Dal sito del Governo potete scaricare le slide sugli interventi volti ad accelerare i ritardati pagamenti dello Stato e degli enti pubblici. Qui il commento del Sole 24 ore. Si prevede una procedura di certificazione dei crediti, la loro eventuale compensazione con debiti fiscali, e la concessione di anticipazioni bancarie sui crediti certificati con garanzia del Fondo centrale. Questo primo pacchetto di misure dovrebbe sbloccare 20-30 miliardi.
Per quanto riguarda l'intervento del Fondo centrale si prevede quanto segue:
Per quanto riguarda l'intervento del Fondo centrale si prevede quanto segue:
- Possibilità di utilizzare la garanzia diretta del Fondo centrale di garanzia per anticipazioni del credito nei confronti della PA senza cessione
- La misura è finalizzata a facilitare il supporto del sistema bancario all’immissione di liquidità nel sistema
- Pre-condizione per l’accesso alla garanzia del Fondo: ottenimento della certificazione dei crediti ai sensi dei DM precedenti [vedi slide]
- Copertura del Fondo fino al 70% dell’ammontare dell’operazione di anticipazione (elevabile fino all’80% in caso di apporto di risorse da parte delle Regioni);
- importo massimo garantibile per singola impresa pari a 2,5 milioni di euro (massimo consentito per legge)
- Possibilità di attivare la contro-garanzia del Fondo fino all’80% nel caso di garanzia diretta offerta da un Confidi o da un altro Fondo di garanzia [regionale]
A queste misure si aggiunge l'accordo tra ABI e associazioni datoriali che istituisce un plafond per lo smobilizzo dei crediti verso la PA (che si aggiunge alle risorse già messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti).
Arriva quindi una prima risposta al pressing delle organizzazioni datoriali (rinforzato da Oscar Giannino).
La procedura di certificazione è piuttosto macchinosa, per quanto si cerchi di sveltirla ricorrendo alla PEC o ad una procedura telematica gestita a valle della procedura di acquisto centralizzato di CONSIP. Per la compensazione fiscale non basta presentare la certificazione dei crediti: Equitalia deve chiedere conferma della regolarità del credito all'Ente pubblico debitore.Arriva quindi una prima risposta al pressing delle organizzazioni datoriali (rinforzato da Oscar Giannino).
Del resto è ingenuo lamentarsi della scarsa efficienza delle procedure di pagamento e di compensazione dei crediti verso la PA quando sappiamo bene che questo canale di finanziamento è servito a nascondere debito pubblico. La sabbia negli ingranaggi c'è, ma non soltanto per negligenza.
Sarebbe però una gran cosa avere procedure più efficienti: le banche non solo devono anticipare una parte di questi crediti in situazione di liquidità scarsa. Devono pure gestire la certificazione, il ricorso alla garanzia del Fondo centrale, l'eventuale interposizione della garanzia confidi.
In cambio, se c'è la garanzia FCG, non hanno assorbimento di patrimonio grazie alla ponderazione zero (finché ci sarà).
Comunque, costi di transazione a go-go. Perché in Italia ce li sorbiamo senza fiatare?
PS 23/5: sul piano di accelerazione dei pagamenti PA segnalo questo post, critico ma circostanziato, su Libertiamo.
PS 23/5: sul piano di accelerazione dei pagamenti PA segnalo questo post, critico ma circostanziato, su Libertiamo.
Ho dato una prima lettura del materiale allegato al commento, non riesco a comprendere sotto quale forma sarà l'anticipo bancario dei crediti PA certificati (SBF - Anticipo fatture - prestito chirografo ecc) e la durata delle anticipazioni, se alla scadenza la PA non ha provveduto a pagare e la cessione è proselvendo chi rimborsa la banca e con qauli risorse.
RispondiEliminaSe qualcuno ha notizie mi spieghi grazie.
Riporto e sottolineo questo passo del post :"Del resto è ingenuo lamentarsi della scarsa efficienza delle procedure di pagamento e di compensazione dei crediti verso la PA quando sappiamo bene che questo canale di finanziamento è servito a nascondere debito pubblico. La sabbia negli ingranaggi c'è, ma non soltanto per negligenza."
RispondiEliminaQuesto è il problema. Quando le imprese avranno incassato ricominceranno a lamentarsi per la mancanza di commesse. Prima pagate a babbo morto, poi nenche più ordinate.
Giusto, Sapio: il gonfiamento dei debiti di fornitura è figlio anche dell'eccesso e della cattiva qualità della spesa pubblica. Se pensiamo a come sono amministrati i servizi in certe regioni (vedi assenza di rendicontazione scritta) si può capire la titubanza a pagare dei crediti non "certificati".
RispondiEliminaCome sempre, nella confusione è difficile rispettare l'equità. Ad ogni modo, se nel tentativo di abbattere la montagna dei pagamenti arretrati si farà anche pulizia, ancora meglio.