'aiuto è star loro vicino nel disordine ormai fuori controllo, per farlo diventare meno distruttivo e trovare una via d'uscita onorevole;
    - senza persone esperte e motivate che vanno nelle imprese a vedere e studiano il meglio che si può fare, diverso da caso a caso, non si va da nessuna parte.
    I due argomenti suddetti sono, politicamente, tabu e peste bubbonica. Almeno, così rilevo da due anni a questa parte nei numerosi piani anti-crisi e nelle dichiarazioni di politici e presidenti di associazioni. Nei casi drammatici si fa il telefono amico con lo psicologo, e gli articoli scritti dal sociologo, manco a morire si trova uno straccio di ragioniere di buon senso e buon cuore da mandare a fare un sopralluogo. Gli annunci politici sono sempre: credito, ammortizzatori sociali, soldi per tutti, garanzie con moltiplicatori mirabolanti. Che poi è una truffa annunciata: i soldi per tutti non ci sono, e quando finiscono per le aziende che non li hanno ricevuti, o alle quali non sono bastati, non c'è più nulla, nulla.
    E si finisce come nell'antichità, quando i malati vagavano come reietti fuori dall'abitato, e nessuno se ne curava perché gli era toccato, tanto peggio per loro. Poi san Camillo de Lellis ha provato compassione, e ha creato gli ospedali, per prendersene cura prima di tutto, e dal prendersi cura è nata l'intelligenza di curare clinicamente e di guarire, facendo tutto quello che si può. In ogni caso non si lascia la gente a vagare per strada aspettando una fine misera.

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  4. Luca,
    ti prego, preparaci una pubblicazione con questi interessanti casi aziendali.
    Una pubblicazione alla quale noi possiamo replicare e porre domande.
    Se qualche Confidi ha aperto un servizio simile ne faccia una analoga, illustrando costi e ricavi dell'iniziativa.

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  5. @Sapio: alla fine del corso cerco di rimettere in ordine il materiale, grazie dell'interesse.

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  6. Molto ma molto interessante. Condivido appieno le riflessioni fatte. Difficile trovare però persone così competenti da dare la risposta giusta al momento giusto. Attendo anche io il report qualora tu riesca a prepararlo.

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