venerdì 20 febbraio 2009

Confindustria propone di tenere il TFR in azienda contro il credit crunch



Dal Sole 24 ore
Le imprese non riescono facilmente a ottenere liquidità dalle banche. Così la presidente degli industriali Emma Marcegaglia, da Foggia, propone di bloccare per un anno in azienda i versamenti per i Tfr, i trattamenti di fine rapporto. «Si potrebbe - ha detto Marcegaglia - arrivare alla decisione che per un anno i flussi di Tfr non vadano all'Inps, ma vengano tenuti all'interno delle imprese». Oppure i flussi del Tfr potrebbero servire a «creare un fondo di garanzia che aiuti il sistema del credito alle piccole e medie imprese». È una delle proposte lanciate dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per superare la crisi economica in Italia.
La proposta ha raccolto qualche perplessità di Tremonti, mentre piace ai sindacati. Alcuni fondi di categoria sarebbero disponibili a destinare gli apporti a crediti verso le imprese o fondi di garanzia.
Sulle destinazioni prese dal TFR (fondi pensione, fondo INPS, ritenzione in azienda) e sulla sfida tra i rendimenti del TFR e dei fondi pensione leggete questo articolo di Marco Lo Conte. Coi mercati finanziari che ci ritroviamo dalla crisi in poi, il TFR vince, ahimé. Tra gli sconquassi della crisi temo che si arriverà a ridiscutere i meriti della previdenza integrativa privata.
Sulla proposta di Confindustria mi permetto di dire questo: c'è già abbastanza confusione. Sappiamo che i debiti per TFR verso i dipendenti sono garantiti in caso di fallimento del datore di lavoro da un fondo INPS. Se servono delle risorse garantite dallo Stato per sostenere la liquidità delle imprese è meglio che arrivino per via diretta, senza creare giri intricati tra imprese, fondo INPS di raccolta TFR, fondi pensione.
Le risorse saranno comunque poche, e non risolutive.

Luca

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