Un articolo di Irene Tinagli sulla Stampa denuncia l'esclusione e la marginalità rispetto al mercato del lavoro di milioni di giovani italiani, senza occupazione né formazione adeguata. La denuncia prende spunto dai dati pubblicati dall'ISTAT sui "neet" ("Non in education, employment or training"). Il rimedio non può essere chiedere pazienza e adattabilità a lavori precari, non qualificati, sottopagati. Con molti adulti preoccupati soltanto di difendere lavori stabili e sovrapagati, per evitare il rischio e la fatica di cambiare, rinunciando a qualcosa.
Attenzione, perché questi giovani maltrattati dovranno domani accettare di assisterci e di mantenerci, e gli stiamo togliendo le ragioni per farlo. Ma a parte queste grette considerazioni, non dimentichiamo che sono i nostri figli, abbiamo una responsabilità di cui dovremo rendere conto un giorno, personalmente.
Luca
PS: Nicola Redi, operatore di seed capital, denuncia la scarsità di giovani imprenditori innovativi in Italia in questo articolo. Un altro segnale della mancanza di scuole vere, di tensione educativa.
Se in questo Paese i virgulti in fiore che rappresentano la nostra classe dirigente hanno in media l'età di mio nonno, stiamo freschi!
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