I controlli fiscali, accessi e visite alle imprese, sono eccessivi «con costi come tempo perso, stress, e occasioni di corruzione. Un'oppressione fiscale che dobbiamo interrompere». Questo l'auspicio espresso dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in audizione davanti alla commissione Finanze della Camera.
via ilsole24ore.com
Il grido di dolore delle imprese è giunto al Ministro. Che fare per ridurre i controlli, alleggerire il carico di adempimenti, mantenere il gettito, migliorare la qualità di bilanci? Qui ci vuole un'artista, o un profeta, o un santo, che indichi la strada semplice per fare una rivoluzione, un big bang. La riduzione degli adempimenti e della (op)pressione fiscale può liberare risorse per la crescita. Se mal fatta, può sortire l'effetto opposto: premiare i furbi e gli sfiduciati, aprendo varchi per la fuoriuscita di capitali e di ricchezza dal Paese (e per le attività economiche illegali o criminali). Non è soltanto un problema tecnico o amministrativo: qui si vede che cosa intendiamo costruire nei prossimi anni, per quelli che verranno dopo di noi. Quanto siamo disposti al rischio e al sacrificio.
Io da tempo segnalo una possibile via: fare scuola di controllo di gestione e di finanza, e riconvertire le energie e le competenze dall'arte di arrangiarsi nella giungla fiscale al mestiere di governare il reddito e la cassa. I Big Bang sono cose fatte accadere dal Creatore, e anche in materie meno cosmiche, come il fisco, non sono cose per le quali siamo portati, in Italia. I comuni mortali devono accontentarsi di cambiare in meglio partendo dal loro particolare, sperando che si inneschi una reazione a catena.
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