martedì 19 aprile 2011

Bancaria: articolo sui fondi pubblici di garanzia

Il numero di marzo di Bancaria pubblica un articolo di Salvatore Sacco (UniNapoli Parthenope) e Giuseppe Sapienza (Unicredit) su I Fondi pubblici di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi: un’analisi comparativa a livello territoriale. Ecco l'abstract:

Tra gli strumenti pubblici a supporto delle Pmi, il Fondo nazionale innovazione sembra in grado di far ottenere alle imprese vantaggi significativi ed è funzionale a stimolare l’attivazione di circoli virtuosi nelle economie locali, ma con effetti differenti nelle diverse aree del Paese. In particolare, il ricorso al Fni da parte delle imprese sud-insulari può essere ostacolato da una situazione di opacità amministrativa e contabile e dalla loro minore propensione all’innovazione.
Gigi ha linkato il testo su confidileaks. Al Fondo Nazionale Innovazione è riconducibile il bando di cui parlammo qui per strutture tranched di mutui ad imprese che sfruttano brevetti (bando bello ma troppo complicato). L'articolo fa una serie di simulazione per confrontarne l'efficienza rispetto alla tradizionale garanzia del Fondo centrale con varie ipotesi di composizione del portafoglio per rischio. Un interessante esercizio (pure lui un po' complicato). Si fatica a cogliere il nesso con dati reali, ma non per colpa degli autori.

4 commenti:

  1. Ho commentato l'articol sul mio blog Credito e Confidi

    RispondiElimina
  2. Caro Sapio

    ho letto il tuo commento all'articolo postato da Luca ed avendo seguito tempo fa la questione di tale bando mi sono premurato di informarmi presso l'ente e ho saputo che non solo il bando è stato ripubblicato ma che non è andato deserto ed inoltre il Ministero ha pubblicato un altro bando su disegni e marchi.

    Con il riferimento invece al comune campo di gioco non riesco a capire a cosa tu ti riferisca:
    il fondo centrale opera con una logica per singolo finanziamento, mentre il fondo nazionale lavora per portafoglio quindi, parlare di una garanzia solo "sulla parte completamente garantita" è concettualmente sbagliato.
    Scusami ma garantire l'80% delle perdite dei singoli finanziamenti che andranno in default o garantire il 100% delle prime perdite del portafoglio non è la stessa cosa? se consideri che i crediti che andranno in default sono quelli che vanno, appunto, sotto il nome di prime perdite?
    Stesso discorso vale anche sull'8% e difatti come scrivi anche in un post precedente i soldi del FCG sono finiti, appunto perchè hanno ripagato non solo la perdita attesa ma anche l'inattesa (in questo il FNI è cappato).
    Con riferimento al moltiplicatore, ci sono svariate slide del FCG che girano sul web che confermano che il moltiplicatore medio è proprio quello evidenziato nell'articolo, del resto è una semplice divisione in cui basta ponderare la differenza di intervento tra nord e sud.
    Riguardo alla ponderazione 20% lasciata alla senior dal FNI non capisco il tuo appunto, la junior dell'operazione è a ponderazione 0 mentre la parte ritenuta dalla banca è a ponderazione 20%, nel caso del fcg la parte garantita è a ponderazione 0 mentra la parte non garantita prende la ponderazione del singolo finanziamento considerandolo non garantito.
    Anche sulla parte di peso della senior mi sembra tu abbia fatto un pò di confusione, la tranched cover è una secuiritisation che per bando ministeriale non può avere peso minore del 20% (questo perche il Ministero assicura meno subordinazione alla banca) e non deve necessariamente arrivare al 7%.
    In conclusione e non vado oltre le tue conclusioni sul migliore utilizzo del FCG rispetto alla struttura per tranched mi sembrano un pò azzardate.
    L'articolo mi sembra consideri tutto il ptf esaminato da Unioncamere che ha anche classi di rating molto brutte, se tu "tagliassi" il portfoglio su rating medio migliore avresti moltiplicatori ben più alti di quello esposto.
    Ti dico questo perchè lavorando con enti pubblici sono purtroppo costretto spesso a vedere esponenti di questi enti rinunciare ad operazioni interessantissime perchè non capite da loro, stesse operazioni su cui nell'Est europa si stanno ottenendo grandi soddisfazioni.
    A questo punto chiederei lumi al prof. Erzegovesi che prima di tutti qualche anno fa aveva trattato l'argomento.
    Saluti

    RispondiElimina
  3. Ri-posta tutto sul mio blog. C'è una ragione per cui l'ho scritto lì e non qui.

    RispondiElimina
  4. @Anonimo: mi devo rileggere l'articolo, scorrendolo a video ho avuto l'impressione di un approccio impegnativo. Lo stampo su carta e poi cerco di analizzarlo meglio.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.