Dodona mi segnala una news da Eventiquattro:
La Regione Piemonte ha affidato alla società milanese Terra Nova Advisors l'incarico di "fotografare" il panorama dei consorzi di garanzia fidi piemontesi per fornire elementi utili a definire, entro il prossimo marzo, il relativo piano strategico.Il pezzo prosegue parlando della fusione tra Fidindustria Biella e Confidi Lombardia, e della fotografia dei confidi piemontesi fatta dallo studio di Torino Finanza.
La prima riunione del gruppo di lavoro, di cui fanno parte le categorie economiche, con Claudio Cattabriga, il consulente che si occuperà della questione, si è tenuta ieri. «Abbiamo chiesto – spiega l'assessore allo sviluppo economico regionale, Massimo Giordano – di costruire un modello di riferimento che possa orientare il sistema regionale dei confidi per fargli avere maggior forza. Non si può pensare che gli enti pubblici possano continuare a contribuire come in passato. L'obiettivo rimane di avere il piano strategico entro marzo 2011».
La Regione fa bene a interrogarsi sulle politiche di sostegno ai confidi. Analisi non semplice, a cominciare dall'individuazione dell'oggetto (il sistema dei confidi in Piemonte) e dell'ambito di competenza dell'ente pubblico. Accetto il principio della selettività degli aiuti. Non colgo ancora, non solo in Piemonte, chiarezza sugli elementi da valutare per fare selezione tra i confidi. Tutti vorrebbero confidi fedeli alla mission mutualistica e capaci di moltiplicare gli interventi rispetto alle risorse assegnate.
Nel mondo 107, la Banca d'Italia sta modulando i suoi criteri di giudizio dei confidi, e tra questi c'è la fedeltà alla mission mutualistica (come riporta Fabio nel commento a questo post). In merito possiamo star certi che la Vigilanza non si accontenterà del bla bla, e andrà a fare le pulci tanto ai confidi che fanno mutualità senza curarsi degli equilibri gestionali, quanto ai confidi che dietro il paravento della mutualità fanno business di credito subprime. Il filtro degli enti pubblici si colloca a valle rispetto a quello della Banca d'Italia, ma soltanto per i 107. Per i 106 sono gli enti pubblici a dettare i criteri di efficienza e funzionalità là dove erogano apporti ordinari e straordinari.
Io spero che si affermino modelli di confidi virtuosi, anche più di uno. Ritengo che questa ricerca debba essere impostata quanto meno a livello nazionale. Tante indagini territoriali, pur interessanti e ben fatte, non bastano più.
Luca
Rammento che lo studio di Torino Finanza concludeva (slide 46) che tutti i Confidi Piemontesi avevano un Tier 2 superiore al minimo. Se è così che necessità c'è di ricapitalizzazione? O c'è qualcosa che mi sfugge?
RispondiEliminaAvevate mai sentito questa Terra Nova Advisors?
RispondiEliminaE' vero, le indagini territoriali sono limitate dal fatto che si approccia il problema con obiettivi e metodi diversi e spesso i risultato non è confrontabile. Banca d'Italia aveva fatto qualcosa di buono a livello regionale lo scorso anno.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il Piemonte, la regione ha il dovere di interrogarsi su criteri di efficienza ed efficacia di allocazione delle sue risorse coerentemente con gli obiettivi della politica economica regionale e degli strumenti utilizzati (mutualità dei confidi).
Sarà interessante capire cosa esce dalla fotografia di Terranova.
@ Seth: il mondo è pieno di Carneadi. Ma se c'è un Manzoni che li cita (anche in negativo) diventano famosi nonostante la fama di sconosciuti.
RispondiEliminahttp://www.terranovaadvisors.com/
@ Gigi, sei sicuro che il sito corrisponda alla società in oggetto? Mi sembra si occupino di altro.
RispondiEliminaSento puzza di bruciato, guardate chi sono alcuni soci dell'Advisor.
RispondiEliminaNon so se sono loro ma cercando con google è stata l'unica risposta coerente. Partendo dal presupposto che se non sei su internet sei il nulla deduco con buona probabilità che potrebbero essere loro. Il fatto che si occupino di healthcare dovrebbe far riflettere!!
RispondiEliminaMa si che ci sono, eccoli: http://www.tnadvisers.com/pagine/terranova-home.aspx.
RispondiEliminaIl problema è: quale soluzione hanno trovato per UFP? Immagino che sarà una risposta importante perchè potrà fare scuola...
A leggere le loro storie professionali non sembra si siano in precedenza occupati della materia. Solo un socio è membro del consiglio di sorveglianza di Unifidi-Bologna. Aspettiamo questo parere !
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