Per avere un'idea della confusione che regna nella finanza mondiale, leggete questo articolo di Repubblica sull'Islanda. Sembra elogiare il percorso di risanamento e rilancio dell'avamposto della crisi, dove sono state commesse le follie più esagerate.
Il punto di svolta è stata la decisione di non far pagare ai cittadini le perdite subite dai clienti stranieri di IceSave e delle altre banche online. Un bel default, con una salutare svalutazione. E adesso Reykjavik bussa a Francoforte per entrare nell'euro. Siamo finiti, come Alice, al di là dello specchio?
Il default rende felici i debitori che si scaricano dei debiti. Non altrettanto felici sono i risparmiatori inglesi ed olandesi che vedono volatilizzarsi i propri investimenti nelle banche islandesi. Domanda: ma la vigilanza islandese dov'era. Ed il ministro delle finanze islandese?
RispondiEliminaforse a fare bunga bunga, da qualche parte, in vacanza....
RispondiEliminaPer uno stato che fa meno abitanti di Bologna, forse l'analisi macroeconomica, sociale, etc. etc. non vale l'inchiostro con il quale è scritto. I fatti riguardanti l'Islanda non possono essere esemplificativi di nulla, nel bene e nel male. Fanno colore, gossip e riempiono pagine di giornali che altrimenti resterebbero bianche.
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