Dalla curiosità che mi è venuta leggendo l'ultima Newsletter di Confartigianato Fidi Piemonte nasce questa intervista con il suo direttore generale, Gianmario Caramanna. E' la prima di una serie che voglio realizzare nelle prossime settimane. Aleablog serve prima di tutto a far conoscere fatti ed esperienze nel mondo dei confidi e della finanza delle Pmi.
Che cosa c'è di meglio che ascoltarle dalla voce dei protagonisti?
La chiacchierata con Gianmario Caramanna parte dalla mia curiosità sulla comunicazione trasparente di CFP, e da lì si sposta alle politiche distributive dei confidi, partendo dall'esperienza per molti aspetti pionieristica di questo confidi piemontese.
Ho confezionato il video velocemente registrando una conversazione skype. Vogliate perdonare i difetti tecnici della produzione e l'imperizia dell'intervistatore.
L'intervistato è molto chiaro e incisivo. Vi consiglio di ascoltare il suo racconto, e lo ringrazio di cuore per essersi prestato a questo primo esperimento.
Agli altri amici vecchi e nuovi chiedo di tenersi pronti, potrei bussare presto alla loro porta per organizzare un'altra chiacchierata interessante da condividere sul blog.
Che cosa c'è di meglio che ascoltarle dalla voce dei protagonisti?
La chiacchierata con Gianmario Caramanna parte dalla mia curiosità sulla comunicazione trasparente di CFP, e da lì si sposta alle politiche distributive dei confidi, partendo dall'esperienza per molti aspetti pionieristica di questo confidi piemontese.
Ho confezionato il video velocemente registrando una conversazione skype. Vogliate perdonare i difetti tecnici della produzione e l'imperizia dell'intervistatore.
L'intervistato è molto chiaro e incisivo. Vi consiglio di ascoltare il suo racconto, e lo ringrazio di cuore per essersi prestato a questo primo esperimento.
Agli altri amici vecchi e nuovi chiedo di tenersi pronti, potrei bussare presto alla loro porta per organizzare un'altra chiacchierata interessante da condividere sul blog.
Ottima idea, buon proseguimento e la seguiremo con cura.
RispondiEliminaCaramanna, rilascia un intervista interessante ma al termine cade nell'utopismo: il modello confidi non può stare sul mercato e per vivere necessita dei finanziamenti pubblici.
RispondiEliminaO se ne prende coscenza e si rende istituzionale oppure iniziamo il can down!
Non è molto chiaro il messaggio: il pubblico non può continuare a mantenere il confidi, ma il sistema deve essere regolato dal mercato che farà fuori gli inefficienti (mi pare, se non sbaglio, questa la sintesi).
RispondiEliminaCiò che non mi è chiaro - considerando gli accantonamenti da predisporre a fronte dei rischi sia in bonis, che deteriorati (e ancora devono introdurre gli IBNR ...che è una categoria prossima) e poi le escussioni da pagare - è: dove si vanno a prendere le risorse per 'auto-sostenersi' ? dalle commissioni ? ...è questa, secondo me l'utopia.
Premetto che l'intervista toccava altri temi, e ha sfiorato tangenzialmente quello degli aiuti pubblici.
RispondiEliminaCaramanna (così ho capito) afferma che un confidi deve essere responsabile del suo equilibrio gestionale. Peraltro, anche Confartigianato Fidi Piemonte opera su Fondo Pmi, Fondi regionali, FEI, quindi si avvale del sostegno pubblico (ribaltando parte dell'aiuto sul prezzo della garanzia).
Un confidi può mantenere l'equilibrio gestionale ex ante con la selezione dei rischi, il contenimento/trasferimento degli stessi, il pricing corretto, l'efficienza della struttura operativa e della rete distributiva. Quando a livello di sistema il tasso di default è per anni sui massimi, l'equilibrio gestionale ex ante può saltare, ma attenzione, non salta nella stessa misura per tutti. I confidi più vulnerabili sono quelli più colpiti da fattori geo-settoriali, ma anche quelli che si sono concepiti soltanto come "ammortizzatori sociali". Quest'ultima politica non è difendibile, e non consegue i suoi fini dichiarati: alla fine presenta il conto, e sorge la necessità di salvataggi con fondi pubblici ad hoc. Lo vediamo in piccolo nel settore confidi (dove si è parlato di destinare il Fondo ex legge stabilità 2014 ai soli confidi in difficoltà) e in grande per il sistema bancario (dove si parla di una bad bank di sistema). E' evidente in entrambi i casi quanto sia difficile realizzare un intervento di sollievo ai confidi e alle banche con i fondi pubblici, perché lo Stato non li ha, perché l'Ue mette i suoi paletti agli aiuti, perché è difficilissimo realizzare il meccanismo di distribuzione degli aiuti.
Le partole del prof. erzegovesi credo siano esaustive.
RispondiEliminaNel merito posso anticipare che con il bilancio 2014 il nostro Confidi segna una svolta: mantiene l'erogato, aumenta di due milioni gli accantonamenti al fondo rischi e chiude in sostanziale pareggio. Grazie per l'attenzione.
g.c.