Dalla newsletter di Moderari ricevuta per mail segnalo il resoconto della Prima conversazione sui confidi, evento svoltosi lo scorso 30 maggio a Milano. La società di consulenza fondata da Claudio D'Auria ha voluto proporre un momento di confronto tra operatori ed esperti di confidi che andasse oltre la formula, abusata, del convegno.Dopo l'introduzione dello stesso D'Auria e di Roberto Villa, sono stati presentati e discussi tre temi:
- l'impatto della crisi sui conti economici dei confidi: le nuove strategie di business;
- il trade-off tra dimensione dei confidi e principio di mutualità: è possibile individuare una dimensione ottimale?;
- la relazione tra Confidi e Autorità di Vigilanza: collaborazione e controlli; le prime esperienze di Ispezione; il ruolo delle Federazioni.
Tanta carne al fuoco. Nel resoconto trovate un'ampia sintesi delle relazioni (tra cui quella di Salvatore Vescina del MiSE) e del dibattito.
L'iniziativa di Claudio ripropone un format molto simile a quello dei seminari Smefin dei quali mi ero fatto promotore nel 2010 (ultimo quello sulle convenzioni). L'esperienza Smefin non ha avuto seguito, per vari motivi che hanno fatto il loro tempo.
Da allora si sono fatti molti progressi in sede operativa, e quindi la ricetta ha giustamente dato più peso all'ingrediente dialogo rispetto all'ingrediente relazione.
Moderari ha in programma nuove conversazioni su numerosi temi, che potrebbero anche trasformarsi in tavoli di lavoro.
Claudio D'Auria ha sviluppato un team giovane e molto specializzato sui confidi. Ha avuto coraggio nel fare questo investimento, che penso gli abbia dato qualche soddisfazione anche professionale. Con questa iniziativa si propone come polo di intelligence all'interno di libere aggregazioni di confidi, con un ruolo complementare (con un po' di pepe) a quello svolto dai soggetti associativi.
Buon lavoro.
Oggi niente Corriere della Sera : Aleablog ! Interessante questo post, prevalentemente, nell'evento, sul metodo che sulla sostanza. Il metodo di Moderari infatti apre il petto mentre la sostanza degli interventi dei confidi stringe il cuore. Pero' iniziare a cambiare stile nel confronto tra le realta' dei confidi è gia' molto, ma molto interessante. Fare sistema è un concetto che Luca ha anticipato in maniera anche tecnica ed esaustiva su numerosi approcci e studi ma noi non ne abbiamo voluto sapere. Anzi costoro. Bene la riflessione sul prezzo e sulle peculiarita' dei protagonisti ma zoppa l'autocritica sulla reale utilità dei confidi in quanto tali oggi,nel 2012 ! Riformare un percorso di facilitazione di accesso al credito riconoscendo l'egoismo della filiera, unirsi senza aggregarsi e peggio ancora fondersi senza il piattino sotto insieme alla consapevolezza dell'inefficacia delle associazioni di categoria meritava comunque due rinfreschi e non uno ! Grazie a chi informa e a chi ci prova. Il blog di Luca risulta indispensabile.
RispondiEliminaGrazie, RoeRos, per la simpatia e l'incoraggiamento, ma il merito di questo evento-conversazione sui confidi è tutto di Claudio D'Auria e Roberto Villa. Io l'ho semplicemente fatto conoscere.
RispondiEliminaA proposito di aleablog e della sua indispensabilità: mi pare che le notizie interessanti si siano diradate ultimamente. Forse c'è bisogno di qualche input nuovo, di giudizio culturale, anche da parte mia.
Grazie a tutti e due per l'apprezzamento e l'ospitalità ma l'invito di Luca per qualche nuovo input ha solleticato in me la voglia di provarci:
RispondiEliminaI CONFIDI OGGI:
-Aumentano le insolvenze (e non di poco)
-Diminuisce l'operatività (e di molto)
-Aumentano i costi (esponenzialmente)
-Gli adempimenti stanno diventando la parte preponderante dell'attività
-Il contributo pubblico è sempre più un alea
-Le sovrapposizioni tra pubblico e privato sono un fatto
-Le Banche hanno comportamenti strani (schizofrenici)
-Il Fondo Centrale è sempre più burocratico e ti paga lungo (quando si ricorda)
-I bilanci delle Imprese sono sempre peggio
-ecc. ecc.
Non sono mai stato pessimista, ma non riesco a trovare alcunché di positivo nell'attività di oggi di un Confidi. Eppure io, come tantissimi altri, continuo a crederci, ma la domanda che mi pongo, e ci poniamo è:
a qualcuno (enti, istituzioni, associazioni, politica, banche, ecc.) interessa ancora questo Sistema o abbiamo davanti a noi solo uno splendido passato?
Certo i Confidi sono solo uno dei tantissimi problemi dei nostri giorni ma, forse, un po' più di chiarezza e una maggior buona volontà potrebbero aiutare, in un modo o nell'altro, a dare una risposta.
Credo che la maggior parte di chi opera nei nostri Confidi si sia stancata di stare alla finestra ad aspettare un qualcosa che non si sa se, come e quando accadrà!
Le soluzioni, se ci sono e se si vogliono adottare (e sono convinto che ci sono e si possono adottare), servono oggi e non tra sei mesi o un anno. Sarebbe già tardi!
@Roberto: non porto una soluzione, ma un problema, che però apre la strada per risolverne tanti altri.
RispondiEliminaFate qualcosa per la gestione delle situazioni critiche delle vostre aziende, una sorta di stanza di compensazione tra confidi e banche per la soluzione delle pratiche di contenzioso con accordi, concordati, ecc. Per andare oltre il tirare a campare o il "ciapa ciapa".
Nello spirito del paper di Leijonhufvud che commento qui:
http://alea-smefin.blogspot.com/2012/06/axel-leijonhufvud-per-riparare-la-tela.html
Roberto Villa è stato un artigiano dei Confidi che durante la sua carica di presidente di Fedart avrebbe dovuto fare il cottimista rifiutando la deriva a 107. Peccato perchè alcuni temi sollevati da qualche cocciuto sul miraggio degli intermediari vigilati (quale soluzione finale sull'universo dell'agevolazione all'accesso al credito) non sia stato analizzato a dovere con legge quadro alla mano .... Rimane comunque persona squisita e leale e riflessiva. Noto infatti che ha colto benissimo alcune mie veloci e criptiche riflessioni.
RispondiEliminaRoeRos a suo tempo non ero assolutamente convinto che il sistema dei Confidi fosse pronto per il passaggio al 107. Ancora oggi, nonostante il mio ruolo all'interno di un Confidi107, ho questa convinzione. All'epoca (e qualcuno lo ricorderà) ero un assertore convinto della doppia soglia, ma le anime, all'internodi Assoconfidi, erano diverse e le cose andarono come andarono. Banca d'Italia poi ci mise del suo sbandierando come opportunità sia la soglia più bassa, sia il ridotto requisito patrimoniale. A mia discolpa, per quello che può valere e senza cercare scarico di responsabilità, posso dire di aver litigato e discusso sino allo sfinimento con tutti gli attori di allora ma ... la voglia di fare il salto di qualità (!) prevalse. Due giorni fa, a Milano, si è tenuta l'Assemblea di Fedart e, credimi, non mi ha fatto piacere ascoltare l'intervento di due Direttori di Confidi, nei quali si evidenziava, l'amarezza, la frustrazione, la rabbia di non poter incidere in una situazione che giorno per giorno si fa sempre più pesante per i Confidi e, conseguentemente, per le Imprese. E' stato addirittura proposto di attuare lo "sciopero della garanzia" per sollecitare chi di dovere ad assumere decisioni che non sono più procrastinabili. Come non essere d'accordo? Poi che sia lo sciopero o qualsiasi altra cosa, ben venga, ma qualcosa si faccia per smuovere chi di dovere!
RispondiEliminaSono convinto che, in questi momenti, tutti coloro che hanno a cuore la sopravvivenza di questo sistema dovrebbero essere un bel po' meno egoisti, un po' più "artigiani del credito" e, soprattutto, "cottimisti" di idee, proposte e voglia di fare. Riparare gli errori del passato è ancora possibile ma, come dicevo nel post precedente, tra sei mesi potrebbe essere tardi.
@Roberto, cosa intendi per "chi di dovere"?
RispondiEliminaLuca ma proprio me devi mettere in difficoltà! Sembra una domanda banale ma la risposta, e tu lo sai, non lo è altrettanto. Il "chi di dovere" dipende dagli obiettivi che vogliamo raggiungere:
RispondiEliminase la priorità è la semplificazione normativa (vera, reale e pesante e non camuffata) il "chi di dovere" riguarda noi stessi, il nostro Sistema; basta con le schermaglie con il fioretto e il bottone in punta, impugnano lo spadone e facciamola finita una volta per tutte: Una certa idea io l'avrei per stanare il decisore e costringerlo ad intervenire.
Se invece la priorità è il patrimonio e beh, credo che anche tu sia d'accordo, ma il "chi di dovere" è la politica, associazioni in primis e a livello centrale! Nei territori, più o meno, le cose tra Confidi e associazioni funzionano ma le risorse che si riescono a reperire sono scarse ed inadeguate, quindi ...
Per esempio le risorse Camerali Provinciali destinate al credito (parlo della Lombardia) vanno dove la politica (sentiti anche i Confidi) indica. E, normalmente, sono distribuiti a pioggia sui fondi rischi piuttosto che in conto abbattimento tassi. Continuo a sostenere che messe insieme (grosso modo 20 mln), in un unico contenitore (per esempio Federfidi) amplificherebbero a dismisura i loro effetti a favore di tutto il Sistema e quindi delle Imprese.
Potrei fare altri esempi sul "chi di dovere" ma, per questa sera mi fermo qui, sperando di non aver annoiato.
Buona serata a chi esce a prendere il fresco e...
Buona serata anche a chi se ne sta in casa.
Ciao, ciao
(dal quasi fresco della collina di Trento)
RispondiElimina@Roberto, allora non deve muoversi chi di dovere , bensì chi di piacere ...
E chi non ha piacere di affrontare le questioni sul tappeto, si dovrebbe cortesemente fare da parte
Ok, perfetto. Diciamo allora che, per me, sarebbe un piacere immenso fare quello che ritengo un mio dovere!
RispondiEliminaCortesemente o con qualche ... spintarella!
@ Villa: mi farebbe piacere leggere una versione più dettagliata della sua visione sui Confidi e sulle modifiche necessarie all'impianto normativo ed istituzionale.
RispondiElimina@ Sapio: ben volentieri, lasciami solo qualche giorno di tempo per terminare le riflessioni che sto cercando di mettere nero su bianco. Buona Domenica.
RispondiElimina@Roberto, quando hai il testo mandamelo per mail, che ne faccio un post apposito, così apriamo una nuova linea di commenti più focalizzata. Se sei d'accordo, naturalmente.
RispondiElimina@Luca: d'accordo, anzi stabiliamo che se la valuti sotto il 18 (non politico!), nemmeno la pubblichi.
RispondiEliminaRoberto tieni conto che il punto di partenza di Sapio è che oggi dei Confidi di puo' fare a meno. Ovvero o incidono sul buon prezzo del finanziamento "fatto senza" oppure che si impicchino o si mettano "imprenditorialmente" (senza soldi nostri) a fare la consulenza per facilitare il credito alle imprese ( meglio noto come B.O. ) Anch'io inizio a pensarla cosi "salvo intese" sulla tua analisi ! Insomma una passeggiata. Se vuoi metti la fiducia, ma non dare garanzie ....
RispondiElimina@Fornerro: ti ringrazio e so benissimo quale sia il Sapiopensiero, ma dato che lo ritengo persona intelligente oltre che competente, credo anche che si renda conto che questa è solo un'opzione sulla quale si potrebbe già obiettare che il pricing applicato dalle banche, a fronte delle convenzioni in essere con i Confidi solo in minima parte (soprattutto oggi) viene annullato dai costi della garanzia, e ancora ma: i soldi del FCG sono pubblici solo quando vanno ai Confidi e privati quando vanno alle banche?
RispondiEliminaCome vedi le opzioni ed i pensieri diversi possono essere tanti e dovrebbero trovare un po' più di ordine. Da "artigiano dei Confidi" il mio è solo un timido tentativo di provarci. Con quali risultati non so!