Ieri mi sono concesso un pomeriggio di musica (dopo un lungo digiuno). Mi sono messo a seguire con la chitarra i brani che preferisco da Yanez, l'ultimo album di Davide Van de Sfroos.
La title track, portata a Sanremo, mi era parsa carina, nello stile. L'album mi ha conquistato. Semplice, diretto, geniale nei testi. Vibrante di nostalgia per le cose belle vissute o sperate (la giovinezza, gli affetti, la musica) e dell'attesa di destino ancora più grande che le può compiere, salvandole per sempre.
Cantando (non essendone capace) è facile farsi prendere, ma non è per questo che mi hanno commosso Dona lüseerta, La machina del ziu Toni e Dove non basta il mare.
Ma tutto il disco è suonato e cantato con intensità. Se vi capita ascoltatelo, anche se siete sotto la linea Gotica. Il dialetto laghée e la musica di Van de Sfroos portano la Lombardia nel cuore del Mediterraneo, e in tanti altri luoghi da scoprire.
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