venerdì 1 aprile 2011

Confidi 107: ispezioni simulate e non, e riflessioni sulla Vigilanza a venire

Cari amici dei confidi 107, se oggi qualcuno suona al citofono presentandosi come ispettore della Banca d'Italia, probabilmente si tratta di un pesce d'aprile.
Passando alle cose serie, mi è gradito segnalarvi un'iniziativa del network Confiteor, che consiste in un intervento consulenziale di simulazione degli accertamenti ispettivi (ne ho avuto notizia per mail).
In tutto cinque giornate di verifica della cultura organizzativa, delle procedure e dei sistemi applicati a cinque aree fondamentali, ovvero valutazione del credito, adeguatezza patrimoniale, conto economico, organizzazione e controlli, analisi di bilancio e segnalazioni. Il team di consulenti è composto da Claudio D'Auria, Manlio Genero, Fabrizio Mandrile e Roberto Cagnina (ex direttore della sede di Firenze della Banca d'Italia). Per rendere la simulazione più realistica, il confidi riceve al termine della consulenza un rapporto di valutazione dell'adeguatezza dell'organizzazione con diagnosi delle criticità e suggerimento di interventi. Non sono applicate sanzioni (al massimo fatturazioni).
La proposta di Confiteor risponde a una preoccupazione diffusa tra i confidi. Al momento non ho chiaro quando questa preoccupazione si concretizzerà. Siamo in una fase di transizione: entro dicembre avremo le norme di attuazione del DL 141/2010 che finalmente fisserà il quadro di vigilanza per i confidi attuali 107 (futuri iscritti all'abo 106) e per i confidi minori. Ho la sensazione che la Banca d'Italia stia concedendo al settore un periodo di grazia, nel quale effettua un monitoraggio dei problemi sostanziali (prima di tutto la qualità delle garanzie e l'adeguatezza del patrimonio). In questa fase preliminare i confidi hanno tempo di completare l'apprendistato e terminare i lavori, la Banca d'Italia dal canto suo mette a punto l'impianto di regole e processi di supervisione nella nuova cornice del TUB, che le conferisce poteri autorizzativi e sanzionatori ben più ampi di quelli oggi esercitabili verso i 107.
Sì, perché il quadro attuale, quello che ha guidato finora i 107, potrebbe subire delle modifiche non marginali, a cominciare dallo spostamento verso l'alto della frontiera tra confidi maggiori e minori. Se ne parla, tra gli addetti ai lavori, e molti richiedono al MEF (competente in materia) di alzare la soglia per l'iscrizione all'albo rispetto agli attuali 75 milioni. Sarebbe bene fissare subito questo punto, perché produce un'incertezza paralizzante. C'è poi il grande tema della rimodulazione del peso della Vigilanza in ossequio al principio di proporzionalità, tutto da dettagliare.
In questo contesto, un'iniziativa come quella di Confiteor è molto utile come occasione di apprendimento, perché sui cinque temi messi a programma c'è ancora tanto lavoro da fare in molte realtà. Capisco che l'ombra dell'accertamento ispettivo dà maggiore appeal a una proposta consulenziale. Però rischia al tempo stesso di distrarre chi la riceve dalla vera questione, che è quella di assimilare delle conoscenze, contabili, gestionali, organizzative, informatiche prima ancora che regolamentari. Apprendere per conoscere e capire, quindi per decidere meglio. Ci si impegna nello studio anche per superare un esame, ma guai se diventa la preoccupazione dominante o esclusiva: anzi, è la via sicura per smorzare la curiosità e il coinvolgimento personale (specie degli studenti più maturi). E poi, nel caso specifico delle ispezioni, il programma d'esame è oggetto di rivisitazione, come si diceva prima, quindi non è facile dare le istruzioni per l'uso.
Dicendo questo non voglio sminuire la proposta del team Confiteor (tra l'altro sono persone di cui ho la massima stima). Voglio soltanto sottolineare l'urgenza di un lavoro di accumulazione di conoscenze che i confidi devono rilanciare "a prescindere". Sul tema specifico dei rapporti con la Vigilanza, torno a sottolineare che con la Banca d'Italia si può anche interloquire direttamente, specialmente in questo periodo di grazia, sia come singolo intermediario, sia come associazioni di settore (e AssoConfidi lo sta già facendo). In questa interlocuzione, sarebbe opportuno entrare di più nello specifico, e probabilmente lo si farà nei prossimi mesi, nell'ambito del processo di consultazione sulle nuove disposizioni attuative di Vigilanza.

13 commenti:

  1. Caro Luca, ti ringrazio per la segnlazione che hai dato a questa iniziativa. Volevo solo precisare che la simulazione dell'ispezione non è finalizzata a sfruttare le paure dei confidi di un'ispezione vera, ma proprio a dare loro la possibilità di attrezzarsi per tempo rispetto alle loro eventuali debolezze.

    Per poter intervenire efficacemente sulla struttura e sulle proedure aziendali, occorre innanzi tutto sapere quali sono i punti di debolezza. E ciò non contrasta con la possibilità di interloquire (a distanza) con la Banca d'Italia; diciamo che avere un team di esperti in casa ha un oggettivo valore aggiunto rispetto alla telefonata con la Banca d'Italia.

    L'obiettivo finale è quello di fornire un ausilio concreto ai confidi per migliorare, crescere e accrescere le proprie conoscenze.

    Questo consentirà loro di ottenere un migliore giudizio in sede ispettiva (prima o poi arriveranno...) ? Non lo so, ma so per certo che consentirà loro di esere maggiormente consapevoli su dove sia opportuno intervenire per migliorare la loro efficienza e stabilità.

    Claudio

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  2. Grazie, Claudio, delle precisazioni e scusa se ho colto l'occasione del vostro progetto per dire una cosa che mi sta a cuore: l'outsourcing delle conoscenze è un grave pericolo per i confidi. Certamente i vostri interventi rafforzeranno le conoscenze. La telefonata diretta alla Banca d'Italia è utile per responsabilizzare le strutture e dare autostima, certo non per chiedere consulenza o il telefono amico. Anche un confidi consapevole domanda la consulenza di esperti, forse più di un confidi meno consapevole, e capisce meglio il valore di quello che paga.

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  3. Ex Banca d'Italia qui, ex Banca d'Italia di là, ex Banca d'Italia di su, ex Banca d'Italia di giù.... Basta con tutti questi 'ex'. Mi sembra la Guardia di Finanza. Se sono 'ex' la smettano di dichiararsi quello che erano e facciano il loro lavoro con la professionalità che hanno e basta. Se sono bravi che bisogno c'é di tutti questi 'ex'. Siamo tutti 'ex': ex studente, ex universitario, ex dipendente, ex marito, tutti, prima o poi, saremo 'ex' e basta. "Piacere, sono Taldeitali, ex non mi ricordo cosa, ma poi glielo scrivo in fattura". Come se Luca scrivesse ad ogni post 'prof. Luca, docente universitario'. Siamo il paese delle nebbie.

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  4. @exexex: l'invettiva è fuori luogo se poi pensiamo che tra gli ex di cui sopra abbiamo avuto un Presidente della Repubblica. Il marketing impone di mandare il messaggio che il cliente sta ad ascoltare, e quando si vendono servizi professionali non c'è argomento più forte di un nuovo obbligo normativo. L'importante è non fermarsi lì, e i bravi consulenti come Claudio & C. non lo fanno.

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  5. Accidenti che sviolinata.... Adesso il blog é aperto al marketing ? Non mi sembra di aver letto altri commenti del genere. Comunque qui siamo tutti ospiti, quindi il padrone di casa può fare quello che vuole. Mi sembra una caduta di stile. Indipendentemente dalla bravura di questo o di quello (e mi pare che nessuno l'abbia messa in dubbio), concordo con exexex nel dire che ci si pavoneggia inutilmente, soprattutto chi é capace. Insomma, chi mette un titolo prima (o dopo) il nome vuol dire che lo vuol far pesare; e non mi sembra una gran cosa. Bisogna riconoscere che girano un sacco di 'ex'. Bravi, senza dubbio, ma con quell'ex vogliono mettere sul piatto qualcosa. E' inutile negarlo. E non piace neanche a me. Io credo che conti più il sapere delle etichette. Poi il marketing ci ha dato un presidente del consiglio come quello che abbiamo. Non mi pare un gran risultato. Stiamo ai fatti e non ai marchi.

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  6. Gigi (ex-seminarista)3 aprile 2011 alle ore 01:46

    Confitébor tibi, Dómine, in toto corde meo: narrábo ómnia mirabília tua.

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  7. @W ciampi: il blog è aperto a tutte le notizie; quando una notizia parte da un comunicato promozionale, la interpreto secondo quel registro espressivo. La sostanza del messaggio l'ho commentata senza violini in sottofondo.
    @Gigi: adesso capisco tante cose ... Anch'io avevo fatto notare al dott. Genero la risonanza liturgica del nome "Confiteor", senza dubbio è un nome che si fa ricordare.

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  8. Un giovanotto va dal parroco Gesuita della sua parrocchia a chiedergli in prestito l'automobile. Il Gesuita gli dice. "Non te la daro' se non ti tagli prima i capelli!".

    Il ragazzo fa: "Padre, ma anche Gesu' aveva i capelli lunghi..."

    E il Gesuita: "Infatti andava in giro a piedi..."

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  9. Gigi (sempre in veste di ex-seminarista)3 aprile 2011 alle ore 16:51

    Vista la piega mistica che hanno preso i commenti ritengo che l'iniziativa di Confiteor anziché giungere al termine senza applicazione di sanzioni ma probabilmente di fatturazioni, dovrebbe chiudersi semplicemente con qualche reprimenda e al massimo una piccola penitenza spirituale da parte del confidi. Fatturare in suo luogo potrebbe configurare il reato di vendita di indulgenze, ovvero di simonia, condannata già col secondo canone della quinta sessione del concilio di Calcedonia nel 451 (fonte Wikipedia, va bene ex-seminarista, ma questa ho dovuto cercarla...)

    ps. E' vero Confiteor si fa ricordare... non è detto che questo sia un bene, ma se ai consulenti dei confidi serve un consulente di marketing mi facciano sapere. Io non perdono dispensando penitenze però: semplicemente fatturo.

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  10. Come la Zanzara su radio 24, anche i commenti su aleablog prendono volentieri la strada del teatrino. Castigat ridendo mores, un po' per celia e un po' per non morire. E' un segno dei tempi.
    I prossimi post li scriverò con stile plumbeo, così non ci troverete uno spunto per sfottere neanche piangendo.

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  11. Quindi non ci resterà che piangere....

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  12. Amici, tiriamoci su. Non cediamo alla senescenza precoce. Rimangono un sacco di cose appassionanti da fare nel lavoro e nella vita.

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