martedì 13 marzo 2012

Commissione Finanze della Camera: audizioni di Bellotti (AssoConfidi) e Visconti (BIL)

La Commissione Finanze della Camera dei deputati, lo scorso 6 marzo, ha invitato Francesco Bellotti (Presidente Assoconfidi) e Donatella Visconti (Presidente di Banca Impresa Lazio), nell'ambito di una serie di audizioni informali sulle tematiche relative ai meccanismi di garanzia per l’erogazione del credito alle imprese.
Nel suo intervento Bellotti (vedi news Confapi) ha così commentato lo sviluppo dei confidi negli ultimi anni e le loro prospettive non rosee:
Il rapporto tra banche e Confidi tradizionalmente fondato da una parte sull’impiego delle banche della garanzia del Confidi come strumento di mitigazione del rischio di credito e dall’altra sul ruolo dei Confidi come validi conoscitori del territorio e strumento di compensazione dei deficit informativi tra banca e impresa, è però, in questi anni, scosso da profondi mutamenti.
La perdurante crisi economico-finanziaria ha cambiato molti fattori nel mercato del credito e della garanzia determinano un inasprimento delle condizioni di accesso al credito e in particolare una maggiore selettività nei confronti delle imprese. Di contro l’operatività dei Confidi ha prima registrato un significativo incremento dovuto al fatto di essersi accreditati come veri e propri “ammortizzatori sociali”; ora rischia di languire con l’inerzia delle banche in questa “coda insidiosa” della crisi.
 Che un settore di intermediari creditizi (oggi in ampia parte vigilati) si qualifichi per il ruolo di "ammortizzatore sociale" può far discutere, ma ci può stare in questo periodo di emergenza prolungata. Però la funzione sociale deve essere svolta da intermediari (di garanzia), all'interno di quello che rimane il mercato del credito. I confidi possono far molto per risvegliare le banche dall'inerzia, che porta molto spesso a reagire alle situazioni di difficoltà delle aziende in modo reattivo e individualistico (con le revoche). Per svolgere questo ruolo di virtuosi facilitatori del credito devono però essere propositivi, porsi come interfaccia dell'impresa nei rapporti con tutte le banche con cui lavora.
Perché Assoconfidi non raccoglie un po' di esperienze tra i suoi associati per documentare questo? Non è scontato che lo si faccia e come lo si fa. Ci sarebbe da imparare molto dalle esperienze concrete. Sarebbe un motivo di incoraggiamento e di speranza per tutti.

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