martedì 31 maggio 2011

Dalle Considerazioni finali

Riporto dalla Considerazioni finali del Governatore alcuni passaggi su credito e vigilanza. Non per sottolineare le ombre (condivido in pieno l'insistenza sulla crescita che chiude le Considerazioni), ma perché i problemi latenti non sono inesistenti, e penso che sia ora di affrontarli. Ecco i passaggi:
Le banche hanno fortemente aumentato i finanziamenti alle imprese, sollecitati dalla ripresa della domanda di capitale circolante: la crescita è stata del 5,2 per cento in ragione d’anno nei tre mesi terminanti in aprile; del 4,4 rispetto a un anno prima, il valore più elevato tra i principali paesi dell’area dell’euro.
Nel 2010 l’incidenza dei prestiti iscritti nell’anno a sofferenza è rimasta elevata, all’1,9 per cento del totale dei finanziamenti all’economia, un valore comunque assai inferiore a quello osservato dopo la recessione dei primi anni Novanta. Le informazioni sui primi mesi di quest’anno segnalano miglioramenti.
Molti intermediari hanno sostenuto la clientela accordando ristrutturazioni dei debiti o temporanee sospensioni dei pagamenti rateali. Gli interventi, che raramente prevedono aumenti di capitale o nuovi piani industriali, devono indirizzarsi a imprese effettivamente capaci di superare la crisi, non essere solo un modo per rinviare l’emersione di perdite nei bilanci bancari.
Le banche di piccola dimensione, anche durante la crisi, hanno fornito sostegno all’economia; hanno ampliato la loro attività sia al di fuori del loro territorio sia con clienti di grandi dimensioni. Devono ora rendere gli assetti di governo, le strutture organizzative e i sistemi di controllo del rischio di credito adeguati alle maggiori quote di intermediazione.
[...]
Nel nostro paese non vi è stata una crisi bancaria. Tuttavia la recessione, aggravando debolezze aziendali preesistenti, ha portato a un aumento del numero di procedure di gestione provvisoria, amministrazione straordinaria e liquidazione. Dobbiamo ora rivedere il quadro delle regole, in linea con gli orientamenti internazionali, lungo due direttrici: ampliare lo spettro delle misure di risoluzione delle crisi; dotare la Vigilanza della possibilità di rimuovere gli esponenti responsabili di condotte nocive alla sana e prudente gestione di una banca.
Per la buona vigilanza non basta che le regole siano adeguate: senza forti prassi operative, senza un’azione serrata ed efficace, le crisi non si evitano. L’esperienza di tempi drammatici lo ha messo in piena luce.

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