venerdì 13 novembre 2009

Fair value degli strumenti finanziari: cresce la distanza tra IASB e Commissione UE (e la babele delle lingue contabili)



Dal Sole 24 ore:
Nelle stesse ore in cui l'organismo internazionale dei contabili (Iasb) ha licenziato la bozza finale sulla nuova classificazione e misurazione degli strumenti finanziari, dall'Europa è giunta una sonora bocciatura. Almeno per il momento, le nuove regole contabili – l'Ifrs 9, che entro fine anno avrebbe dovuto prendere il posto dello Ias 39 – non verranno validate con la procedura di endorsement dalla commissione europea e, quindi, non saranno incorporate nei bilanci delle società continentali.
[...] da un gruppo significativo di paesi continentali (ne fanno parte Germania, Francia, Italia, Spagna, Lussemburgo, Ungheria) è giunta una presa di distanza, con accenti diversi da paese a paese, su come lo Iasb ha lavorato in questi mesi. «Il G20 aveva affidato il compito di ribaltare il principio contabile del fair value – è stato rimarcato da fonti di una delegazione che ha preso parte alla riunione – e invece lo Iasb ha avanzato una proposta che, ambiguamente, sottopone a un full fair value tutti gli strumenti finanziari. Inoltre – ha proseguito la stessa fonte – è stata indicata una fase troppo lunga di transizione, che si sarebbe conclusa nel 2013. Ma anche per questo non c'è ragione di accelerare i tempi di recepimento e di endorsement». Non solo. «Si è rivelato un errore da parte dello Iasb – ha spiegato Roberto Monachino, componente italiano dell'Efrag – decidere di dividere la revisione dello Ias 39 in più fasi. Uno "spezzatino" – ha continuato Monachino – che non ha permesso di capire l'impatto complessivo delle modifiche».
Lavorando sui bilanci dei confidi ho provato sul campo la macchinosità delle regole IAS vigenti. Ho tremato all'idea della loro annunciata modifica, che dovrebbe abolire la tipologia dei "disponibili per la vendita", strumenti valutati al fair value ma con variazioni di valore non imputate a Conto economico (ma soltanto a riserve di capitale), ampliando quindi la possibilità di applicare il criterio del costo storico ammortizzato. A quanto pare, la modifica si sta impaludando. Con l'aria che tira provate a conciliare i principi che riconoscono la generalità e la superiorità del fair value, e le loro difficoltà di applicazione, con le urgenze della crisi.
Personalmente dei principi contabili internazionali detesto la hybris ideologica (il mito del no alla discrezionalità delle valutazioni, che poi risorge sempre come l'araba fenice) e il linguaggio astratto e rigoroso, ma fondamentalmente ambiguo. Volete due esempi? Primo: il concetto di incurred loss che condiziona le rettifiche collettive su crediti (in realtà non sono necessariamente perdite già realizzate, ma forse, su basi storiche oggettive, forse sì, forse no, bla bla bla). E in questa disquisizione sul sesso degli angeli, guai a parlare di regole di accantonamento anticicliche, quelle che hanno aiutato a proteggere le banche spagnole da una crisi creditizia tra le più gravi. Secondo: l'ostilità verso i fondi rischi, che non si possono più chiamare con il loro nome, e allora dobbiamo chiamarli rettifiche di valore e metterli (se non si possono dedurre da attività per cassa) nelle Altre passività, e quando diciamo "rettifiche" non sappiamo se si tratta di un accantonamento, di una altra voce con impatto economico, di un fondo del passivo, o che ne so. Soltanto i pedagogisti che hanno stravolto l'insegnamento della lingua nelle scuole con l'analisi strutturale e funzionale di un "testo" (non di un racconto, di un articolo di giornale, del capitolo di un romanzo) sanno fare di peggio. Addio estetica, addio immediatezza delle cose belle e concrete.
Se non fosse per il lavoro che gli IAS danno a tanti amici consulenti ...

Luca

1 commento:

  1. Il fair value ha fatto più danni che altro. L'acritica associazione price-value fuori dal contesto e dalle finalità valutative va contro i principi basilari dell'economia. Ad ogni corso base si insegna che il valore di un bicchiere d'acqua è diverso se ci si trova in mezzo ad un deserto sotto il sole oppure in un pub inglese seduti a sorseggiare una birra da meditazione.
    Forse si frequentano i corsi avanzati di economia, finanza, etc., saltando i corsi base. Un po' come fare i logaritmi senza conoscere le addizioni (consulenti compresi, amici e non).

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