venerdì 15 gennaio 2010

Bollettino Economico Banca d'Italia, nr. 59



Segnalo come di consueto il nuovo numero del Bollettino Economico Banca d'Italia. Estraggo alcuni passaggi sul credito, purtroppo non rassicuranti:
[pag. 32] In novembre, il tasso di crescita sui dodici mesi del credito bancario al settore privato non finanziario, calcolato sui dati corretti per l’effetto contabile delle cartolarizzazioni, è stato dell’1,0 per cento (2,1 in agosto). La contrazione sui tre mesi (-1,3 per cento in ragione d’anno, da 0,2 in agosto, al netto della stagionalità) riflette principalmente quella dei prestiti alle società non finanziarie ; l’espansione congiunturale dei finanziamenti alle famiglie si mantiene positiva.
Perdurano le differenze tra le diverse categorie dimensionali di banche: prosegue la flessione (-3,5 per cento sui dodici mesi) del credito erogato dai primi cinque gruppi bancari italiani, che rappresenta la metà di quello complessivo nel nostro paese; i finanziamenti concessi dagli altri intermediari, pur in rapida decelerazione, hanno invece continuato a espandersi (3,0 per cento).
La flessione dei prestiti alle imprese risulta sostanzialmente in linea, dal lato della domanda, con la diminuzione del fabbisogno finanziario delle aziende. Dal lato dell’offerta di credito, tra le banche italiane partecipanti all’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey), il saldo tra quelle che dichiarano di avere operato un irrigidimento dei criteri adottati per la concessione di prestiti alle imprese e quelle che riportano un allentamento ha continuato a ridursi rispetto al picco registrato alla fine del 2008.[...]
[pag. 36] Nel terzo trimestre del 2009 è proseguito il deterioramento della qualità degli attivi bancari. Il flusso di nuove sofferenze rettificate (che tengono cioè conto della posizione del debitore nei confronti dell’intero sistema bancario e non soltanto di un singolo intermediario) in rapporto ai prestiti complessivi, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, ha raggiunto il 2,2 per cento, il valore più alto dal 1998. L’aumento del tasso di ingresso in sofferenza è stato particolarmente marcato per i prestiti alle imprese (al 3,1 per cento, dal 2,6); tra queste, è stato più forte per le imprese del mezzogiorno, tra le quali l’incidenza di nuove sofferenze ha raggiunto il 4,3 per cento, contro il 2,8 per le imprese del Centro Nord. Anche la qualità del credito concesso alle famiglie consumatrici ha continuato a deteriorarsi: il tasso d’ingresso in sofferenza ha raggiunto l’1,5 per cento (dall’1,3 nel secondo trimestre). Sulla base di informazioni preliminari, il peggioramento della qualità degli attivi bancari sarebbe proseguito anche nei mesi di ottobre e novembre. I prestiti alle imprese manifatturiere e a quelle delle costruzioni mostrano il deterioramento più marcato.
Tassi di default in crescita, più marcata nel Mezzogiorno (cosa già osservata a metà anni novanta). PD attese a breve che si mantengono elevate ed incerte. E' questa la realtà da affrontare.

Luca

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