Come riportato in questo post il 13 dicembre scorso è è stata deliberata l'atto dal quale è nato Rete Fidi Liguria per effetto della fusione per incorporazione di Mediocom Liguria in Fidimpresa Liguria. Un gentile visitatore mi ha segnalato l'aggiornamento da fare sul portalino 107. Colgo l'occasione per ricordare che la fusione è operativa dal 1° gennaio 2013 e che è attivo anche il sito del "confidone".
Dal sito riporto il medaglione che illustra la mission di Rete Fidi Liguria:
Rete Fidi Liguria nasce il 01 gennaio 2013 dalla fusione dei confidi settoriali Fidimpresa Liguria (industria), Mediocom Liguria (commercio), Cooperfidi Liguria (cooperazione) e con la partecipazione di Confart Liguria (artigianato). Si tratta di un progetto strategico, fortemente voluto dalla Regione Liguria, per razionalizzare l’offerta di garanzie collettive si finanziamenti bancari per le piccole e medie imprese locali, con l’obiettivo di allentare i pesanti vincoli all’accesso al credito che esse si trovano ad affrontare in questa difficile fase congiunturale.
Rete Fidi Liguria mantiene il ruolo di confidi intermediario finanziario iscritto nell'Elenco Speciale ex art.107 T.U.B. già assunto da Fidimpresa.
Le garanzie concesse da Rete Fidi per sostenere la richiesta di finanziamento delle imprese liguri di ogni settore assumono una particolare valenza per il sistema bancario, essendo in grado di costituire un "alleviatore di rischio" secondo quanto previsto dall'accordo comunitario sui requisiti minimi di capitale Basilea 2.
Premetto che parlo da profano, ma non dovrebbe essere questo il modello di confidi da seguire? Mi sembra molto europeo e poco campanilistico e poi è molto piacevole leggere le sigle delle Associazioni di rappresentanza l'una vicina all'altra. Mi sembra sinonimo di forza, di coesione e di lungimiranza. Sbaglio?
RispondiEliminaSi
RispondiEliminaSì, è un modello che ha senso. La fusione è andata in porto perché la Regione, tramite la Filse (finanziaria regionale) ha fatto pressing, dando in cambio risorse per capitale e fondi rischi.
RispondiEliminaE' bello veder le associazioni collaborare, e vedere sigle e firme affiancate in calce ai protocolli di intesa e a documenti programmatici. Nell'operatività normale, sarebbe altrettanto bello che le associazioni lasciassero la giusta autonomia al confidi, come spero che accada.
Sono molto felice che condividiate. Però non mi è chiara una cosa. Se questa è la strada giusta, perché non diviene la strada Maestra per tutti gli altri? Banca d'Italia, non avrebbe dovuto fare un road show in merito? Sapete se ci sono altri casi in Italia come questo ligure?
RispondiElimina@Argeo: se bastasse la ragionevolezza a diffondere un modello, sarebbero cambiate molte cose che invece sono bloccate da anni. In qs caso oltre alla ragionevolezza ci vogliono i soldi, e le persone che si mettono d'accordo, oltre a quelle che fanno funzionare il confidone.
RispondiEliminaIn altre regioni si sono promosse aggregazioni settoriali, in Toscana nell'artigianato, in Emilia Romagna anche nell'industria e nel terziario.
PS: Banca d'Italia non fa roadshow
http://www.regione.liguria.it/giornale-della-giunta/archivio-focus-del-giornale-della-giunta/item/33201-uniti-contro-la-crisi--nasce-il--confidone.html
RispondiEliminama qui si parla di roadshow, allora è stato usato impropriamente?
L'articolo è di maggio, nei mesi successivi il roadshow lei l'ha visto? Le intenzioni della Banca d'Italia sono espresse nei documenti della Banca d'Italia
EliminaComprendo e la ringrazio.
RispondiElimina