Il Mattino di Sicilia, riprendendo il comunicato messo sul sito di Fidimpresa Confidi di Sicilia, presenta il nuovo CdA del confidi industriale siciliano, eletto dall'Assemblea dei soci convocata per il 30 gennaio. Ecco la news:
Un elemento importante che emerge dal caso Fidimpresa è che i "107" cancellati dall'elenco speciale per criticità emerse dall'ispezione della Banca d'Italia non sono ipso facto cancellati dall'elenco generale, sezione speciale art. 155 c.4. Hic manebimus optime. Se le cose stanno così. allora possono "rifarsi una vita" come confidi non vigilati? Pare di sì.Ricordo invece che nel caso dell'altro confidi cancellato dall'elenco ex art 107 (Sinvest), l'esito è stato più traumatico: l'assemblea straordinaria ha deliberato la messa in liquidazione.
Perché questa diversità di percorso?
Non so rispondere con certezza. Potrebbe esserci una spiegazione politica, legata a fattori associativi o territoriali? Non chiedetela a me. Dal punto di vista tecnico, forse la discriminante sia la consistenza del patrimonio residuo, al netto delle rettifiche sollecitate dai rilievi degli ispettori.
Ribadisco che l'esperienza di Sinvest e Fidimpresa Sicilia è preziosissima. Di riposizionamenti e sistemazioni come queste ne vedremo delle altre, il quadro normativo è poco chiaro (a parte il fatto che è in cronica prorogatio), e sapere come può andare a finire la storia nei due casi già capitati è importante. Magari sono ipotizzabili altre vie di soluzione nei casi futuri. E le vie di soluzione interessano anche ai confidi vigilati che potrebbero trovarsi sotto la nuova, più elevata, soglia dimensionale per l'ammissione,all'elenco speciale di cui si è discusso l'estate scorsa (se mai sarà toccata).
Se gli amici che hanno vissuto in prima persona queste esperienze ci dicono qualcosa nei commenti, ci fanno un grosso regalo.
Fidimpresa Confidi di Sicilia riparte dal nuovo Consiglio d’amministrazione, che passa da undici a cinque membri ed è presieduto dall’imprenditore catanese Alfio Baudo. La vicepresidenza è affidata all’esponente degli imprenditori ennesi Nino Grippaldi e a completare il consiglio sono i rappresentanti scelti dalle imprese socie di Siracusa e Ragusa, Domenico Cutrale e Salvatore Molè, e il tecnico Salvatore Calà.L’elezione del Cda segue le assemblee che tra dicembre e gennaio si sono svolte sotto la guida del Collegio sindacale composto da Carmela Ficara, Giombattista Di Blasi e Rino Astorina – definendo, a grandissima maggioranza, gli ambiti di Fidimpresa.“A due mesi – ha spiegato il presidente Baudo – dal provvedimento di Banca d’Italia che aveva decretato l’uscita del Confidi dall’elenco speciale degli intermediari 107, gli azionisti di Fidimpresa hanno tempestivamente adottato tutti i provvedimenti di salvaguardia dell’ingente patrimonio posto a garanzia degli affidamenti concessi dalla banche alle imprese socie del Consorzio”.“Fidimpresa – ha aggiunto Baudo – potrà dunque esercitare al meglio le attività di garanzia a favore delle imprese socie, facendo altresì tesoro delle indicazioni di Banca d’Italia. Così, forte di una politica di sviluppo e buone pratiche, Ci presentiamo alle imprese siciliane come il più rappresentativo, organizzato, indipendente ed economicamente forte Confidi 106”.Come è noto, Fidimpresa è stato cancellato dall'Elenco speciale lo scorso novembre. Il nuovo CdA, più snello, dovrebbe favorire il rilancio dell'attività come confidi "106", valorizzando un patrimonio che dovrebbe essere ancora cospicuo, nonostante le rettifiche riscontrate in sede ispettiva. C'è un fatto curioso: Fidimpresa-neo106 fa proprie alcune delle raccomandazioni fatte dalla Vigilanza a Fidimpresa-già 107, a cominciare dalla cura dimagrante del CdA (ridotto da 11 a 5 membri, ma sempre con grande attenzione alla tutela delle rappresentanze territoriali).
Un elemento importante che emerge dal caso Fidimpresa è che i "107" cancellati dall'elenco speciale per criticità emerse dall'ispezione della Banca d'Italia non sono ipso facto cancellati dall'elenco generale, sezione speciale art. 155 c.4. Hic manebimus optime. Se le cose stanno così. allora possono "rifarsi una vita" come confidi non vigilati? Pare di sì.Ricordo invece che nel caso dell'altro confidi cancellato dall'elenco ex art 107 (Sinvest), l'esito è stato più traumatico: l'assemblea straordinaria ha deliberato la messa in liquidazione.
Perché questa diversità di percorso?
Non so rispondere con certezza. Potrebbe esserci una spiegazione politica, legata a fattori associativi o territoriali? Non chiedetela a me. Dal punto di vista tecnico, forse la discriminante sia la consistenza del patrimonio residuo, al netto delle rettifiche sollecitate dai rilievi degli ispettori.
Ribadisco che l'esperienza di Sinvest e Fidimpresa Sicilia è preziosissima. Di riposizionamenti e sistemazioni come queste ne vedremo delle altre, il quadro normativo è poco chiaro (a parte il fatto che è in cronica prorogatio), e sapere come può andare a finire la storia nei due casi già capitati è importante. Magari sono ipotizzabili altre vie di soluzione nei casi futuri. E le vie di soluzione interessano anche ai confidi vigilati che potrebbero trovarsi sotto la nuova, più elevata, soglia dimensionale per l'ammissione,all'elenco speciale di cui si è discusso l'estate scorsa (se mai sarà toccata).
Se gli amici che hanno vissuto in prima persona queste esperienze ci dicono qualcosa nei commenti, ci fanno un grosso regalo.
Non conosco la situazione di Sinvest, per Fidimpresa, la discriminante è nella notevole consistenza residua del patrimonio, oltre 10 mln di Euro, al netto e dopo gli accantonamenti prudenziali richiesti dalla Vigilanza. Altra considerazione riguarda il fatto che l'80% delle garanzie residue (circa 60 mln) erano a valere su fondi cappati e non su patrimonio. Bene hanno fatto quindi le assemblee nel rinnovare totalmente il CDA e nel deliberare di continuare l'attività del confidi come non vigilato.
RispondiEliminaSaluti,
g.curella (ex DG )
Quali furono le ragioni della cancellazione di Fidimpresa dall'elenco dei 107?
RispondiEliminaRingrazio moltissimo il dott. Curella per aver risposto al mio invito a condividere l'esperienza (nei limiti della riservatezza e con molta serenità).
RispondiEliminaCaro Sapio, dirò qualcosa in più il 26 p.v. al convegno RES, di Firenze.
RispondiEliminaGrazie Luca per l'opportunità di dibattito che crei. Di certo Fidimpresa e Sinvest insegnano che la vigilanza di Bankit da un lato costringe ad una innalzamento qualitativo dell’organizzazione i confidi che originariamente nascono da associazioni di categorie avvolte molto ristrette o limitate nel territorio, dall’altro obbliga al rispetto di requisiti fondamentali quali, solo a titolo di esempio, una adeguata soglia di attività finanziaria e di patrimonio di vigilanza. Dopo i colloqui con il Direttore di Sinvest posso dire che nel loro caso mancava il requisito patrimoniale (Michele se vorrà potrà essere più preciso), nel nostro caso la problematica è legata all'ammontare delle garanzie che si è notevolmente ridotto dopo l'allineamento del portafoglio con le banche. Come scrive Luca noi confidi non più 107 stiamo "sperimentando" il nuovo contesto normativo e probabilmente apriremo la strada ad altre situazioni simili. Ovviamente l’esperienza maturata da 107 non si accantona, anzi ….il ns nuovo Presidente, L'amministratore Delegato (entrambi presenti al Convengo Res) e tutta la nuova ristretta Governance stanno lavorando per posizionare Fidimpresa come un confidi 106 strutturato ed organizzato che intende adottare rapidamente tutti i provvedimenti di salvaguardia dell’ingente patrimonio posto a garanzia degli affidamenti concessi dalle banche alle imprese socie del Consorzio
RispondiEliminaRaffaella Vittoria
Carissimo Prof, certamente le ispezioni di Bankit costituiscono un nuovo momento di confronto e di verifica dell'evoluzione del sistema dei Confidi. I casi Sinvest e Fidimpresa potranno essere, infatti, case -history utili alle future scelte singole e di sistema.
RispondiEliminaCredo di poter affermare che i due casi sono sostanzialmente diversi e che le cause della cancellazione dall'elenco speciale lo siano altrettanto.
Posso contribuire, se mi è consentito (La ringrazio per il suo sforzo aggregativo) , a chiarire meglio gli eventi che hanno determinato la modificazione dell'assetto di Fidimpresa, essendone stato Amministratore delegato e Presidente all'epoca delle fusioni (Catania, Enna, Ragusa, Siracusa) e dell'iscrizione nell'elenco speciale dei Confidi vigilati.
I problemi di Fidimpresa possono certamente essere individuati nella debolezza della governance sopravvenuta e consolidata negli ultimi 18 mesi. Nulla di più, pur se determinante.
RispondiEliminaParadossalmente, infatti, alcuni elementi di forza si sono trasformati in debolezza. Mi riferisco alla pletorica composizione del CdA ritenuta nel passato garanzia di rappresentanza dei vari territori, alla sopravvenuta assenza di leadership ed al conseguente insorgere di contrasti interni stimolati da potenziali interessi distanti da quelli generali. Tale condizione ha generato disordine, mancanza di riferimenti forti, perdita di visione e conseguente alimentazione di strategie di sviluppo.
Non è poco, ma proprio questo ha consentito di incardinare una reazione positiva forti di una elevata e consolidata patrimonializzazione (confermo quanto scritto da P. Curella) e di una struttura interna che in questi anni ha innalzato sensibilmente il grado di professionalità necessaria.
Nel giro di appena due mesi (il tempo necessario per dar corso agli adempimenti statutari), i soci hanno determinato una radicale inversione di tendenza, fondata sulla competenza e sulla concretezza degli asset della società.
RispondiEliminaNessun vuoto normativo, infatti, poteva essere addotto quale motivazione per la cancellazione di Fidimpresa dal mercato !
Banalmente, Bankit ha decretato la cancellazione dall'elenco speciale in quanto ha valutato come non più soddisfatti i requisiti necessari, ma non ha mai accennato alla gogna della chiusura, non essendovi alcuna ragione.
Così i soci di Fidimpresa hanno deciso di continuare legittimamente l'attività, da Confidi minore, ha sostituito interamente la governance, ha determinato che il numero dei componenti fosse drasticamente ridotto; insomma ha snellito rimettendo in carreggiata il proprio Confidi.
E' stato, obiettivamente, impegnativo far comprendere al sistema bancario che certi atteggiamenti andavano censurati, alla Regione Siciliana che determinate decisioni assunte frettolosamente andavano immediatamente revocate, ai soci garantiti che potevano rassicurarsi grazie al sostegno puntuale che si è avviato, caso per caso, immediatamente dopo l'insediamento del nuovo CdA.
Quello dei Confidi è un mondo delicato, di nicchia, molto specialistico e non lasci spazi alle incompetenze e alla superficialità.
Questo il messaggio che ha dato coerentemente Banca d'Italia e che Fidimpresa ha voluto raccogliere come il più saggio dei suggerimenti e come tesoro su cui sviluppare il proprio futuro, in cui si crede ancora fermamente, nonostante la contingenza del periodo storico.
La snellezza, l'umiltà e la capacità operativa del nuovo gruppo dirigente sta già dimostrando quella netta inversione di tendenza auspicata dai soci e sono convinto, pertanto, che sarò in grado di produrre iniziative importanti e significative nel segno che ha già posto, in passato, Fidimpresa quale soggetto promotore di innovazione e di case-history di successo.
Me lo auguro per ciò che ho speso per questo Confidi, me lo auguro per il sistema delle imprese che ne fanno parte e per il nostro territorio che ha costante bisogno di forti punti di riferimento.
Restando a Sua disposizione per ogni approfondimento, all'occasione di incontrarLa magari al prossimo evento programmato a Firenze.
Cari saluti.
Seby Costanzo
Ci sono stati impatti per il "declassamento" delle "garanzie 107" a "garanzie 106" già in essere da parte delle banche?
RispondiEliminaGrazie al dott. Costanzo per la sua articolata (e appassionata) ricostruzione del caso Fidimpresa di cui commento tre passaggi:
RispondiElimina- pare, dal racconto di Seby Costanzo, che le fusioni prodromiche all'iscrizione come 107 abbiano prodotto spinte disgreganti sulla governance e sul potenziale di sviluppo del confidi; come evitare ciò? Questi problemi dimostrano che è rischioso fondere realtà locali, che piccolo è bello? In questo caso è accaduto, ma la "cura Banca d'Italia" forse ha fatto capire che si può operare bene anche con una struttura non localistica, con una catena di comando corta;
- allora la cura Banca d'Italia può essere utile anche ai 106! Tuttavia, diventa un po' massacrante sottoporsi alla cura iscrivendosi all'elenco 107 e poi tornare tra i 106; forse l'idea di una supervisione non soltanto notarile da parte dell'Organismo gestore dell'elenco dei minori potrebbe essere salutare per il sistema;
- la "gogna della chiusura" è un'espressione inappropriata; forse molti ragionano in questi termini (come si spiega altrimenti che non ho trovato altri posti in rete nei quali si sia parlato della cancellazione di un confidi 107?); nessuna gogna, si possono subire delle perdite che pregiudicano la continuità gestionale, e la liquidazione può essere la via di soluzione più sensata; a testa alta, però.
Mi permetto di toccare il terzo punto perché se non superiamo questa visione "stigmatizzante" a priori delle situazioni di crisi dei confidi non potremo mai affrontarle a viso aperto, e nemmeno prevenirle o evitarle.
Dimenticavo: arrivederci a Firenze, dott. Costanzo!
RispondiElimina@ Sergi :ricordo che in questo momento le garanzie dei 106 o dei 107 hanno lo stesso (nessun) valore (causa downgrading Italia).
RispondiEliminaPer il resto non trovo convincente il racconto delle cause della cancellazione. Che la BdI si precipiti a cancellare un 107 dall'elenco perché le sue garanzie sono scese sotto il limite non mi persuade. Come non mi persuade che il Confidi possa tranquillamente continuare ad operare senza passare per una liquidazione da 107 e rifondazione come 106.
Alla domanda di Sergi rispondo no, non ci sono stati impatti che non siano stati chiariti.
RispondiEliminaCon Sapio.mr concordo sulla equivalenza dell'attribuzione di valore alle garanzie da parte delle banche, ma non avevo alcuna pretesa sul convincerlo circa le cause di cancellazione di Fidimpresa dall'elenco 107 e sulla prosecuzione delle proprie attività. I fatti sono fatti.
Al Prof. Erzegovesi, arrivederci a Firenze, ci sarò, per imparare ancora.
C'è un documento ufficiale e pubblico dal quale si deducano le cause della cancellazione di Fidimpresa dai 107?
RispondiEliminaConcordo sul commento precedente, e' davvero inspiegabile l'impossibilità di leggere i documenti ufficiali di Bankitalia. Si pensi ad Eurofidi che a distanza di anni n'è' l'azionista di riferimento n'è le banche partecipanti hanno letto il report della Banca Centrale, tenuto ben nascosto dalla Dirigenza per nascondere i gravi deficit di cui è si è' resa responsabile. Del resto i risultati si vedono ora senza possibilità di equivoco: licenziamenti, cassa integrazione, bilanci devastanti, impossibilità di prestare garanzie senza Fondo Centrale. Sarebbe interessante capire le motivazioni con buona probabilità contenute nella relazione ispettiva.
RispondiEliminaA. Biasion
I documenti della Banca d'Italia indirizzati a un unico intermediari sono riservati. Aggiungo, fortunatamente. Perchè riguardano quella azienda e non devono formare oggetto di dibattito da parte di altri.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la situazione di Sinvest, in quel caso la cancellazione è dipesa esclusivamente dall'entità dei maggiori accantonamenti per il credito deteriorato che hanno determinato a una riduzione del patrimonio di base a zero con la conseguenza che anche il patrimonio supplementare non poteva essere più computabile. In linea generale, però, sono rimasto sorpreso dal fatto che la Banca d'Italia abbia cancellato i confidi dall'elenco speciale (quindi non li vigila più), ma consente loro di operare come confidi 106 (quindi, senza più nessuna vigilanza). Mi sembra un tipico comportamento che incentiva il Moral Hazard: meno controlli, meno rischi. Sinceramente, resto basito. Ancora di più sono sorpreso dal fatto che tarda così tanto la riforma del Titolo V che un minimo di vigilanza per i confidi minori dovrebbe prevederla. Così restano due comparti, uno dei confidi vigilati esposti a maggiori costi, rischi di sanzioni, rischi di cancellazioni, ecc.; l'altro privo di qualsiasi controllo e di qualsiasi rischio (tranne quello di andare in galera se la si fa veramente troppo grossa). Questa alterazione della concorrenza è assolutamente negativa per il complessivo comparto dei confidi e vorrei che i 107 si facessero sentire nelle sedi istituzionali per fare presente che così non è possibile continuare.
A Cla', quando la politica fa contenti gli amici sua e nun je costa 'na lira, che te credi, che se pija er fastidio de fa' l'Organismo?
RispondiEliminaConcordo con Claudio sulla riservatezza, ma forse un racconto generico sulle best practices che vanno cercando potrebbero almeno pubblicarlo ...o no?
RispondiEliminaQuanto ad Eurofidi, non credo si possa sostenere che nessuno sa nulla. Ritengo del tutto improbabile (per non dire incredibile) che il documento non passi in cda, dove siedono quei rappresentanti di cui si parla.
http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/risparmi-nobili-intenzioni-disattese-13347.html
RispondiEliminaVecchio anarchico, quello che si racconta negli ambienti politici piemontesi e' realmente quanto citato nell'articolo di cui sopra.
A. Biasion
Si, peccato che più di una volta questa testata abbia raccontato solo pettegolezzi, sforniti di sostanza
RispondiEliminaHo letto l'articolo. I consiglieri regionali possono anche non essere a conoscenza del verbale (non e' obbligatorio che eurofidi glielo dia). Sono interessati a sapere ? Chiedano all'azionista di eurofidi (finpiemonte), interamente riconducibile alla Regione, e certamente lo avranno. Ma accusare eurofidi di tenerlo in cassaforte ... mi pare un tantino esagerato.
RispondiEliminaComunque valeva la pena di leggere l'articolo anche soltanto per sapere che il capogruppo di Idv in consiglio regionale si chiama Andrea Buquicchio (discendente del nobile casato aragonese dei Buquique).
RispondiEliminaData la debolezza strutturale di Eurofidi (ricapitalizzazione o meno), secondo voi come si comporterà banca italia (che gli aveva assegnato un bel 5 parere sfavorevole dopo l'ispezione)?
RispondiElimina1- lo stoppano subito per deficit patrimoniale
2- la fanno morire lentamente per far attutire il colpo al sistema finanziario
3- vale la regola del too big too fail e si inventeranno qualcosa
La vigilanza BdI sbaglia (ritardi, sottovalutazioni, distrazioni, tolleranze cfr Banca Network e Tercas, e ce ne saranno altre) ma non paga mai. E non se ne può parlare male pena guai peggiori.
RispondiElimina@Turin ...too big to fail ...anche perché i "cocci" resterebbero tutti nelle mani delle banche: a quel punto chi paga le garanzie deteriorate ? ...ora, finche' si tratta di qualche decina di milioni... pazienza, il sistema può attutire il colpo. Ma quando i milioni diventano centinaia ..beh, magari qualcuno riflette.
RispondiEliminaGià oggi è il sistema della banche (le maggiori perlopiu') che tengono in piedi tale Confidi nella speranza ci siano soluzioni per salvare il salvabile in un mare di crediti deteriorati. I tempi per vedere soddisfatte le escussioni delle garanzie sono ormai oltre 30 mesi....e per quelle più recenti la difesa adottata è sempre il Fondo Centrale e le sue norme rigorose. Quest''ultimo è l'ultima frontiera per macinare ancora incasso a fronte di garanzie che non potrebbero più essere prestate ma delle quali c'è assoluta necessità per pagare immani e scellerate spese correnti. L'augurio è che la regia pubblica dopo la due diligence sollevi dall'incarico tutto il management e prenda in mano la gestione che per troppi anni si è dimenticata di affrontare.
RispondiEliminaNon conosco la situazione di Eurofidi, dovremo aspettare il bilancio 2013 per fare delle valutazioni dall'esterno. Il maggior confidi italiano è un caso unico per molti aspetti. Quando si propongono misure di rafforzamento del sistema confidi, come gli interventi di ricapitalizzazione con risorse del Fondo Pmi, sarebbe il caso di ricordarsi che ci sono realtà come Eurofidi e gli altri confidi "maggiori". La distribuzione a pioggia di apporti al capitale auspicata dai confidi (1% dello stock di garanzie) porterebbe ai big una quota consistente delle disponibilità stanziate. I big hanno problemi unici e richiedono (se i problemi sono gravi, spero che non lo siano) delle soluzioni uniche, dei piani di riorganizzazione trasparenti, dove è chiaro chi apporta risorse e a quale titolo.
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