martedì 19 aprile 2011

Unionfidi Piemonte: dal sito la bozza di bilancio 2010

Con la consueta tempestività e trasparenza, Unionfidi Piemonte ha reso disponibile qui la bozza del bilancio per l'esercizio 2010.
Il conto economico chiude con un utile di 250.207 euro. La gestione è stata improntata al contenimento delle esposizioni, evidenziata anche dalla riduzione dei volumi di garanzie in essere, da circa 800 a 650 milioni di euro; si è fatto inoltre ricorso a cap di perdita e a forme di cartolarizzazione sintetica, come pure alla contro-garanzia del Fondo centrale, e a quelle del FEI, e dei fondi regionali attivati presso Finpiemonte e Artigiancassa. Nell'esercizio sono state spesate perdite per insolvenze per più di 10 milioni (scese rispetto ai 12 del 2009), coperte da utilizzi e riprese su fondi rischi per più di 9 milioni. I nuovi accantonamenti ammontano a più di 7 milioni. Altrettanto importante è stato l'impegno per il rafforzamento patrimoniale, attuato con i prestiti subordinati della Regione e una dotazione della Camera di commercio di Torino. E' in corso poi l'operazione di aumento di capitale tra i soci deliberata in febbraio.
Tanti sono i fatti e le informazioni degne di nota che si potrebbero commentare, ma vi rinvio al documento di bilancio.
Mi sono segnato una cosa che mi era sfuggita (cito da pag. 18-19):
nel 2010 è stato messo definitivamente a punto  il sistema interno di rating varato nel 2009, basato sull’approccio “IRB Base”, in linea con le regole di Basilea 2, e con quindi la determinazione interna della Probability of Default (PD). Lo stesso è basato su otto classi, e comprende due “approcci”, uno standard ed uno semplificato, in funzione dello status del socio da garantire.  Tale sistema apporterà, a regime,  un indubbio beneficio al Confidi, permettendo una
valutazione più puntuale ed obiettiva delle operazioni su cui intervenire, e comportando in
ottica “intermediario vigilato”, rispetto ad un “sistema Standard”, un risparmio del capitale
assorbito in un range stimato tra il 5 e l’8%. 
Davo per scontato che i confidi 107 avrebbero tutti adottato il metodo standard di Basilea 2, ma Unionfidi ha scelto di dotarsi di un impianto di rating interni ai fini di Vigilanza.
Auguriamo a Unionfidi di completare con successo il piano di rafforzamento patrimoniale, e di raggiungere presto il traguardo dell'iscrizione all'elenco speciale.

3 commenti:

  1. Ho esaminato con un po' di ritardo il bilancio di Unionfidi curioso di capire cpome si possa passare da una perdita di oltre € 9,0 milioni del 2009 ad un utile del 2010.
    Ha fatto una cosa semplicissima, e mi stupisco che il prof. Erzegonovesi non l'abbia evidenziato nel suo post, ha proventizzato contributi ricevuti dallo stato con la legge 35 (alluvione) per coprire perdite generiche.
    Al prof. è sfuggito, certamente non sfuggirà a BdI che continuerà a non iscrivere Unionfidi

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  2. @Anonimo: no, non mi è sfuggito, ma analizzare il conto economico di un confidi in una fase di transizione da un periodo di perdite eccezionalmente elevate è un lavoro che richiede più spazio di un post. Il giro di fondi ex alluvione a reddito (che incide per un importo significativo ma non preponderante) fa parte di un mix di azioni più articolato. L'uso di risorse pubbliche fresche o d'annata per coprire perdite, o per ripristinare il patrimonio, lo vediamo o lo vedremo in molti bilanci 2010. E va dato atto a Unionfidi che i fatti e i criteri contabili sono spiegati con chiarezza.
    Non emetto rating istantanei. Banca d'Italia ha tutti gli elementi per esprimere un giudizio, che non sarà in ogni caso reattivo come il suo.
    [Anche lei è, come Fulgido, del club degli storpiatori del mio cognome?]

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  3. Brevissima replica all'anonimo. Lo rimando (ma non lo avvantaggio, indicandogli anche l'articolo preciso o, anzi, il comma preciso ... facciamo che li cerchi da solo) alle norme delle finanziarie del 2007, 2008 e del 2010. L'anomino ha scoperto l'acqua ... fredda (neppure quella calda). Se l'eserczio svolto da Unionfidi è veramente quello lui ha descritto, ebbene Unionfidi è autorizzato dallo Stato e praticamente tutti i confidi italiani (ovviamente chi aveva i mezzi per farlo) l'ha fatto in quegli anni. Per la serie ... 'accà nisciuno è fess....

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