Lo hanno definito fondo "anti-suicidi", ma in realtà è una riconfigurazione degli interventi del Fondo di rotazione regionale per le Pmi gestito da Veneto Sviluppo (penso sia questo). L'allarme suicidi ha però contribuito a portare in cima all'agenda il problema dell'accesso al credito delle Pmi. Come funzionerebbero questi prestiti di emergenza per sostenere la liquidità aziendale? Ne parla questo articolo del Gazzettino che commenta la delibera presa ieri dalla Giunta regionale del Veneto.
Il provvedimento amplia le possibilità di intervento del Fondo di rotazione ai casi in cui le Pmi si trovino in presenza di crediti insoluti, di crediti verso la pubblica amministrazione, di rimborsi arretrati su finanziamenti bancari a medio lungo termine accesi per investimenti aziendali. Inoltre, si è introdotta la possibilità per le imprese di ottenere liquidità per anticipazioni di ordini e/o contratti di fornitura di beni e/o servizi.
I prestiti sono erogati dalle banche, che si accollano il rischio di credito. Però il 50% della provvista è attinta a tasso zero dal Fondo di rotazione. Il rischio di default può essere coperto dal Fondo regionale di garanzia. L'importo unitario dei finanziamenti può andare da 25 a 500 mila euro (300 mila euro per le imprese artigiane non manifatturiere). La durata massima è 5 anni. Il Fondo ha una dote complessiva di 350 milioni. Se fosse utilizzato interamente per questi interventi mobiliterebbe erogazioni per 700 milioni.
L'iniziativa ha ricevuto il plauso della CGIA di Mestre e nella trasmissione odierna di Oscar Giannino. Anch'io apprezzo la sollecitudine della Giunta regionale. Non è scontato che due strumenti già attivi, pensati per finanziare investimenti di imprese solvibili, siano immediatamente riconvertibili verso il sostegno alla liquidità. Dipende dalla banche, che senz'altro apprezzeranno il 50% di provvista a tasso zero, forse anche più della garanzia del fondo regionale.
Ricordo che il Fondo regionale di garanzia è uno strumento che eroga garanzie dirette alle banche. Alcuni confidi sono convenzionati per interventi in co-garanzia pari passu, oltre che per gestire le pratiche per conto delle Pmi beneficiarie.
Si è deciso di fare con quello che passa il convento.
Il "quanto" non è poco. Il "se" e il "come" sono indeterminati. E in ogni caso non è un aiuto immediato e specifico per gli imprenditori che sono già in difficoltà. Gli esponenti della Giunta regionale lo hanno correttamente precisato. I media invece hanno battuto un messaggio diverso, alimentando aspettative facilmente deluse.
Il provvedimento amplia le possibilità di intervento del Fondo di rotazione ai casi in cui le Pmi si trovino in presenza di crediti insoluti, di crediti verso la pubblica amministrazione, di rimborsi arretrati su finanziamenti bancari a medio lungo termine accesi per investimenti aziendali. Inoltre, si è introdotta la possibilità per le imprese di ottenere liquidità per anticipazioni di ordini e/o contratti di fornitura di beni e/o servizi.
I prestiti sono erogati dalle banche, che si accollano il rischio di credito. Però il 50% della provvista è attinta a tasso zero dal Fondo di rotazione. Il rischio di default può essere coperto dal Fondo regionale di garanzia. L'importo unitario dei finanziamenti può andare da 25 a 500 mila euro (300 mila euro per le imprese artigiane non manifatturiere). La durata massima è 5 anni. Il Fondo ha una dote complessiva di 350 milioni. Se fosse utilizzato interamente per questi interventi mobiliterebbe erogazioni per 700 milioni.
L'iniziativa ha ricevuto il plauso della CGIA di Mestre e nella trasmissione odierna di Oscar Giannino. Anch'io apprezzo la sollecitudine della Giunta regionale. Non è scontato che due strumenti già attivi, pensati per finanziare investimenti di imprese solvibili, siano immediatamente riconvertibili verso il sostegno alla liquidità. Dipende dalla banche, che senz'altro apprezzeranno il 50% di provvista a tasso zero, forse anche più della garanzia del fondo regionale.
Ricordo che il Fondo regionale di garanzia è uno strumento che eroga garanzie dirette alle banche. Alcuni confidi sono convenzionati per interventi in co-garanzia pari passu, oltre che per gestire le pratiche per conto delle Pmi beneficiarie.
Si è deciso di fare con quello che passa il convento.
Il "quanto" non è poco. Il "se" e il "come" sono indeterminati. E in ogni caso non è un aiuto immediato e specifico per gli imprenditori che sono già in difficoltà. Gli esponenti della Giunta regionale lo hanno correttamente precisato. I media invece hanno battuto un messaggio diverso, alimentando aspettative facilmente deluse.
E bene essere chiari su questi temi onde evitare inutili aspettative ed ulteriori delusioni.
RispondiEliminaPrima cosa; non sono state stanziate nuove risorse ma continuano ad essere "raccontati" i 350 ml di euro che sono la tradizionale e storica provvista dei fondi di rotazione di Veneto Sviluppo e in parte già impiegati; Non sono stati fatti nuovi ed innovativi provvedimenti semplicemente si è provveduto con una delibera di giunta regionale ad "individuare nuove modalità di utilizzo dei fondi di rotazione previsti dall'art.21 LR2/2002, art.23 LR 5/2001, art6 LR1/1999 e art. 101 e 103 LR 33/2002"; questi fondi prevvedevano già la finalità di ricapitalizzazione, riequilibrio finanziario aziendale e il consolido di passività a breve ed erano già finanziati, si è ora solo provveduto ad elevare gli importi da 300.000 euro a500.000 euro e a modificare alcune ormai superate condizioni di utilizzo, va specificato inoltre che la delibera regionale non fa obbligo dell'utilizzo della garanzia del fondo di garanzia regionale mentre per alcune leggi di cui si parla rimane l'obbligo della garanzia dei confidi. Ricordo infine che nel 2011 su questi fondi sono state fatte non più di 15 operazioni e questo a causa anche della pesante burocrazia prevista e non rimossa da questo ultimo provvedimento.
Il fondo di garanzia regionale di Veneto Sviluppo non riesce a partire ed arranca sui sentieri della gestione pubblica.
Anche questa volta tanto fumo e poco arrosto.
Ciao Pinco
Da ciò si comprende quanto sia necessaria maggior chiarezza e prudenza da parte della politica nel rilasciare comunicati stampa "pomposi e ridondanti" che poi creano in chi è in difficoltà inutili aspettative e ulteriore stress.
RispondiEliminaE per la stampa, che sia necessario, comprendere i contenuti delle veline prima di comentarli e darne ampia esaltazione e diffusione (anche Giannino).