lunedì 16 febbraio 2015

A un mese dalla ripresa di aleablog: come ho ritrovato il settore confidi

Un mese fa riprendevo a scrivere su queste pagine. Mi ha fatto piacere tornare a occuparmi di confidi e argomenti connessi. L'ho fatto con una certa assiduità nelle scorse settimane. Non è stato difficile. Ho ritrovato quasi tutti i dossier che erano aperti quando ho staccato (a inizio aprile 2014) e lo sono ancora.

Ci sono anche delle novità. A parte l'aggiornamento della cronologia ispezioni (a proposito, mi giunge voce di nuove visite), ho riscontrato i progressi nell'attuazione delle norme sul Fondo centrale per le Pmi (operazioni con mid-cap, microcredito). Sono in cantiere altre novità in tema di interventi e governance del Fondo (vedi bozza di articolo non entrato nell'Investment compact).

Per quanto riguarda le altre grandi questioni, siamo in attesa. Fedart Fidi ne dà un resoconto nell'ultima newsletter: pare vicina l'attuazione del Fondo per il rafforzamento patrimoniale ex Legge di stabilità 2014, attraverso apporti a fondo rischi non notificati all'UE. Molti amici dei confidi sperano di incassare presto queste risorse, ma purtroppo vedo ancora diversi ostacoli sulla strada.

Per quanto riguarda l'attuazione della riforma del Titolo V del TUB (DLgs 141/2010) si dà per imminente la pubblicazione dei decreti del MEF che (a) alzano a 150 milioni di attività finanziarie la soglia per l'iscrizione dei confidi all'albo degli intermediari vigilati; (b) regolano l'organizzazione e il funzionamento dell'Organismo gestore dell'elenco dei confidi minori. Anche qui, ci sono dei se e dei ma sui tempi, e ancora di più sugli impatti di questi decreti, quando fossero pubblicati:

  • la nuova soglia lascerebbe sotto circa la metà della sessantina di confidi 107 (la slide 15 di questa presentazione della Banca d'Italia, aggiornata a giugno 2013,  ne contava 29; col calo dei volumi sono diventati di più); i confidi sotto soglia avrebbero cinque anni per decidere se crescere e restare vigilati (con piani di sviluppo o più probabilmente entrando in aggregazioni) oppure scalare in giù tra i confidi minori, dove potrebbero conservare alcuni tratti della noblesse perduta (ad esempio, il mantenimento della contabilità IAS su base volontaria);
  • l'Organismo confidi minori, anche se il decreto fosse approvato, vedrà mai la luce? Avverto in giro un certo scetticismo, espresso ovviamente fuori dalle sedi ufficiali; costituire e far funzionare un Organismo di autoregolazione è maledettamente complicato e costoso; per fare un parallelo, abbiamo visto pochi giorni fa che la regolamentazione del Microcredito partirà senza la costituzione dell'Organismo ex art. 111, e i pochi enti oggi operativi saranno vigilati direttamente dalla Banca d'Italia; i confidi minori sono molto più numerosi, il che esclude la vigilanza diretta, ed è molto più difficile metterli d'accordo su cosa fare dell'Organismo (pensate soltanto alla presenza in calo ma ancora rilevante di confidi non aderenti alle Associazioni di settore, tra cui non escludo allignino ancora diverse realtà borderline).
Ma non è soltanto un problema di attuazione delle norme. Il settore dei confidi (lo sappiamo con certezza per i vigilati dai bilanci e dai resoconti ispettivi, ma lo riscontriamo anche per i non vigilati, vedi recente Rapporto di Torino Finanza) è ancora in ampia parte fragile economicamente e patrimonialmente. I 225 milioni del Fondo Pmi, se arriveranno, non risolveranno il problema, anche perché non andranno soltanto ai confidi in difficoltà, e in ogni caso non bastano per 62 vigilati e circa 300 minori.
Dopo anni di dibattito e (soprattutto) anni di recessione e crisi del credito, il modello di equilibrio gestionale è ancora un grande punto interrogativo per la maggior parte dei confidi.

Dobbiamo ripartire da qui. Il quadro non è completamente fosco, alcuni confidi hanno retto meglio di altri, ci sono idee nuove in tema di strutture distributive, servizi accessori, oltre alle proposte sull'agognata riorganizzazione della filiera e dell'intervento pubblico ai diversi livelli.
Aspetto con curiosità il prossimo Confires, dove parleranno i principali attori istituzionali e molti testimoni qualificati del mondo confidi (oltre alle banche, che hanno più volte ri-configurato i loro rapporti con gli enti di garanzia).
E' tempo di unire le menti, i cuori e le forze, oggi più di ieri.
Datemi belle novità da discutere e commentare, per i prossimi mesi.

1 commento:

  1. Rispetto l'anno scorso sicuramente c'è l'aumento dell'aggressiva concorrenza del Fondo Centrale e dell'accesso diretto ad esso da parte delle banche. I confidi, prudenzialmente parlando, sono giustamente tagliati fuori. Al convegno spero di esserci perché sono curioso di ascoltare cosa hanno da dire i soliti noti. Oltre questo nulla di nuovo rispetto l'anno scorso prof. In giro ci sono ancora i dinosauri....

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