''Dovremo darci delle scadenze che riguarderanno il numero dei consiglieri regionali e il pacchetto delle loro indennita'; e con essi tutta una serie di situazioni intermedie che sono i veri costi della politica: Confidi, Frie [fondo rotazione iniziative economiche], Erdisu [ente per il diritto allo studio]'', ad esempio.Non so come interpretare questo accenno: potrebbe essere un nuovo episodio della contesa tra confidi e amministrazioni regionali, dove le seconde accusano i primi di essere canali troppo costosi e poco governabili rispetto agli obiettivi pubblici. Può preludere a un taglio delle risorse pubbliche destinate ai confidi. E tutto questo in una situazione di dipendenza crescente dei confidi dalle iniezioni di fondi pubblici. Dove ci porterà il combinato disposto? Ci sono altri governatori che la pensano come Tondo?
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venerdì 16 settembre 2011
Tondo (Presidente Friuli VG): tra i "veri" costi della politica anche i Confidi
Mi ha colpito (o allarmato?) la dichiarazione di Renzo Tondo: Governatore di Friuli Venezia Giulia ripresa in questa news:
Piano piano la verità si fa strada: i Confidi sono costosi ed inutili organi della politica.
RispondiEliminaAttenzione, non facciamo giustizia sommaria! Sta diventando lo sport nazionale, ma è una china che porta al caos e alla guerra civile.
RispondiEliminaVisto che la manovra sulle entrate è depressiva e sta raschiando il fondo del barile (escludendo misure draconiane come una patrimoniale da 20% di PIL), prima o poi si dovrà discutere di tagli alle spese discrezionali.
La politica è bloccata rispetto ai tagli, perché la spesa discrezionale sta in relazione matematica con lo zoccolo del consenso elettorale dei diversi schieramenti, a livello nazionale e (non dimentichiamolo) regionale e locale.
Una buona parte della spesa discrezionale va in trasferimenti alle imprese, grandissime, grandi, medie, piccole e micro. E nessuno vuole che i tagli colpiscano il suo "portafoglio" di risorse e la sua rete di consenso.
E' per questo che i vari portatori o rappresentanti di interessi stanno facendo campagne e blitz preventivi per mettere in cattiva luce le lobby concorrenti, mostrandole come anelli deboli o sacche di spreco e di malaffare.
Esempi? La polemica contro la casta e i costi della politica. Gli evasori fiscali della porta accanto messi alla berlina con gli spot (a differenza di quelli che fanno international tax planning). Le iniziative contro le mafie, che sono sacrosante, ma a volte sembrano un concorso di bellezza (o di bontà) tra sigle associative.
E' molto triste che siano finiti nel calderone anche gli aiuti che la politica dà, attraverso i confidi, allo small business. Le associazioni un po' se la sono voluta, o meglio, non hanno fatto molto per evitarlo.
Quando si deciderà dove e come tagliare la grande torta degli aiuti alle imprese, è probabile che le misure strategiche a favore dei grandi gruppi dei trasporti, delle comunicazioni, dell'auto, dell'energia, ecc., staranno in vasi di ferro, e la costellazione di aiuti a pioggia verso i piccoli in vasi di coccio. Sarà così se i piccoli non fanno un salto di qualità. Devono dimostrare che sono in grado di operare con meno soldi pubblici e di far funzionare meglio i sistemi produttivi. Questo non potrà avvenire senza superare steccati politici e associativi di altri tempi, senza un ricambio di persone, senza premiare le idee nuove e il merito.
Per quanto se ne possa dir male, la piccola e media impresa è la maggiore riserva di energia vitale del Paese. Le associazioni che la rappresentano accettino di rischiare e si mettano al suo servizio.
Facendo le cose che servono oggi.
I confidi nacquero quasi 40 anni fa' per agevolare l'accesso al credito alle imprese. Se dopo 40 anni si rendesse oggettivamente piu' lineare e semplice l'accesso al credito senza l'intermediario sarebbe tutto grano in cascina. I confidi potrebbero chiudere non è certo una bestemmia. L'importante è l'utente finale, l'impresa, e l'utente sul quale grava il costo necessario a sostenere l'impresa nel nome della essenziale dinamica economica, che è il cittadino.I confidi si organizzeranno a fare quello che sanno fare in remini di business office e via, tutto chiaramente con gradualità ma in fretta.
RispondiElimina"... con gradualità ma in fretta".
RispondiEliminaMagari! Io non amo le rivoluzioni violente. Da anni invoco il cambiamento dall'interno del sistema confidi. Qualche idea l'ho proposta, qualche prova sul campo l'ho fatta. Ci spero ancora, ma occorre il sistema si dia una svegliata generale.
Solo la fame li sveglierà!
RispondiElimina... la fame e la riscoperta della propria missione.
RispondiEliminaLa fame da sola porta al cannibalismo, come in "The road" di Cormack McCarthy (scusate il paragone trucido).
4/5 Confidi nazionali 107 solidi e via la rimanente pletora dei 450 Confidi 106 esistenti.
RispondiEliminaCaro Anonimo, allora cosa facciamo? Li carichiamo tutti su un bel treno per Auschwitz, togliamo loro i denti d'oro e così la finiamo li?.
RispondiEliminaLe cose sono - fortunatamente - più complesse. Cercare soluzioni finali non serve a razionalizzare il sistema. Serve quello che propone Luca: innovare il modello, prendere coscienza dal di dentro di questa urgente necessita' e dismettere la preoccupazione meramente elettorale.... Puo' non bastare, ma e' certamente il minimo.... Se non ora quando?
@Anonimo: 4/5 confidi 107? Dopo il testo unico del 1993 si diceva lo stesso delle banche, dando per scontato che ci fossero economie di scala nella grande dimensione (in realtà erano i tempi delle muraglie cinesi contro l'invasione dei gruppi stranieri).
RispondiEliminaQuindi non contesto a priori la necessità di concentrare l'offerta, contesto che una tesi del genere sia valida a priori. Ognuno dei 4, 5 , 50, 100, 500 confidi che resteranno sul mercato dovrà avere uno scopo e darsi una strategia, entrambi specifici. In Italia i clienti, gli utenti, i cittadini non ci guadagnano mai dalla limitazione della concorrenza decisa a tavolino.
No è una questione di numero: quanti Confidi resteranno è secondario. Il personale eccedente sia assorbito dalle banche che hanno cavalcato il fenomeno. E così niente Auschwitz. Poi via i 106 perché il settore dei non vigilati è pericoloso (vedi inchiesta di Galullo sul Sole 24 ore).
RispondiEliminaI 107 residui dovrebbero riconvertirsi a Business Offices preparando le istruttorie per le banche (che dovrebbero passargli i loro andamentali interni) e garantire solo il 10% dell'esposizione (garanzia ad asseverazione dell'istruttoria) facendosi pagare correttamente garanzia e servizio.
E niente aiuti (peraltro "di stato"). Non servono. Gli aiuti vadano direttamente alle imprese sotto forma di contributi interessi.
Business Offices con garanzia del 10% dell'esposizione (garanzia ad asseverazione dell'istruttoria) facendosi pagare correttamente garanzia e servizio.E niente aiuti ? E' un'idea semplice puo' andare ma per tutti quindi via tutti. La legge chi la propone Benito Brunetta ?
RispondiEliminaNon serve una legge per far quanto ho proposto.
RispondiEliminaGiusto Sapio, qui aspettiamo sempre l'intervento dall'alto, la manina del legislatore (!!!), l'intervento dell'uomodella provvidenza (dubito possa essere Benito brunetta...).
RispondiEliminaQuesta e' la scusa per non metterci mai in disussione. Aspettiamo...
Intanto, questa povera navicella imbarca acqua... aspettiamo che una legge ce la tolga....
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur !
RispondiEliminaMentre a Roma si discute sul da farsi, Annibale ha espugnato Sagunto !
Continuiamo a perderci in chiacchiere con l'appoggio delle associazioni che non sanno che pesci pigliare.
Forse ci aiuterà BdI con l'esito della prima ispezione ad un 107?
I confidi non sono tutti costosi e meri organi inutili della politica, o meglio qualcuno sì altri no. Pienamente d’accordo su un’affermazione di Luca, ossia che gli intermediari finanziari (confidi 106 e 107) dovranno operare una (radicale) riorganizzazione interna, puntando all’efficienza con risorse proprie e garantendo alla PMI i servizi necessari al minor costo possibile.
RispondiEliminaStrada, quella del rafforzamento patrimoniale, che comunque è già scritta, nell’ottica attuale dei tagli alle risorse pubbliche. Tanto vale prenderla per tempo e cominciare una generale riorganizzazione dei confidi, a partire dai vertici, che seguono frequentemente una gestione troppo politicizzata (problema, tra l’altro, diffuso in Italia e non solo nei Confidi!!).
Quasi sicuramente, la strada alla McCarthy, verso il cannibalismo e gli scenari catastrofici senza meta né futuro, è quella che abbiamo imboccato..Similitudine per similitudine, preferisco immaginare più uno scenario alla Dario Fo nell’Apocalisse rimandata.. sia in termini macroeconomici sia sul discorso confidi&co.
Porco cane! Adesso mi tocca anche leggere Dario Fo....
RispondiEliminaBoia faus! 'mbele si a ie' da studie' , turna. A bastu pi nen le serali....
RispondiEliminaAhimè i costi della politica sono tanti e vuoi o non vuoi di questi tempi bisogna stringere la cinghia...ma se chiudi il rubinetto che irriga il terreno dal quale tu raccogli i frutti che mangi, cosa mangerai domani? un minimo d'acqua anche se per ora non la puoi pagare la devi dare per la sopravvivenza almeno di quelle piante che producono frutti genuini e che fan bene al natura del tuo corpo, così domani, avendo le forze per lavorare potrai ripagare l'acqua che oggi hai preso a prestito.
RispondiEliminaI confidi di oggi sono uno dei tanti alberi che del giardino economico italiano che producono frutti. Il problema che hanno bisogno di tanta acqua e ogni giorno ne richiedono di più. Effettivamente pensare di avere pochi alberi Confidi buoni (107) sarebbe un passo avanti e puntare a far leva su di loro "aumentando" le esternalità positive che possono produrre e che producono.
ma si ... diamoci alla botanica....
RispondiElimina@Anonimo degli alberi: io partirei dalla situazione dei confidi reali; molti hanno bisogno di risorse per coprire le perdite di interventi fatti negli anni passati; non sono di principio contrario ad aiutarli, però rendiamoci conto che in alcuni casi i soldi che si mettono servirebbero a far fronte alle escussioni delle banche, dopo di che il confidi non avrebbe più risorse per nuove operazioni (che sarebbero comunque ancora ad alto rischio e quindi foriere di altre perdite).
RispondiEliminaVa bene puntare sui confidi buoni, ma perché i confidi buoni non si organizzano? Perché non fanno progetti, dicono la loro? Io non li vedo discutere apertamenre e coraggiosamente i loro problemi e il loro futuro.
Ma esistono questi confidi buoni? Quali sono?
RispondiEliminaPerché che esistono ognun lo dice!
Ma chi sono niun lo sa!
La domanda è legittima. Occorrerebbe tuttavia chiarire prima quale sia le definizione di "buono": patrimonio vigilanza?, convenzioni bancarie con tassi agevolati?, commissioni di garanzia inferiori alla media?, equilibrio economico patrimoniale?.... I soggetti in gioco sono molteplici e la dimensione di mercato "sfumata" certo non aiuta.
RispondiEliminaSaranno il mercato e Bankit a fare selezione e l'inevitabile accadrà non ope legis ma per una fisiologica evoluzione che porterà tra 5/7 anni a 15/20 Confidi vigilati. Se non sbaglio la stessa Bankit auspicò a suo tempo pochi soggetti garanti, possibilmente solidi, con un'operatività almeno interregionale, che controgarantiscano massivamente e con criterio il proprio portafoglio garanzia sui Fondi comunitari (FEI), nazionali (MCC) e regionali di garanzia.
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