Prosegue l'impegno di Radio 24 per far conoscere le difficoltà e i drammi degli imprenditori. Nell'ambito dell'iniziativa Disperati mai, la radio di Confindustria dedica l'intera programmazione di domani alle testimonianze, alle riflessioni, al dibattito su questi temi. Il sito dell'emittente presenta così il suo DD-Day (Don't Despair Day, se posso permettermi di tradurre lo slogan):
Riporta anche le offerte di aiuto da parte di consulenti, manager, imprenditori, che consistono principalmente nella disponibilità ad assistere a titolo gratuito gli imprenditori in difficoltà.
Nel suo editoriale del GR di stamattina, il direttore Fabio Tamburini ha sottolineato l'importanza di far conoscere le tante storie, ma ha pure onestamente riconosciuto che la sua radio non può agire sul campo per rispondere ai problemi; sul piano del fare, Tamburini gira questa ondata di SOS a "chi di dovere" (le istituzioni, le associazioni datoriali, le banche).
Penso che occorra partire dalla risposta spontanea, generosa, capillare di chi, personalmente, si sente provocato da questi appelli. Questa risposta dal basso potrebbe confluire in un movimento capace di esprimere dei punti di riferimento culturali, di valore, una strumentazione tecnica, una capacità di interlocuzione con "chi di dovere". Il movimento di chi si muove per rispondere dovrebbe esprimere una leadership, così come il movimento di chi esprime il disagio e chiede attenzione e aiuto.
Non mi aspetto il primo passo da "chi di dovere". Non mi aspetto una risposta organica, adeguata, capillare. Non sono le istituzioni e le organizzazioni ad andare alla caccia di problemi nuovi e bisogni insoddisfatti. Non sono loro i soggetti provvisti di spinta innovativa, apertura al rischio. E' sempre stato così. Non pretendiamo miracoli. Però è giusto esigere da "chi di dovere" attenzione vera, capacità di ascolto verso i soggetti che, dal basso, stanno cominciando a muoversi col passo giusto.
E appena il movimento prenderà forma, si mettano al servizio di chi fa.
Venerdì 27 aprile nel corso di tutta la giornata i programmi di Radio24 daranno voce alle storie degli imprenditori, alle opinioni di chi ha scritto ed ha raccontato questa realtà, parleranno di iniziative di sostegno, daranno spazio agli interventi degli ascoltatori. Si parte alle 8.20 con uno speciale condotto da Alessandro Milan e Oscar Giannino, che prosegue sino alle 10.00. Alle 10.00 Gianluca Nicoletti farà una trasmissione dedicata alla figura dell’imprenditore nella cultura e nel cinema italiano. Alle 11.00 Nicoletta Carbone ci aiuterà a capire come affrontare le sfide e le difficoltà; al termine della trasmissione, e sino alle 13,30, proseguirà il contatto diretto tra gli ascoltatori ed un gruppo di psichiatri della Fondazione nazionale per il sostegno alla ricerca in psichiatria, che saranno disponibili sino alle 13.30. Alle 12.00 Salvadanaio parlerà delle alternative al credito bancario, i Confidi ed il supporto delle organizzazioni sul territorio. Nel pomeriggio andrà in onda dalle 16.00 alle 18.30 una puntata speciale di Focus economia, a cui potranno partecipare anche gli ascoltatori che hanno una storia da raccontare.Il sito di Radio24 pubblica anche su le testimonianze inviate a disperatimai@radio24.it .
Riporta anche le offerte di aiuto da parte di consulenti, manager, imprenditori, che consistono principalmente nella disponibilità ad assistere a titolo gratuito gli imprenditori in difficoltà.
Nel suo editoriale del GR di stamattina, il direttore Fabio Tamburini ha sottolineato l'importanza di far conoscere le tante storie, ma ha pure onestamente riconosciuto che la sua radio non può agire sul campo per rispondere ai problemi; sul piano del fare, Tamburini gira questa ondata di SOS a "chi di dovere" (le istituzioni, le associazioni datoriali, le banche).
Penso che occorra partire dalla risposta spontanea, generosa, capillare di chi, personalmente, si sente provocato da questi appelli. Questa risposta dal basso potrebbe confluire in un movimento capace di esprimere dei punti di riferimento culturali, di valore, una strumentazione tecnica, una capacità di interlocuzione con "chi di dovere". Il movimento di chi si muove per rispondere dovrebbe esprimere una leadership, così come il movimento di chi esprime il disagio e chiede attenzione e aiuto.
Non mi aspetto il primo passo da "chi di dovere". Non mi aspetto una risposta organica, adeguata, capillare. Non sono le istituzioni e le organizzazioni ad andare alla caccia di problemi nuovi e bisogni insoddisfatti. Non sono loro i soggetti provvisti di spinta innovativa, apertura al rischio. E' sempre stato così. Non pretendiamo miracoli. Però è giusto esigere da "chi di dovere" attenzione vera, capacità di ascolto verso i soggetti che, dal basso, stanno cominciando a muoversi col passo giusto.
E appena il movimento prenderà forma, si mettano al servizio di chi fa.
L'argomento è delicato e duro allo stesso momento. Parlare di esistenze, di scopo nella vita di motivi per vivere o per morire non è cosa da poco. Anche l'attenzione mediatica può essere utile ma è sia comunicazione che parte in causa, perché focalizzando l'attenzione può retroagire sul fenomeno, positivamente o negativamente.
RispondiEliminaI grandi assenti sono i numeri. Non ho visto statistiche sul fenomeno, sull'andamento rispetto agli ultimi anni, sulla ripartizione territoriale, insomma su quale siano le dinamiche oggettive del fenomeno in termini reali e non solo mediatici. Se qualcuno ha visto delle statistiche serie le segnali, se ci sono me le sono perse.
Si rischia di agire per giusta solidarietà, per rispetto e amore della vita, cause buonissime e condivisibilissime, ma senza avere una mappa chiara di come e dove muoversi. Certo l'urgenza di agire è massima, ma anche il pronto soccorso di un ospedale è organizzato proprio per essere più efficace.
Bisogna cercare che l'azione sia ispirata da vero e sincero senso di umanità e non per lenire l'egoistico bisogno di sentirci utili al prossimo. Ricordiamoci la massima attribuita ad Ippocate: "Primum non nocere".
Condivido quanto detto da Gigi, non è cinismo essere razionali, ma è invece cinico promettere cose inrealizzabili e che magari si sa già all'inizio che non si potranno concretizzare.
RispondiEliminaCaro Gigi, il bisogno istintivo (più che egoistico) di generosità verso il prossimo non dura se non è sorretto da motivi profondi, e da realismo e intelligenza nell'agire. Perché maturi, però, occorre muoversi, provarci. Possibilmente non da soli, avendo esempi da seguire di persone magnanime.
RispondiEliminaSono d'accordo sul muoversi. Ritengo vada fatto in silenzio o comunque col minor clamore possibile. La sovraesposizione mediatica può essere deleteria.
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