venerdì 5 luglio 2013

Comitato di Basilea: consultazione sul trattamento dei fondi di investimento detenuti dalle banche

In un periodo dominato dalla preoccupazione del deleveraging bancario, c'è grande interesse per i canali di finanziamento basati sui mercati dei titoli e/o su altri intermediari che rientrano nella zona vasta e non priva di ombre (letteralmente) nota come shadow banking. Capita a fagiolo una consultazione avviata dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria: Capital requirements for banks' equity investments in funds - consultative document.
La consultazione mette al centro il rischio che si annida in un veicolo di investimento che rischia di essere una black box per le metriche di rischio di Basilea. Pensiamo a un credit fund, cioè a un fondo chiuso che investe in titoli obbligazionari non quotati o quote di prestiti. Il rischio può essere influenzato dal rating medio del portafoglio, dalla sua concentrazione, dal ricorso del fondo al debito (anche il fondo può fare leverage). Se poi le quote sono differenziate per seniority si aggiunge il rebus dell'effetto tranching. La banca investitrice conosce questi profili?
La trasparenza assoluta (look-through approach) non è possibile con un veicolo di investimento gestito da terzi. Il Comitato prevede quindi tre approcci graduati che applicano requisiti man mano più severi al crescere dell'opacità del "contenuto" del fondo.
In proposito, ricordo che in Italia il MiSE è fortemente impegnato (lo ha detto il Capo della Segreteria Tecnica  Stefano Firpo a Basilea 3 2013) a mobilitare investimenti verso fondi di credito che investono in minibond. Potrebbe essere concessa qualche forma di garanzia statale sugli attivi di questi veicoli.

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