Valerio Vacca, coautore dello studio sui confidi presentato recentemente a Roma, ha pubblicato un paper interessante in inglese nei Temi di discussione della Banca d'Italia: An unexpected crisis? Looking at pricing effectiveness of different banks (La capacità delle banche di prezzare il credito: un’analisi basata sulla crisi del 2008-2009)
Come precisa l'abstract, il lavoro analizza in quale misura la crisi economico-finanziaria del biennio 2008-2009 abbia influenzato la capacità delle banche di valutare correttamente il rischio del credito erogato alle imprese e di rifletterlo nelle condizioni di prezzo praticate. La capacità delle banche di discriminare i tassi di interesse in base ai diversi profili di rischio delle imprese sembra essersi indebolita negli anni della crisi a causa di un deterioramento in parte inatteso del credito; la componente inattesa del deterioramento è stata più forte per i cinque maggiori gruppi bancari per cui si è osservato un effetto più rilevante. La metodologia applicata si basa sulle matrici di transizione tra stati di qualità del credito: in particolare si pongono a confronto le matrici relative al 2006-2007 con quelle ottenute per il 2008-2009.
Del resto lo insegniamo da anni: le perdite inattese non si prezzano direttamente nel tasso, sono assorbite dal capitale. Un approfondimento interessante sarebbe la relazione tra gli "errori" di pricing e la presenza di garanzie confidi (per accertare un eventuale effetto deresponsbailizzante o, visto in positivo, calmieratore).
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