Sono intervenuti, tra gli altri relatori, Marco Nicolai, Presidente del Consiglio di gestione di Finlombarda e Andera Giotti, DG di Eurofidi. Nicolai ha proposto la sua lettura documentata e critica del settore confidi (come nel precedente intervento commentato nel ns post). Giotti ha rivendicato i meriti degli enti di garanzia, e in particolare del modello attuato dalla sua struttura. Le opinioni messe a confronto sono in parte note. Ho trovato una novità alla chiusura della news, dove si riporta questa anticipazione sulle strategie future di Eurofidi:
«Ci attendiamo - ha ancora affermato Giotti - che di fronte all'aumento della domanda, difficile da soddisfare solo sul fronte del credito, comincerà a nascere un flusso diretto di risorse tra le famiglie e le Pmi, con le famiglie che finanzieranno con prestiti e con equity le imprese. Eurofidi sta quindi studiando un riposizionamento strategico: affiancare alla tradizionale operatività sul debito erogato dal sistema bancario, anche forme di garanzia a favore delle "famiglie" che finanziano direttamente le imprese sia sotto forma di Prestiti subordinati che sotto forma di equity. È un progetto ambizioso, ma indispensabile se vogliamo assicurare un ruolo autonomo ai confidi non solo condizionato dal rapporto banca impresa».Confesso che non mi piacciono le forme ibride di finanziamento dove il rischio d'impresa si decanta e si riversa in direzioni impensate. L'equity pulito è quello dove potere di governo e partecipazione alla scommessa patrimoniale vanno insieme. Vedo benissimo il ruolo di intermediari che danno supporto contrattuale e di analisi finanziaria ad apporti di equity o quasi equity. Non mi piace l'idea che un intermediario copra il rischio di perdita su un investimento di capitale che lascia al proprietario il potenziale di guadagno, e magari lo fa con impiego di fondi o garanzie pubbliche.
Ma le mie sono solo impressioni. Aspetto di saperne di più su questa idea di Eurofidi.
Semplicemente demenziali e deliranti le affermazioni di Giotti. Non c'e' nessuno in grado di fermare simili esternazioni?
RispondiEliminaChissa' cosa dira' allora quando presentera' il bilancio 2011 ?
Anonimo, quando si fa una stroncatura di solito si usano degli argomenti.
RispondiEliminaSoprattutto quando si è anonimi servono degli argomenti, perché l'unica forza persuasiva sta lì. Se invece sei qualcuno puoi permetterti di usare la tua autorità per cavartela con un aforisma o un giudizio sommario, cosa che nessun anonimo in quanto tale ha.
RispondiEliminaIl tempo stringe ed i Confidi migliori devono poter dimostrare "per tabulas" che è corretto porli al centro della "Filiera della Garanzia". Le considerazioni critiche del Prof.Nicolai, in questo contesto, sono utilissime e non devono cadere nel vuoto. Altrimenti è possibile che come tutte le crisi (uso il plurale)anche le prossime portino un cambiamento repentino e forzoso anche nel sistema Confidi dove pochissimi potrebbero trovarsi ad essere sportello erogatore di poche risorse però doverosamente concentrate. Al Dott. Giotti riconosciamo comunque una certa verve culturale e la capacità di interrogarsi creativamente sul futuro. Roberto
RispondiEliminaRicordo che dal 1/1/2012 la ponderazione Confidi passa da 20% a 50% e che quindi, corrispondemente, si abbassa il potere mitigante della loro garanzia sul tasso praticato dalla banca al cliente.
RispondiEliminaL'importante è che rimanga un po' di capitale per l'anno prossimo
RispondiEliminaDavvero geniali e lungimiranti le argomentazioni del Dott. Giotti. E' l'ennesima conferma di uno straordinario stratega che merita rispetto e riconoscenza.
RispondiEliminaMi sono letto il resoconto sul sito di Eurogroup. A mio avviso molto sinteticamente:
RispondiElimina- Nicolai ha detto cose giuste ma non nuove, le sue osservazioni sono puntuali ma sono dati di fatto consolidati ormai da anni;
- Giotti, invece, ha detto delle cose nuove ma non giuste (a mio modesto avviso, s'intende). Se ho capito bene vorrebbe garantire le famiglie che mettono i soldi nelle proprie imprese (anche l'equity!). Se è così dove va a finire il rischio d'impresa? E chi ne sostiene il costo? Mah, forse ho capito male, ma allora qualcuno farebbe bene a dirmelo, perché se questo è il riposizionamento strategico del più grande confidi italiano ed io ho capito bene stiamo freschi.