domenica 11 novembre 2012

A Trieste i confidi si coordinano per crescere restando 106

Come riferisce il Piccolo, a Trieste è nato, grazie a una convenzione sottoscritta con la Camera di commercio, un Coordinamento permanente a tre fra il Confidi artigiani e PMI, il Confidi Trieste (commercio e terziario) e il Congafi Treiste (industria).
Cito dalla news:

Si è partiti da alcuni dati che testimoniano le difficoltà in cui si dibattono le imprese artigiane, commerciali e industriali della città [...]. Da qui i responsabili dei tre Consorzi, Dario Bruni (artigiani), Franco Rigutti (commercio) e Massimiliano Fabian (industria) hanno deciso di collaborare strettamente. Sul piano pratico, il Coordinamento agirà per «ottenere garanzie in pool - hanno spiegato i tre presidenti - adottare convenzioni uniche per le tre categorie con le banche, gestire assieme contenzioso, rapporti istituzionali, azioni di marketing, favorire lo scambio di informazioni commerciali che riguardano le categorie interessate».
«Fra i compiti istituzionali della Camera di commercio - ha sottolineato il presidente Antonio Paoletti - c'è quello di promuovere la salvaguardia e il rafforzamento del sistema delle imprese nel territorio provinciale. Perciò abbiamo favorito la nascita di questo Coordinamento, visto il momento economico molto difficile in cui l'accesso al credito è sempre più difficoltoso. Con questo soggetto cambierà la forza dei Confidi nella negoziazione con le banche».
Per Dario Bruni, presidente del Congafi artigiano, «si andrà a rafforzare il sistema di garanzia, con una maggiore sicurezza mutualistica. Il Coordinamento consentirà poi di accedere con migliori risultati ai finanziamenti regionali». Rigutti ha indicato in una «maggiore competitività per le imprese» uno dei principali vantaggi della nascita del Coordinamento: «Presentandoci uniti avremo più potere contrattuale con gli istituti di credito. Il sistema delle cogaranzie ci consentirà poi di intervenire tutti assieme, nei casi di finanziamenti particolarmente rilevanti, suddividendo il rischio». «Sarà un confronto fra i vari consorzi - ha aggiunto Fabian - che porterà a una ottimizzazione dei comportamenti perché ciascuno potrà apprendere le migliori pratiche degli altri».
La formula del Coordinamento è stata preferita a quella della fusione perché permette a ciascun organismo di garanzia di restare autonomo come soggetto giuridico. «Se avessimo dato origine a un Consorzio unico - hanno spiegato Bruni, Fabian e Rigutti - saremmo saliti di categoria nella graduatoria che l'attuale normativa bancaria prevede per gli istituti finanziari, con un sovraccarico di adempimenti tradotto in maggiori costi, insostenibili in questa fase. Sommando le varie attività finanziarie avremmo superato i 75 milioni, soglia che comporta un appesantimento burocratico inadatto per strutture come le nostre, che devono muoversi con rapidità ed essere snelle».
Noto con piacere che due dei tre confidi coinvolti hanno deciso di abbandonare nella comunicazione l'enigmatico appellativo di Congafi (che è la traduzione di "confidi" in friulano, o in triestino, non lo so, ma suona coma la marca di una pasta per impronte dentali). Speriamo che anche l'industria si adegui presto.
Fuor di scherzo, auguriamo buon lavoro ai membri del neonato Coordinamento. Tra un anno sarà intressante fare un bilancio dell'esperienza.

4 commenti:

  1. Se in Sardegna qualcuno non si fosse "spaventato" gia' dal 2007 esisterebbe un aggregazione simile studiata per coprire completamente le esigenze delle imprese "retail" e organizzata per migliorare le garanzie che avrebbero potuto fornire le strutture piu' strutturate, poi diventate vigilate,nel segmento corporate. La cosa paradossale è che sarebbe nato, anticipando i anche i futuri vigilati, il primo vero coordinamento di confidi ex art. 155 comma 4, intersettoriale con speaker nei rapporti con la regione l'unico confidi di 2° grado esistente in regione : Artigiancredito Sardo. Ente che svolge ancora oggi purtroppo solo lo sterile ruolo di riassicuratore diversamente da come invece lo aveva interpretato un suo ex presidente.

    RispondiElimina
  2. Le strutture piu' strutturate non è un refuso letto nella essessiva penetrazione delle associazioni di categoria !

    RispondiElimina
  3. Il coordinamento volto a non essere vigilati si traduce solo in maggiore instabilità per il sistema finanziario ed in una minore incisività di azione in favore delle PMI locali. L'unica soluzione per aumentare il potere contrattuale delle Pmi attraverso il sistema dei confidi è quella di monopoli regionali attraverso ex.107 e la creazione di coordinamenti inter-regionali per le controgaranzie statali o europee (rafforzamento delle attuali A.T.I.). Il resto sono scorciatoie o meglio ancora "allungatoie" che mantengono inefficienze ed instabilità.

    RispondiElimina
  4. Si hai ragione : direttamente dei Consorzi tipo ONUFIDI con l'organo di controllo dell'FBI. Chiaramente tutto per tutelare meglio micro imprese tipo il gruppo HERA .

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.