mercoledì 24 ottobre 2012

Confidi: tra mille difficoltà, che cosa si può fare

Con questo messaggio, invito per mail, Bartolo Mililli mi chiede di aprire una discussione su come i confidi stanno reagendo alla crisi (calo dei volumi e aumento delle sofferenze) con azioni concrete, tese a sviluppare nuovi servizi e fonti di ricavo:

Ciao Luca, ti ringrazierò sempre, spero di poterlo fare a nome di tutti, per l'impegno che metti nel manutenere quotidianamente questo blog e per la possibilità che ci dai di essere aggiornati, di discutere e di confrontarci. Prendo spunto dall'ultima frase del tuo post........Cambiare è un imperativo. Non è vero che tutto è bloccato. Ci sono tante cose che si possono fare, e non si fanno, o che si possono fare meglio di come si fanno..........Sono completamente d'accordo: il calo del fatturato e la crescita esponenziale delle sofferenze di tutti i confidi italiani ne sono la testimonianza più vera. Ti propongo di rilanciare un altro post o un nuovo spazio specifico...dove tutti i confidi che vorranno contribuire potranno evidenziare come stanno affrontando il calo del fatturato e l'aumento delle sofferenze. Cioè: ci sono leve che possiamo noi stessi azionare subito, ce ne sono altre che sfuggono alla nostra azione(vedi iniziative pubbliche. Vi ritrovate a parlare di ricavi prodotti da servizi offerti dal confidi diversi dalla garanzia mutualistica? di aumentare l'indipendenza dalle banche? di diventare consulenti veri e propri e non semplici venditori di garanzia? Bartolo
Raccolgo volentieri questo invito, e giro a tutti le domande di Bartolo, in particolare agli amici dei confidi. 

9 commenti:

  1. Giunge voce che il 29 p.v. si terrà un incontro tra tutti i DG dei confidi vigilati per affrontare i temi sopra proposti che, forse, vanno discussi in quella sede.

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  2. Dell'incontro del 29/10 non so nulla. Qualcun altro ha informazioni?
    PS: Bartolo, il tuo appello non è stato raccolto, temo

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  3. Caro Bartolo, la ricetta è sempre la stessa: aumentare i ricavi e ridurre i costi... A parte le banalità con le quali si rischia solo di inimicarsi l'interlocutore di turno, mi sembra che nel mondo dei confidi l'analisi non lasci molte alternative (forse è per questo che non ci sono stati molti commenti a questo post!!!). Analizziamo il fronte ricavi: commissioni da garanzia, interessi o altri ricavi derivanti da attività collaterali? Per gli ex 155, comma 4, la scelta la ritengo obbligata in quanto non possono svolgere altra attività se non quella di garanzia (mi stupisco sempre del fatto che lo stesso Ministero continui ad erogare i fondi antiusura agli ex 106 quando la legge prevede la gestione dei fondi pubblici solo in favore degli ex 107...). Comunque a parte la garanzia e qualche servizio connesso e strumentale non ci sono molte alternative. Attenzione al "connesso e strumentale" perchè la definizione è piuttosto stringente... Diverso il discorso per gli ex 107 che potrebbero svolgere anche altre attività di natura finanziaria. Si ma quali? Abbiamo un'esperienza negativa alla spalle (forse l'unica) che tutti conosciamo bene e che non aiuta di certo ad intraprendere nuove strade. Escludendo l'erogazione diretta (troppo complicato mettersi a fare raccolta) rimane sostanzialmente la gestione dei fondi pubblici di agevolazione, che potrebbe portare qualche ricavo senza grossi rischi. Inoltre sappiamo benissimo tutti che aumentare i ricavi anche solo del 10% con le proprie forze (e la propria rete commerciale) non è facilissimo mentre attraverso un'aggregazione si ottengono risultati importanti ed in poco tempo. Io continuo a sostenere che ci siano ancora troppi confidi sul mercato, soprattutto quelli di minori dimensioni. Quanti di questi sono a posto con le normative che gli sono imposte? Antiriciclaggio, Anagrafe dei rapporti, Indagini finanziarie, Bilanci ex D.Lgs. 87/92, Trasparenza, erogazione (illegittima?) di garanzie su appalti pubblici e rimborsi fiscali, etc.? Riuscirà l'organismo previsto dall'art. 112bis del nuovo TUB a fare un pò di ordine? Sul fronte dei costi prova a ridurre del 5% tutti i costi del tuo conto economico (e sai solo tu che fatica faresti a farlo..) e poi fai il conto di quanto puoi risparmiare. Alla fine probabilmente è meno di un'insolvenza... Il grosso problema sono le perdite sulle garanzie che, mi risulta, stiano aumentando enormemente in quasi tutti i confidi. Oltre al Fondo Centrale che strade ci possono essere? Sicuramente migliorare l'istruttoria e la fase di delibera, aumentare l'indipendenza di valutazione dalle reti commerciali (ovviamente anche dal canale bancario) e trovare collaborazioni sotto forma di cogaranzie e controgaranzie per dividere il rischio con altri confidi. So di aver detto poco o niente ma almeno spero di aver stimolato il dibattito...

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  4. A cosa servono i doppioni relativi all'Antiriciclaggio, all' Anagrafe dei rapporti, alle Indagini finanziarie nei Confidi sia vigilati che non vigilati che erogano solo garanzie ? Questo è troppo banale chiederselo ? Non è all'altezza del trito e ritrito mantra del processo di razionalizzazione dei Confidi ?

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  5. @Pierpaolo, grazie per l'analisi ricca di attenzione e partecipazione. Riguardo alle perdite su crediti i rimedi proposti valgono pro futuro. Pro passato c'è da fare pulizia, e non mi stancherò di ripetere che il problema di sistema deve essere affrontato con un piano di sistema ad hoc (non chiamatelo straordinario se fa impressione).

    @Ecché: gli adempimenti rompono, come non essere d'accordo? Ma ci sono, se non si rispettano finisce male. Bisogna organizzarsi e trattare con i Supervisori per snellirli là dove sono inutili. Ma occorre dimostrare che sono inutili perché i controlli si possono fare lo stesso o li fa qualcun altro ( ma li fa davvero? ).
    PS: si prepari perché potrebbe arrivare tra poco lo spillover del decreto anti corruzione.

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  6. Grazie Pier x il tuo intervento che ci consente di avviare la discussione. Mi pare tu abbia velocemente licenziato i finanziamenti diretti, se gli importi si mantengono bassi e sono garantiti da mcc puoi ottenere molto di più che un tre percento che ti offre la banca per i depositi e fai un bel servizio al socio in termini di finanziamento ponte e/o veloce. Poi le fideiussioni, credito di firma in generale, di cui oggi c'e un grande mercato non soddisfatto. Stessa rete commerciale, stesso ufficio fidi, politiche di credito pero' necessariamente più attente. Nel campo delle consulenze segnalo la grande opportunità della moratoria, apprezzata in questa fase di credit crunch. Dal punto di vista delle credit protection i confidi 107 sono iscrivibili, come le banche, alla sezione D dell' Isvap. Nell'ottica di fornire al socio un completo servizio di accesso alla finanza agevolata, il confidi attento ai bandi pubblici può offrire tanto alle imprese. Infine la promozione di soluzioni finanziarie x la famiglia dell'imprenditore intermediando i prodotti delle banche. Prima il front Office del confidi diventerà un consulente completo e prima la crisi farà meno paura. Bartolo

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  7. Ciao Bartolo... ho liquidato in fretta le erogazioni dirette perchè ci vuole ulteriore patrimonio di vigilanza oltre a quello richiesto per l'attività di garanzia. Mi sembra che oggi non siano molti i confidi 107 (post accantonamenti su bonis, scaduto, incaglio, deteriorato e crediti di cassa e "si dice" anche in parte sulla controgaranzia non escutibile del Fondo centrale...) che hanno ancora del margine per fare erogazioni dirette!!!

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  8. C'è da essere orgogliosi per il fatto che alcuni validi operatori di Confidi vigilati ammettano onestamente il crollo delle illusioni sul "confidiquasibanca". Le associazioni avevano puntato tutto sul business degli ex 107 e ora il risultato non è quello sperato. Anzi. Rimangono adempimenti pesantissimi e inutili che vanno smantellati per concentrarsi sul riposizionamento dell'operatività. Le risorse umane dei confidi vanno liberate nel territorio e verso le imprese e levate dalle scrivanie e dai software di comunicazione di dati inutili e doppioni. Il resto e l'evoluzione sulle buone pratiche certamente resta e non ce lo toglie piu' nessuno. Questo dovrebbe essere il primo sforzo : altrimenti il declino sarà inarrestabile.

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