Segnalo sul Sole 24 ore l'articolo Il nuovo ruolo del private equity, di Eugenio Morpurgo (AD di Fineurop Soditic). Morpurgo illustra la storia recente, lo stato e le prospettive del settore. Il private equity rappresenta una delle più importanti innovazioni della corporate finance dagli anni ottanta in poi. Idealizzato, o demonizzato, è stato protagonista di tanti casi di crescita o riorganizzazione di aziende e settori. La formula virtuosa del "private" richiede un team di gestione con forti competenze imprenditoriali, che si coinvolge fortemente nelle imprese partecipate facendo squadra corta con i manager, crea valore dal business (e non dalla leva finanziaria, o dall'attesa di multipli elevati al momento della cessione), è quindi disposto a stare nell'impresa quanto servirà e ha una dotazione di capitale che gli consente di farlo. E' una formula che si deve adattare nel contesto italiano, nel quale i target più numerosi sono imprese familiari che al più ammettono soci di minoranza. Il contesto post-crisi chiede inoltre moderazione nelle attese di rendimento. Giustamente Morpurgo vede una forte domanda di interventi per ricapitalizzare le imprese quando si dovrà uscire dalla moratoria, o quando si affronteranno passaggi generazionali. Esprime una valutazione incoraggiante per i fondi con sponsor pubblico che sono nati a livello regionale o nazionale (come il Fondo italiano di investimento).
Spostiamo, almeno un po', l'attenzione dal credito al capitale nelle politiche post-crisi. E' pur sempre finanza d'impresa, di flussi di cassa si parla. Bisogna cominciare a lavorare subito per ottenere risultati tra qualche anno.
Luca
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