venerdì 24 febbraio 2012

Convegno RES-UniFirenze: la cronaca

Il Sole 24 ore dedica un articolo al Convegno nazionale dei confidi svoltosi ieri a Firenze (lo avevo annunciato qui). L'evento, organizzato da RES Consulting e Università di Firenze, ha visto la partecipazione di relatori ben noti nell'ambiente.
Il Sole dà rilievo all'intervento di Francesco Bellotti (AssoConfidi), per il quale la chiusura dei rubinetti del credito, in una fase recessiva come quella attuale, è il principale scoglio da superare e i Confidi rivendicano il «ruolo di ammortizzatore sociale per le aziende». Bellotti ha sottolinato lo sforzo di innovazione sostenuto dal sistema.

Andrea Giotti (Eurofidi) è tornato sul progetto di garanzie sugli apporti di equity a copertura delle minusvalenze, un modo per spingere la ricapitalizzazione delle imprese. Giotti ha prospettato volumi per un miliardo di queste operazioni. Immagino una ricca trama di coperture con fondi personali e pubblici a supporto di queste operazioni. Sono ansioso di saperne di più.

Anche Bartolo Mililli (Confeserfidi) e Roberto Castellucci (Artigiancredito Toscano) hanno portato testimonianze dalla prima linea, raccontando una situazione molto pesante, caratterizzata dal calo dei volumi di garanzia. Confeserfidi si sta orientando verso la diversificazione dell'offerta nei limiti consentiti ai confidi 107.

Domenico Albamonte (Banca d'Italia) e Lorenzo Gai (Università di Firenze) hanno sottolineato le possibilità di rilancio dell'operatività consentita dallo status di intermediari vigilati. Bruno Panieri (Confartigianato) ha illustrato l'impatto sui confidi della riforma in atto di mediatori e agenti, cioè delle reti commerciali. Il rapporto con il sistema bancario è stato al centro della tavola rotonda a cui hanno partecipato Intesa Sanpaolo, Unicredit, Montepaschi e Bnl (Bnp Paribas).
Claudia Bugno (MiSE), presidente del comitato di gestione del Fondo centrale ha rimarcato la robustezza di questo strumento, che ha ben funzionato nei tre anni del dopo crisi e può affrontare il futuro con risorse potenziate e regolamenti aggiornati.

Come sempre, chi ha partecipato di persona può portare racconti e impressioni più ricche e vivaci, anche sugli interventi che l'articolo non menziona. I commenti sono quindi benvenuti.

8 commenti:

  1. Ero tra gli spettatori e faccio i complimenti al Prof. L. Gai per l'organizzazione dell'evento. Ho notato però una certa ritrosia da parte dei relatori a raccontare le criticità che il settore dei Confidi sta vivendo in questo momento (in primis le crescenti sofferenze in portafoglio, la patrimonializzazione dei confidi e la scarsità dei fondi pubblici,l'incapacità a conformarsi al "genere" dell'intermediario vigilato, a prezzare la garanzia) e una strenua resistenza a fare quel salto culturale che, in questa fase storica, risulta urgente (non a caso sono stati riproposti temi ormai noti da anni e sufficientemente "paludati"). Personalmente ritengo che non si possa continuare a lavorare guidati da obiettivi "politici" guardando alle regole di vigilanza prudenziale come un mero momento di compliance regolamentare ma penso che bisogna prendere coscienza che il confidi, anche quello minore, è un intermediario finanziario e deve essere governato come tale (e per fare ciò saranno necessari anni di lavoro e una fase di transizione lunga e non basta a mio parere assumere nel confidi qualche bravo ex bancario o avere consulenti eccellenti). Mi è sembrato che il relatore della Banca d'Italia volesse timidamente far riferimento a questo concetto (ma forse mi sbaglio). Anche la relazione che riguardava il fondo Centrale non ha sfiorato minimamente le problematiche relative alla garanzia pubblica, la necessità di fare fund raising, le clausole di inefficacia e di decadenza della garanzia in questione (è stato sollevato però il quesito sulla lettera r per Lazio e Toscana) Mi permetto di dire che non ho avuto una buona impressione nemmeno dalle presentazioni delle banche presenti al tavolo dei relatori del pomeriggio. Mi sono sembrate troppo concentrate sull'esposizione delle loro capacità nella prossimità al territorio e delle loro "beltà" ma poco propense a raccontare i fatti veri che sono di continuo sulla stampa finanziaria e a spiegare alla platea il ritardo in tema di valorizzazione delle garanzie compliant che si trascinano dietro ormai da anni. Le banche hanno dimenticato ovviamente il tema importante dello scoring ai confidi (vigilati e non vigilati) su cui si ascoltano proclami, legende, falsi miti e poche verità. Ho apprezzato il tentativo del Dott. Remondi di legare il tema dei nuovi requisiti patrimoniali delle banche, del crescente costo del funding e del possibile credit crunch al ruolo dei Confidi e alle loro capacità/possibilità concrete di abbattere il tasso del denaro preso a prestito dalle imprese, nelle suddette condizioni di mercato. questo però è solo il racconto di uno dei presenti in platea altri visitatori del blog che ieri erano presenti magari hanno avuto sensazioni diverse dalle mie

    RispondiElimina
  2. Grazie prof. per il puntuale resoconto e grazie a chi vorrà aggiungere qualche notizia di prima mano, il blog diventa l'estensione dei convegni (il "segue dibattito" dopo il film, di morettiana memoria) molto utile per vagliare pacatamente le proposte.
    Aggiungo un po' di carne al fuoco mettendo la salsiccia del business office e la braciola del temporary management vicino alla bistecca dell'equity che Giotti ha opportunamento messo sulla griglia.
    Credo che gli interventi di ricapitalizzazione siano necessari, ma non debbano essere effettuati senza un supporto consulenziale o dirigenziale alle PMI. In questo senso i confidi devono attrezzarsi anche consorziandosi, permettendo alle aziende di disporre a prezzi agevolati non solo di capitale finanziario, ma anche di capitale umano qualificato, di competenze che forse non hanno, altrimenti non sarebbero nelle condizioni in cui sono. Non solo, per essere utile il piatto deve essere completo di crauti e polenta ovvero sistematizzazione dei processi, delle procedure informatiche etc. Altrimenti si sperpereranno soldi inutilmente e si prorogherà la vita di aziende decotte con il pretesto di sostenere l'economia e l'occupazione. Se necessario bisognerà concentrare le risorse finanziarie ed umane sulle aziende più promettenti, anziché intervenire a pioggia o a macchia di leopardo. Insomma, bisogna intervenire organicamente, i confidi si devono dare un coordinamento su questi temi oppure tutto sarà inutile e costoso.

    RispondiElimina
  3. Mi ha interessato l'intervento di Vito Sanfilippo di Confartigianato Veneto sul loro Confidi baricentrico di 2^ livello. E' una esperienza da seguire e tenere sotto osservazione. In breve offrono garanzie 107 ai Condidi associati sia 106 che 107 (per ora 3) che cedono rischio per liberare patrimonio. Inoltre offrono servizi accentrati con una governance interessante. Un forte in bocca al lupo.
    A parte questo sono intervenuto sulla annosa questione della standardizzazione delle convenzioni e del colloquio informatico, ed ho chiesto un immediato minimum: che le banche forniscano ai Confidi le informazioni, in loro esclusivo possesso, necessarie a questi ultimi per mantenere la validità delle garanzie ricevute dal FCG evitando la dichiarazione di revoca.
    Ultimo: mi sono domandato, i Confidi chiedono alle banche la valorizzazione delle loro garanzie (alias lo sconto). Ma i Confidi sanno quanto valgono le loro garanzie ora che la ponderazione è diventata 50?

    RispondiElimina
  4. Straodinario come sempre Giotti;
    i Confidi per obiettivi sfidanti devono essere sostenuti dalle famiglie che cosi' possono riporre al sicuro risparmi con tassi ben superiori a quelli che danno le banche... Grande dunque Eurofidi.

    RispondiElimina
  5. Caro pico, leggo sempre con interesse i tuoi post e probabilmente per rendere giustizia alla qualità degli stessi dovresti firmarti inserendo una doverosa vocale nel tuo nickname; non ti preoccupare "ange", tutti ti riconoscerebbero comunque, apprezzando come sempre le tue esternazioni.

    RispondiElimina
  6. Ero presente al Convegno e, come di solito accade, si sono come sempre glissate le due questioni principali che stanno stangolando il mercato delle garanzie:

    a) riforma degli interventi pubblici a sostegno dei Confidi vigilati;
    b) riforma sostanziale delle Disposizioni Operative del FCGPMI.

    La solita inutile passerella.

    RispondiElimina
  7. Caro Anonimo, piciu sarai te

    RispondiElimina
  8. @Pico, Anomimo: fate i bravi, tra poco c'è la merenda ...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.