lunedì 26 gennaio 2015

Le norme sul Fondo Pmi nella bozza dell'Investment compact del Governo (stralciate dal decreto-legge n3 del 24/1/2015)

Torno sulle misure riguardanti il Fondo Pmi inserite nel cosiddetto Investment Compact di cui avevo commentato qui le anticipazioni il 16 gennaio. Il Consiglio dei ministri ha discusso il provvedimento nella riunione del 20 gennaio,  e lo stesso giorno è circolata in rete una bozza del provvedimento (ad esempio su questa pagina di formiche.net) che qui vorrei commentare, in particolare nell'articolo 1 intitolato Misura 1 Potenziamento del fondo centrale di garanzia.
Si tratta di una bozza che circolava da tempo, della quale soltanto una piccola parte è entrata nel decreto-legge n. 3 emanato il 24 gennaio 2015 "Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti". Nel decreto sono entrate altre priorità, come la clamorosa abolizione del voto capitario per le banche popolari maggiori e la nuova Societa' di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese. Non so quando sarà ripresa la misura sul Fondo Pmi. Qui commentiamo le proposte contenute nella bozza, che danno un'idea di quel che bolle in pentola.

Il testo della bozza è ricco di rimandi e quindi non è chiarissimo. Nella sostanza l’articolo 1, che più ci interessa, è volto ad estendere (come anticipato) l'ambito di intervento del Fondo centrale di garanzia, ad alcuni canali di finanziamento non bancari. Inoltre, si introducono alcune modifiche alle procedure di funzionamento e alla governance del Fondo.

In dettaglio, al comma 1 si estende l’operatività del Fondo alla concessione di garanzie a favore di imprese di assicurazione e di organismi di investimento collettivo del risparmio, in coerenza con le previsioni dell’art. 22 del Decreto legge 24 giugno 2014, n.91 (c.d. Decreto Competitività). [queste stesse cose sono ripetute nella Misura 2 della bozza, non perfettamente aggiornata].

Il comma 2 estende la possibilità di concessione delle garanzie del Fondo a titoli derivanti da cartolarizzazione che abbiano ad oggetto crediti nei confronti di piccole e medie imprese. Tale estensione prepara i futuri interventi del Fondo a sostegno dell' Asset-Backed Securities Purchase Programme annunciato dalla Banca centrale europea il 2 ottobre scorso, che prevede l’acquisto delle c.d. mezzanine tranche, purché fornite di garanzia statale. La relazione alla bozza precisa che la normativa secondaria dovrà prevedere, tra l’altro, misure idonee ad assicurare l'effettivo trasferimento dei vantaggi della garanzia pubblica alle piccole e medie imprese.

Le disposizioni di cui al comma 3 sono volte a prevedere che soltanto per le operazioni di garanzia diretta valga il vincolo che ne limita la concessione in relazione a prestiti ancora da erogare; in questo modo, implicitamente, si rimuove il vincolo suddetto per quanto riguarda le operazioni su portafogli di finanziamenti (o le garanzie che facciano riferimento a operazioni di cartolarizzazione) che pertanto potranno essere richieste anche su crediti già esistenti. Anche questa modifica è volta a dare immediata operatività alla garanzia sul portafoglio e alla garanzia sulle tranche mezzanine, ed è funzionale all'intervento del Fondo nei programmi BCE di sostegno al credito alle piccole e medie imprese. Questo viene detto in chiaro nella relazione accompagnatoria. Io aggiungerei un altro effetto non meno importante (specialmente dal punto di vista dei confidi): anche per la controgaranzia sarebbe consentita la concessione su prestiti "già erogati"; se le cose stessero così, sarebbero risolti i problemi di ingestibilità dell'iter di rilascio della garanzia confidi + delibera banca + ammissione alla controgaranzia del Fondo che Fabio Cutrera evidenziava nel commento a questo post del marzo 2014. Sempre nell'ottica dei confidi, con la nuova norma sarebbe possibile concedere controgaranzie o garanzie di portafoglio su pool di garanzie confidi anche già in essere, come più volte richiesto dalle associazioni dei confidi (vedi ad esempio l'Audizione di Assoconfidi in Senato del luglio 2014, p. 9).

I commi 4 e 5 concernono i processi di rilascio e valutazione delle garanzie da parte del Fondo. I criteri di valutazione per l’accesso alla garanzia potranno aggiornati periodicamente attraverso l’emanazione di decreti attuativi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si potranno quindi modificare o superare le attuali procedure basate sui modelli di scoring MCC. Qui viene da pensare che il Fondo possa introdurre una valutazione basata su score di rischio (PD e LGD) di terze parti (agenzie di rating o sistemi di informazione creditizia) più che sui rating interni attribuiti dalle banche richiedenti; lo arguisco dal comma 4, che abroga la norma della c.d. Sabatini bis che prospettava l'estensione ad altre operazioni garantite dal Fondo Pmi di una procedura in cui la valutazione dell'ammissibilità alla garanzia pubblica è delegata alla banca erogatrice (come consentito per le operazioni Sabatini), che fa presumere un non gradimento per l'autovalutazione del rischio da parte dell'intermediario che il rischio lo trasferisce al Fondo. il comma 5, inoltre, prevede che i decreti attuativi possano individuare criteri di differenziazione dell’entità della garanzia concessa in funzione della rischiosità delle relative esposizioni attraverso la calibrazione dei coefficienti di accantonamento a valere sulla dotazione del Fondo.

Il comma 6 prevede modifiche alla governance del Fondo: in sostituzione dell’attuale Consiglio di gestione, si prevede l'istituzione di un Comitato in cui, accanto ai membri "pubblici" nominati dai Ministeri e dalle Regioni, ritrovano spazio i rappresentanti delle associazioni delle Pmi dell'industria, del commercio, dell'artigianato (uno per settore), dell'ABI e dei confidi. Nel Consiglio di gestione attualmente previsto (ai sensi della legge di stabilità 2014) erano invece presenti "due esperti in materia creditizia e di finanza d'impresa, designati, rispettivamente, dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'economia e delle finanze su indicazione delle associazioni delle piccole e medie imprese". Parafrasando Bismarck, è passata la linea per cui il credito alle Pmi è troppo importante per lasciarlo agli esperti, meglio che se ne occupino direttamente i rappresentanti delle Pmi. Devono essere bravi, però.

Non è prevista nella bozza qui esaminata la riduzione della quota massima di copertura dall'80% al 50-60%, di cui si parlava nelle anticipazioni di stampa; sarebbe una misura necessaria per liberare risorse a favore dei nuovi interventi, riducendo l'assorbimento di fondi accantonati sulle operazioni tradizionali; forse sarà inserita in stesure successive, o sarà materia trattata dal decreto attuativo del comma 5.

Per quanto riguarda il resto del provvedimento ci sarebbero tanti temi stimolanti da trattare, ma li lascio alla vostra curiosità.

In conclusione, la bozza di decreto prevede una serie di modifiche importanti. Contrariamente ai timori che avevo espresso qui, non tutte le novità sono ispirate dai grandi gruppi bancari e dagli operatori di capital market, anzi l'ultima (comma 6) premia le rappresentanze dei confidi e delle imprese (come avveniva nel "vecchio" Comitato  di gestione). Se poi è giusta la mia interpretazione del comma 3, i confidi potrebbero ottenere dal Fondo controgaranzie (e magari garanzie di portafoglio) su operazioni "già erogate".

Se mai questa bozza diventasse legge, la produzione dei decreti attuativi sarebbe delicata e complessa. Come accennavo commentando le anticipazioni, i nuovi interventi "di portafoglio", sia quelli a favore di investitori non bancari privati, sia quelli a supporto degli acquisti di ABS da parte della BCE, pongono due problemi cruciali: la quantità di fondi da allocare, e la stima (e adeguata copertura) dei rischi assunti dal Fondo. In particolare la concessione di garanzie (presumo di ultima istanza e senza cap) sulle tranche mezzanine di ABS acquistate dalla BCE comporta un rischio elevato e incerto (sto lavorando a un nuovo paper su cartolarizzazioni e Basilea III,  e lì sarò più preciso sulla questione).
Anche i decreti tecnici su criteri e procedure di valutazione e ponderazione possono prendere direzioni molteplici, e i diversi utenti del Fondo hanno interessi e visioni non sempre convergenti.

Ad ogni modo, è positivo che il Fondo sia investito da nuove idee e fattori di cambiamento. E' importante che siano ben vagliate e trovino una sintesi che difenda l'interesse comune a conservare uno strumento solido, che fa quello che promette.


12 commenti:

  1. Continuano a vendere il FCG come la panacea di tutti i mali mentre per gli addetti ai lavori è chiaro che così come è non funziona: ad oggi sono state pagate circa il 30% delle richieste di escussione di banche e confidi dalla nascita del Fondo: ma quale prima richiesta che pondera???
    Prima che venga fatta una puntata di report non credete sia opportuna una forte operazione trasparenza??!!

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  2. Giusto Sergio, il Fondo è stato usato come una panacea e come una bandiera. Ha alimentato un flusso imponente di nuove operazioni (e questo è piaciuto alla politica, alle reti commerciali che le hanno originate e anche al Gestore che trae da lì i suoi maggiori ricavi). Del flusso da nuove erogazioni sappiamo tutto, più o meno ogni mese. Sappiamo meno degli stock: ogni qualche mese escono dati sul residuo garantito, ma non ripartito per classi di rischio. Sulle escussioni raccolgo da anni voci non ufficiali (come la tua) che lamentano ritardi e revoche dalla frequenza sospetta.
    Alla fine lo strumento Fondo Pmi era e rimane e importante per i volumi mobilitati, e ha fatto molto per ridurre gli assorbimenti di capitale di banche e intermediari vigilati (sulle pratiche garantite, finché rimangono in bonis). Quanto sia stato efficace nell'assorbire rischio ex post, e a favore di chi, non abbiamo gli elementi per dirlo.
    Sì, sarebbe opportuna una forte operazioni trasparenza, specialmente se nei prossimi anni si vuole far lavorare il Fondo ancora di più e su fronti nuovi.

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  3. Io credo che in questi ultimi due anni il fondo sia stato trasformato in una Bad bank per i maggiori Istituti, con l'inconsapevole benedizione della politica.

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  4. I vantaggi sicuri che il Fondo ha assicurato sono il risparmio di assorbimento patrimoniale e la riduzione degli accantonamenti sui prestiti sulle pratiche in bonis e su quelle deteriorate (salvo il caso di revoca della garanzia su queste ultime).
    Che sia servito per trasferire massicce perdite su crediti, a maggior vantaggio di alcuni piuttosto che di altri, non possiamo dirlo con i dati pubblici.

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  5. Nulla di rilevante da dire, se non un felice BENTORNATO ed un sincero augurio di BUON ANNO !! ...sicuramente migliore di come si è chiuso il 2014.
    Qui, tutti ancora vivi, nonostante l'ispezione. Atteso rapporto, per valutare le quantità di plasma necessarie.
    Passo e chiudo, Professore.

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  6. ...anzi, si. Una notizia di colore ce l'ho. Fiditoscana ha affidato a PraxiExecutive di Torino la ricerca e selezione del Direttore Generale (6 anni di contratto, 3 + 3). Magari si potrebbe candidare ...il nome che penso lo indovini lei.

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  7. Caro Enrico, un affettuoso bentornato anche a lei. La trovo come sempre molto arguto. E spero che l'emoteca (con la 'm') sia ben rifornita ...

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  8. Avv. Olivieri, vediamo se indovino. A breve sara' disponibile ex Direttore Generale di un importante confidi italiano. Lo vanno a cercare sul suo terreno di gioco e per di piu' si avvicinerebbe alla sua terra di origine.

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  9. Professore, l'emoteca e' fornita, ma l'avis dice che le sacche sono finite. Nel frattempo, ho provveduto a rifornire la mia enoteca (con la 'n') ...mal che vada...

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  10. ergo sospensione per ripatrimonializzazione?

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  11. Ma "sospensione" di chi ? Claudio, a chi ti riferisci ?

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  12. Mai parlato di "sospensioni", ne' mi risultano necessità di "ripatrimonializzazioni".... non facciamo confusione tra battute di spirito e cose serie...

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