giovedì 21 aprile 2011

La promessa di Tremonti sul fisco: basta oppressione sulle imprese - Il Sole 24 ORE

I controlli fiscali, accessi e visite alle imprese, sono eccessivi «con costi come tempo perso, stress, e occasioni di corruzione. Un'oppressione fiscale che dobbiamo interrompere». Questo l'auspicio espresso dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in audizione davanti alla commissione Finanze della Camera.
Il grido di dolore delle imprese è giunto al Ministro.
Che fare per ridurre i controlli, alleggerire il carico di adempimenti, mantenere il gettito, migliorare la qualità di bilanci? Qui ci vuole un'artista, o un profeta, o un santo, che indichi la strada semplice per fare una rivoluzione, un big bang. La riduzione degli adempimenti e della (op)pressione fiscale può liberare risorse per la crescita. Se mal fatta, può sortire l'effetto opposto: premiare i furbi e gli sfiduciati, aprendo varchi per la fuoriuscita di capitali e di ricchezza dal Paese (e per le attività economiche illegali o criminali). Non è soltanto un problema tecnico o amministrativo: qui si vede che cosa intendiamo costruire nei prossimi anni, per quelli che verranno dopo di noi. Quanto siamo disposti al rischio e al sacrificio.
Io da tempo segnalo una possibile via: fare scuola di controllo di gestione e di finanza, e riconvertire le energie e le competenze dall'arte di arrangiarsi nella giungla fiscale al mestiere di governare il reddito e la cassa. I Big Bang sono cose fatte accadere dal Creatore, e anche in materie meno cosmiche, come il fisco, non sono cose per le quali siamo portati, in Italia. I comuni mortali devono accontentarsi di cambiare in meglio partendo dal loro particolare, sperando che si inneschi una reazione a catena.

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