Il ruolo dei confidi. Dal 2012 il numero potenziale di esposizioni scadute e, in prospettiva, di sofferenze da contabilizzare potrebbe crescere in maniera significativa, con le ovvie ricadute sui bilanci (e sui patrimoni) sia delle banche, sia dei confidi. Quali conseguenze potrebbero manifestarsi sulla sostenibilità finanziaria dei confidi, già messi duramente alla prova dagli effetti della crisi e alle prese con i vincoli della vigilanza? Il confronto tra i partecipanti alla colazione ha permesso di evidenziare due questioni centrali. Da un lato, è stato sottolineato che il problema del rispetto delle scadenze, per molte PMI, è irrisolvibile se non si trova, a monte, una soluzione per tutelare queste aziende a fronte dei ritardi nei pagamenti da parte della committenza. Sotto questo punto di vista, la stessa Unione Europea ha recentemente approvato una direttiva sui ritardi di pagamento della pubblica amministrazione che prevede sanzioni specifiche laddove le dilazioni nei pagamenti superino la soglia dei 30 (estensibili a 60) giorni dal ricevimento della fattura. Iniziative a tutela delle PMI sono state assunte anche a livello locale dalle Camere di commercio e da altri Enti pubblici, ma è evidente che il problema richiede una soluzione che sia strutturale. Dall’altro lato, si ripropone il tema della differenziazione dei servizi offerti dai confidi a favore delle imprese associate. In alcune realtà territoriali sono state sperimentate soluzioni innovative di micro-credito a breve a favore delle aziende alle prese con difficoltà temporanee nel rispetto delle scadenze con le banche. E’ possibile e auspicabile e in che modo replicare e strutturare simili iniziative su scala nazionale?
Una nuova cultura finanziaria. Il ruolo dei confidi può essere fondamentale anche nel campo della cultura finanziaria delle imprese. Oggi più che mai, le imprese minori presentano tre debolezze fondamentali: innanzitutto, una cronica sottocapitalizzazione che le penalizza inevitabilmente ogni qualvolta se ne debba valutare il merito di credito. In secondo luogo, il ricorso a forme di finanziamento a breve termine, spesso utilizzando strumenti finanziari non appropriati quali il tipico sconfinamento sul conto corrente, per finanziare investimenti di medio-lungo termine conduce inevitabilmente a una notevole debolezza sotto il profilo dell’equilibrio gestionale, esponendo sistematicamente l’impresa al rischio non solo di crisi di liquidità ma anche al pericolo, dal 2012 ancora più incombente, di ritrovarsi in una situazione imprevista di default tecnico. In terzo luogo, non va dimenticato il tema della trasparenza. Benché molto sia stato fatto per contribuire a superare il tradizionale gap informativo che da sempre caratterizza i rapporti tra banche e imprese, restano ancora molte zone grigie che conducono a diseconomie per entrambi gli interlocutori. Contribuire a una maggior trasparenza dei dati contabili delle imprese garantite, favorire il superamento della diffidenza verso la banca ma, al tempo stesso, farsi promotori presso gli istituti bancari di una maggior sensibilità e una maggior disponibilità al dialogo verso le imprese, per realizzare vere e proprie “partnership” di intenti tra banche e imprese rappresenterebbe senza dubbio un importante valore aggiunto offerto dai confidi.
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venerdì 27 maggio 2011
Consorzio camerale: colazione con Torriero su Basilea III e confidi
Nella newsletter di maggio del Consorzio camerale per il credito e la finanza (scaricabile dal sito), c'è il transcript di un'interessante colloquio a colazione tra esponenti del mondo camerale e l'amico Gianfranco Torriero, Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari dell'ABI. Riporto alcuni passaggi:
Chiedo scusa, ma quanto detto è un insieme di ovvietà, anche abbastanza tritte.
RispondiEliminaMi aspetto qualcosa di più da questi "competenti".
Tempo fa ho partecipato anch'io come ospite del Consorzio ad una colazione sul tema confidi. Eravamo nel palazzo dei giureconsulti in piazza Mercanti a Milano, un perimetro rettangolare di tavoli con una cinquantina di convitati. Non è l'unità di crisi del Pentagono, ma un convivio dove si parla in tono sereno e rilassato di cose interessanti.
RispondiEliminaAnche nel colloquio con Gianfranco Torriero è stato così. Non tutto è stato trascritto, ma ci sono cose che ho pensato utile citare. Nelle sei righe dopo "Il ruolo dei confidi" si dice che ci aspetta un 2012 duro, e occorre prepararsi. Anche le considerazioni finali sul rapporto banca-impresa sono centrate.
Per passare dal dire al fare occorre alzarsi da tavola.