sabato 5 dicembre 2009

Notizie al volo



Giovedì scorso sono intervenuto a un workshop di ABI formazione a Milano sul tema "Gestione della crisi d'impresa e strumenti di mitigazione del rischio di credito: aspetti normativi e tecnico-operativi". Nel primo giorno (che non ho seguito) si è parlato di stato della qualità del credito e delle relazioni banca-impresa, con approdondimenti sulla gestione delle crisi. Il secondo giorno era dedicato al fondo centrale di garanzia e ai confidi. E' un piacere incontrare a questi eventi persone amiche e stimate come Lorenzo Gai, Pierpaolo Brunozzi (FCG MCC), il dott. Lo Monaco (già in Banca d'Italia e ora segretario di Federconfidi), Alfredo Varrati dell'ABI, e diversi altri. C'era anche il nostro Sapio, che ha come sempre animato il dibattito.
Dagli interventi e dalle conversazioni al buffet ho raccolto alcune voci interessanti che vi riporto:
  • la Banca d'Italia ha chiesto alle banche aspiranti IRB di pazientare qualche settimana, in attesa degli emendamenti della normativa di vigilanza prudenziale (Basilea 2.1,2.2 etc.) che la Commissione europea sta per promulgare; le modifiche dovrebbero riguardare marginalmente il rischio di credito applicato al banking book (in particolare sulle cartolarizzazioni complicate), ma non sappiamo ancora con precisione i tempi e l'impatto delle modifiche strategiche (come i meccanismi di accantonamento a riserve in funzione anticiclica);
  • l'ABI presenterà a giorni le linee guida per le convenzioni banca-confidi (ne avevamo appena discusso in questo post); è il frutto di un lavoro puntuale, che mette in chiaro le condizioni per avere l'efficacia a fini di Vigilanza; il documento inquadra, molto opportunamente, anche gli impegni allo scambio di informazioni tra banca e confidi; speriamo che la prassi recepisca in fretta queste linee guida, e che laddove si può si introducano degli standard (ad esempio sui flussi informativi);
  • il dott. Venceslai di ISMEA nella sua relazione ha espresso meraviglia per la freddezza delle banche verso le garanzie della SGFA con copertura dello Stato quindi Basel-compliant (e nemmeno troppo care, lo 0,43% annuo in media di commissione); chissà, succederà lo stesso per l'omologo prodotto del Fondo centrale?
  • è imminente una riunione in Banca d'Italia tra le rappresentanze dei confidi e la Vigilanza; il dott. Lo Monaco ha espresso la linea della sua Associazione, che non vuole sconti sulle regole, bensì il riconoscimento di uno status specifico per i confidi, in ragione del loro ruolo embedded nelle relazioni banca impresa; a meno di un mese dalla scadenza del termine per l'iscrizione a 107, se ho inteso bene, settori importanti del mondo confidi rilanceranno con forza l'istanza di snellimento del quadro regolamentare; non so come andrà a finire; sembra un copione pirandelliano, ma in realtà è l'intreccio di due trame: l'horror vacui dei piccoli (più correttamente, dei pigri) che non si sono mossi per tempo, e la penuria di capitale e di margini dei grandi, incagliati nelle secche della crisi.
Bene, con questo pot pourri vi lascio perché scendo in officina a sistemare il modello di bilancio previsionale dei confidi trentini.

Luca

4 commenti:

  1. Nel primo giorno, come ha detto Luca, si è parlato di gestione delle crisi e legge falimentare. Il concordato preventivo viene utilizzato molto (troppo) frequentemente nell'accezione liquidatoria. Ma quello che è più importante da sapere è che le banche sono terrorizzate dagli aspetti penali del fallimento. La legge penale non è stata novellata come la civile e rimane quella antica. Le banche temono la bancarotta preferenziale e quella semplice, nonchè l'abuso di concessione del credito. Risultato : pur volendolo diventa difficile aiutare le aziende meritevoli.

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  2. 1) Un plauso al Dott. Lo Monaco che da buon conoscitore dei Confidi è in grado di fare proposte interessanti.
    2) SGFA e Banche: il vero problema di fondo e de fondo è farsi pagare le perdite dall'SGFA...i bizantinismi anche qui non mancano e i tempi sono biblici (a quanto dicono le Banche).

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  3. Nicola e Gabriele Iuvinale5 dicembre 2009 alle ore 17:36

    Le osservazioni di Sapio sono assolutamente condivisibili. Il pericolo è concreto soprattutto nelle frequenti operazioni (compiute nello stato di insolvenza dell'imprenditore) attraverso cui la banca estingue uno scoperto di conto o un chirografario, con un mutuo fondiario ipotecario sui beni della società (o del titolare di ditta individuale o del socio di società di persone).
    Nelle ipotesi indicate da Sapio, poi, la responsabilità della banca si estende anche a quella civile (risarcimento danni ai creditori) oltre che penale.
    Si potrebbe, ad esempio per l'abuso di concessione del credito, pensare ad una "certificazione" del merito creditizio dell'imprenditore (es. perizia giurata di un terzo qualificato), eliminando così ogni dubbio alla banca (es. modello Equitalia per rateizzazione).

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  4. Ciao Luca (e Sapio). Riprendo un passagggio di Luca in merito alla SGFA "il dott. Venceslai di ISMEA nella sua relazione ha espresso meraviglia per la freddezza delle banche verso le garanzie della SGFA con copertura dello Stato quindi Basel-compliant (e nemmeno troppo care, lo 0,43% annuo in media di commissione); chissà, succederà lo stesso per l'omologo prodotto del Fondo centrale".
    Bene, penso che il problema della freddezza delle banche e, aggiungo io, dei confidi agricoli nell'utilizzare SGFA dipenda dalla complessità delle procedure burocratiche messe in piedi nonchè dalla numerosità della documentazione richiesta. Penso che per fare decollare il fondo di garanzia per l'agricoltura sia necessario FARE COPIA ED INCOLLA delle procedure di funzionamento di MCC. Saluti.

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