Nel testo della Legge di stabilità approvato dal Senato ho notato una frase (non presente per un errore di file nell'emendamento sul sito del Senato) nel comma relativo al Fondo per la ricapitalizzazione dei confidi. La frase prevede un'autorizzazione della Commissione Europea ai fini delle norme sugli aiuti di Stato. Evidenzio il passaggio in grassetto nel comma relativo al Fondo confidi:
Un altro ostacolo non banale da superare, che si aggiunge alle perplessità del Sistema camerale e alla delusione dei confidi, che speravano in un "pronto intervento" commisurato allo stock di garanzie in essere (vedi i passaggi finali di questo post).
I confidi dovranno dimostrare di tenerci molto a questo aiuto e fare i tripli salti mortali con i loro sponsor (Unioncamere e Fondo centrale) per portarlo a casa. Vediamo cosa succederà nel dibattito alla Camera.
15-octies. Al fine di favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, sono destinati in parti uguali una quota del diritto annuale di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un ammontare complessivo di euro 100 milioni di euro per l'anno 2014, 150 milioni di euro per l'anno 2015 e 200 milioni di euro per l'anno 2016 per costituire un Fondo presso Unioncamere con la finalità di patrimonializzare i Confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia ovvero i Confidi che realizzeranno operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia, nei successivi 24 mesi dalla data di pubblicazione della presente legge. Previa autorizzazione della Commissione europea, con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottate le disposizioni di attuazione del presente comma e definiti i requisiti di accesso per i confidi.Gli uffici del MEF e del MiSE che hanno seguito la stesura dell'emendamento (mi è giunta voce) sono molto sensibili al rischio di infrazione delle regole UE per un provvedimento non direttamente collegato a specifici programmi di erogazione come è appunto l'apporto di capitale. Di qui la previsione di una notifica a Bruxelles, e conseguente (sperata) autorizzazione ad hoc del regime di aiuto. Non so come si potrà in 90 giorni avere il nulla osta europeo e approvare le disposizioni di attuazione (che dovranno essere scritte prima per sottoporle alla Commissione Europea).
Un altro ostacolo non banale da superare, che si aggiunge alle perplessità del Sistema camerale e alla delusione dei confidi, che speravano in un "pronto intervento" commisurato allo stock di garanzie in essere (vedi i passaggi finali di questo post).
I confidi dovranno dimostrare di tenerci molto a questo aiuto e fare i tripli salti mortali con i loro sponsor (Unioncamere e Fondo centrale) per portarlo a casa. Vediamo cosa succederà nel dibattito alla Camera.
Tutti i Confidi potranno usufruire della misura sulla patrimonializzazione non appena sarà inserita la modifica alla legge di stabilità proposta dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari. E' stata la stessa rappresentante del Governo ad illustrarmi la novità nel corso di un incontro svoltosi presso il MISE.
RispondiEliminaLa modifica, elaborata anche sulla base delle indicazioni fornite dall'associazione delle piccole e medie imprese, riguarda l'articolo 33 del disegno di legge che prevedeva inizialmente solo “misure volte a favorire i processi di crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia”. Infatti è stato aggiunto l'articolo 33-bis che recita testualmente: “Una somma pari a 70 milioni di euro per l'anno 2014, a 70 milioni di euro per l'anno 2015 e 70 milioni di euro per l'anno 2016 è destinata dal sistema delle Camere di Commercio al sostegno dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il rafforzamento dei Confidi, ivi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, anche utilizzando una quota della dotazione annuale del fondo di perequazione di cui all'articolo 18, comma 9 della legge 29 dicembre 1993, n.580, così come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n.23. I criteri e le modalità di attuazione e di monitoraggio del presente comma sono definiti con il decreto di cui all'articolo 18, comma 9 della precitata legge 29 dicembre 1993, n.580".
Si tratta di un impegno importante che fa seguito alla promessa che il sottosegretario Vicari aveva annunciato lo scorso 26 ottobre durante l'inaugurazione del nuovo Centro Direzionale di pmiRagusa e Multifidi di Comiso (Rg). Per questo non possiamo che esprimere un plauso alla senatrice Vicari non solo per avere mantenuto la promessa ma per la grande attenzione dimostrata verso le PMI in questo momento di estrema difficoltà. I Confidi in Italia sono 543 di cui solo 57 sono sotto la vigilanza della Banca d’Italia. I Confidi non sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia sono la stragrande maggioranza e sono quelli più radicati, che hanno il contatto maggiore con il territorio. Ecco perché la proposta del sottosegretario Vicari assume un'importanza straordinaria e non può che ricevere il nostro apprezzamento. L'auspicio è che il testo possa essere approvato definitivamente senza ulteriori modifiche per potere dare il via concretamente ad un'azione che ritengo fondamentale per la sopravvivenza dei Confidi non vigilati.
Roberto Biscotto
vice presidente pmiSicilia
Dottor Biscotto, la ringrazio per l'informazione e mi permetto di riprenderla con un post apposito domani.
RispondiElimina