Segnalo un breve documento sulle Tranched cover, predisposto da Claudio D'Auria per Moderari, nel quale si confronta l'effetto di leva dei fondi pubblici ottenibile da programmi di tranched cover rispetto ad apporti a capitale dei confidi e a fondi di contro-garanzia.
Parliamo della tecnica che il Fondo centrale applicherà sulle proprie garanzie di portafoglio (vedi le anticipazioni di ieri). Il tema è di attualità.
Moderari prende spunto dalle analisi condotte con riferimento a due importanti operazioni tranched poste in essere da Enti pubblici. Nella prima, realizzata da Veneto Sviluppo, Moderari ha segito un Raggruppamento Temporaneo di Imprese posto in essere da sette Confidi vigilati veneti.
Nella seconda, realizzata da Puglia Sviluppo, Moderari ha operato come consulente della finanziaria regionale nella realizzazione di diverse strutture segmentate aventi come obiettivo il supporto alle PMI.
Che cosa mette in luce la nota di Claudio? Il criterio di confronto tra le diverse soluzioni è il loro effetto leva, ovvero il multiplo dei finanziamenti erogabili a fronte di una dotazione data di fondi pubblici. Alla fine si dimostra che la tranched cover supportata da un 15% di tranche junior e mezzanine (5% di fondi pubblici e 10% di fondi monetari confidi) è la tecnica più efficiente quando la banca erogatrice è autorizzata al metodo IRB avanzato. Claudio ipotizza che con quel supporto si riesca ad ottenere sul rischio senior un coefficiente di rischio pari al minimo del 7% (che con un requisito di capitale minimo dell'8% porta a un assorbimento di capitale dello 0,56% sulla banca erogante IRB).
Penso che non fosse nelle intenzioni dell'autore fare un'analisi approfondita. I casi messi a confronto non mi paiono confrontabili direttamente, in quanto assumono condizioni molto differenziate quanto a livelli di copertura del rischio della banca e di impegno di fondi aggiuntivi rispetto a quelli pubblici. Nel caso della tranched cover con supervisory formula, non si mette in evidenza che l'effetto (iniziale) di abbattimento dei requisiti di capitale dipende non soltanto dalle tranche di supporto, ma anche dalle caratteristiche di rating medio e di granularità del portafoglio prestiti.
Riguardo alle conclusioni formulate nella nota, non condivido quella sugli aspetti problematici della tranched cover, che sarebbero connessi essenzialmente
Vale per me il contrario, che sono le analisi comparative di questo tipo ad avere una semplicità più apparente che reale. E' discutibile partire da un criterio "politico" di corto respiro (il presunto volume di credito addizionale, classico pay off del comunicato stampa della Regione) per mettere sulla bilancia opzioni alternative che sono come mele e pere, e arrivare a decisioni convalidate da presunti motivi tecnici.
Una conclusione semplice c'é: non esistono pranzi gratis. Se una forma di intervento produce una leva molto maggiore, è probabile che l'analisi abbia trascurato dei fattori di rischio o di costo, a meno che ci sia un Pantalone che mette la firma (come avviene per la garanzie del Fondo centrale Pmi), o qualche falla delle regole prudenziali (ad esempio, il coefficiente di rischio minimo del 7% sulle tranche senior, destinato ad essere innalzato al 20%, vedi consultazione in corso a Basilea).
Un intervento deve essere valutato nel suo impatto di medio periodo. Se nell'intervento sono coinvolti degli intermediari (finanziarie regionali, confidi, banche) occorre stimare la sostenibilità dell'intervento sui loro bilanci. La definizione di una rete di erogazione (basata su finanziarie regionali, confidi, banche) non è contingente, ma strutturale: deve essere una rete robusta ed efficiente, e quando si è deciso di utilizzarla occorre farla lavorare assicurando volumi equilibrati e compensi equi. Non si deve rimettere in discussione tutto ad ogni nuovo stanziamento. Se la rete è inefficiente lo si vede a distanza di un miglio, non c'è bisogno di fare il fine tuning dei moltiplicatori. Se si usano reti in concorrenza tra loro (ad esempio confidi e garanzie dirette) devono essere robuste tutt'e due, non si devono tenere per non scontentare nessuno, ma perché rispondono a obiettivi diversi e/o si fanno una sana concorrenza.
Tutti questi ragionamenti sono eclissati quando la questione si riduce a come ottenere la leva più lunga. E' lì che si rischia di fare pubblicità ingannevole.
Non voglio certo attribuire a Claudio D'Auria questo intento. Il suo messaggio veicola informazioni sostanzialmente corrette. Il salto di qualità lo devono fare gli enti che dispongono delle preziose (oggi più che mai) risorse pubbliche, e devono spenderle con criterio, e migliorare i criteri man mano che le spendono.
Parliamo della tecnica che il Fondo centrale applicherà sulle proprie garanzie di portafoglio (vedi le anticipazioni di ieri). Il tema è di attualità.
Moderari prende spunto dalle analisi condotte con riferimento a due importanti operazioni tranched poste in essere da Enti pubblici. Nella prima, realizzata da Veneto Sviluppo, Moderari ha segito un Raggruppamento Temporaneo di Imprese posto in essere da sette Confidi vigilati veneti.
Nella seconda, realizzata da Puglia Sviluppo, Moderari ha operato come consulente della finanziaria regionale nella realizzazione di diverse strutture segmentate aventi come obiettivo il supporto alle PMI.
Che cosa mette in luce la nota di Claudio? Il criterio di confronto tra le diverse soluzioni è il loro effetto leva, ovvero il multiplo dei finanziamenti erogabili a fronte di una dotazione data di fondi pubblici. Alla fine si dimostra che la tranched cover supportata da un 15% di tranche junior e mezzanine (5% di fondi pubblici e 10% di fondi monetari confidi) è la tecnica più efficiente quando la banca erogatrice è autorizzata al metodo IRB avanzato. Claudio ipotizza che con quel supporto si riesca ad ottenere sul rischio senior un coefficiente di rischio pari al minimo del 7% (che con un requisito di capitale minimo dell'8% porta a un assorbimento di capitale dello 0,56% sulla banca erogante IRB).
Penso che non fosse nelle intenzioni dell'autore fare un'analisi approfondita. I casi messi a confronto non mi paiono confrontabili direttamente, in quanto assumono condizioni molto differenziate quanto a livelli di copertura del rischio della banca e di impegno di fondi aggiuntivi rispetto a quelli pubblici. Nel caso della tranched cover con supervisory formula, non si mette in evidenza che l'effetto (iniziale) di abbattimento dei requisiti di capitale dipende non soltanto dalle tranche di supporto, ma anche dalle caratteristiche di rating medio e di granularità del portafoglio prestiti.
Riguardo alle conclusioni formulate nella nota, non condivido quella sugli aspetti problematici della tranched cover, che sarebbero connessi essenzialmente
alla complessità (più apparente che reale) della struttura e dei suoi meccanismi interni rispetto a modalità più semplici ma meno efficaci.
Vale per me il contrario, che sono le analisi comparative di questo tipo ad avere una semplicità più apparente che reale. E' discutibile partire da un criterio "politico" di corto respiro (il presunto volume di credito addizionale, classico pay off del comunicato stampa della Regione) per mettere sulla bilancia opzioni alternative che sono come mele e pere, e arrivare a decisioni convalidate da presunti motivi tecnici.
Una conclusione semplice c'é: non esistono pranzi gratis. Se una forma di intervento produce una leva molto maggiore, è probabile che l'analisi abbia trascurato dei fattori di rischio o di costo, a meno che ci sia un Pantalone che mette la firma (come avviene per la garanzie del Fondo centrale Pmi), o qualche falla delle regole prudenziali (ad esempio, il coefficiente di rischio minimo del 7% sulle tranche senior, destinato ad essere innalzato al 20%, vedi consultazione in corso a Basilea).
Un intervento deve essere valutato nel suo impatto di medio periodo. Se nell'intervento sono coinvolti degli intermediari (finanziarie regionali, confidi, banche) occorre stimare la sostenibilità dell'intervento sui loro bilanci. La definizione di una rete di erogazione (basata su finanziarie regionali, confidi, banche) non è contingente, ma strutturale: deve essere una rete robusta ed efficiente, e quando si è deciso di utilizzarla occorre farla lavorare assicurando volumi equilibrati e compensi equi. Non si deve rimettere in discussione tutto ad ogni nuovo stanziamento. Se la rete è inefficiente lo si vede a distanza di un miglio, non c'è bisogno di fare il fine tuning dei moltiplicatori. Se si usano reti in concorrenza tra loro (ad esempio confidi e garanzie dirette) devono essere robuste tutt'e due, non si devono tenere per non scontentare nessuno, ma perché rispondono a obiettivi diversi e/o si fanno una sana concorrenza.
Tutti questi ragionamenti sono eclissati quando la questione si riduce a come ottenere la leva più lunga. E' lì che si rischia di fare pubblicità ingannevole.
Non voglio certo attribuire a Claudio D'Auria questo intento. Il suo messaggio veicola informazioni sostanzialmente corrette. Il salto di qualità lo devono fare gli enti che dispongono delle preziose (oggi più che mai) risorse pubbliche, e devono spenderle con criterio, e migliorare i criteri man mano che le spendono.
Che notizie si hanno sull'andamento della Tranched Cover multibanca del Trentino?
RispondiEliminaE' un'operazione orchestrata dalla Cassa centrale delle casse rurali, tecnicamente non complicata. Mi pare che sia andata secondo i piani (non ho informazioni precise)
RispondiEliminaGrazie Luca, del tuo commento. In realtà l'intento del lavoro era quello di dimostrare la relativa maggiore efficacia delle strutture tranched rispetto ad altre modalità di intervento pubblico. Ovviamente è difficil confrontare strutture molto diverse e penso che nel lavoro fosse chiaro che questo confronto era da prendere con molta cautela sia per la diversità delle strutture sia per le ipotesi sottostanti, le quali possono cambiare le valutazioni finali.
RispondiEliminaCiononostante, io sono convinto che gli Enti pubblici devono poter disporre della possibilità di mettere a confronto interventi di tipo diverso, in termini di efficacia e non solo in termini di evidenza politica.
Quindi, ho ritenuto che fosse un buon servizio dare una serie di elementi che possano portare i policy maker a fare le scelte più opportune, pur avendo presente la difficoltà di confrontare interventi di tipo diverso.
Grazie a te Claudio della precisazione.
RispondiEliminaQuali sarebbero in sostanza gli interventi che il settore pubblico dovrebbe adottare per sostenere, in maniera efficace ed efficiente, il settore confidi nel lungo periodo? In altre parole, quale indirizzo dare ai policy maker in questa campagna elettorale?
RispondiEliminaComplimenti al DR. D'Auria, chiaro ed esauriente. Approfitto per chiedere notizie sul l'operazione del Veneto. Ma è vero che Veneto Sviluppo sta lavorando su una forma di riassicurazione? Di che si tratta? Ma non è roba vecchia? Perché invece la regione non ha ricapitalizzato i confidi? Chi ne sa qualcosa? Cosa c'è dietro?
RispondiEliminaComplimenti al DR. D'Auria, chiaro ed esauriente. Approfitto per chiedere notizie sul l'operazione del Veneto. Ma è vero che Veneto Sviluppo sta lavorando su una forma di riassicurazione? Di che si tratta? Ma non è roba vecchia? Perché invece la regione non ha ricapitalizzato i confidi? Chi ne sa qualcosa? Cosa c'è dietro?
RispondiEliminaSul Veneto, nessuno sa darmi informazioni?
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