sabato 15 ottobre 2011

Krugman: è un errore snobbare "occupy Wall Street" - Il Sole 24 ORE

Paul Krugman, tradotto dal Sole 24 ore, difende le ragioni dei dimostranti che protestano contro le banche:

Perciò, i dimostranti hanno ragione. E se gli uomini di Obama avessero un po' di spirito di autoconservazione, cercherebbero di ricucire i rapporti con le persone che hanno deluso così pesantemente. Perché non vado a Zuccotti Park. Qualche lettore mi chiede di andare a tenere un discorso in una delle manifestazioni del movimento Occupy Wall Street. Ma non posso, e per ragioni facilmente intuibili. Ho l'enorme privilegio di esporre le mie opinioni per due volte la settimana sui più importanti quotidiani del pianeta. Cerco di fare l'uso migliore possibile di questo privilegio, di fare tutto quello che posso per diffondere la verità e per promuovere le misure che considero più adatte. Questo privilegio però si accompagna ad alcune restrizioni: una di esse è il divieto di varcare la linea che separa l'opinionista dall'attivista. Ed è una linea più che giustificata. Lo dico nel caso ve lo stiate chiedendo.
Anche Mario Draghi, riferisce sempre il Sole 24 ore, ha detto da Parigi
«I giovani se la prendono con la finanza come capro espiatorio. Ma li capisco: hanno aspettato tanto. Noi, all'età loro, non lo abbiamo fatto»
Loro di là, noi di qua. Noi di qua a fare l'uso migliore possibile del privilegio che l'età, il talento e la fortuna ci hanno concesso. Loro di là a scaricare l'indignazione e la rabbia sui presunti colpevoli, a coltivare le utopie (come nel manifesto di Zuccotti Park). Come se il loro problema fosse fare la critica giusta, e il nostro dire che non ci riguarda, noi non c'entriamo.
Non c'è nessuna distanza tra noi e loro. Basta muoversi, andare insieme incontro alla realtà. Aggiustare le cose rotte, o costruirne di nuove. Non è difficile. Costa lavoro, fatica, rischio. Ma ha un senso.

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