Dal sito di Fedart Fidi potete scaricare il 15° Rapporto sul sistema dei confidi artigiani, e leggere il post di presentazione.
La pubblicazione di Fedart Fidi è una preziosa fonte di informazioni e di analisi su una componente rilevante del sistema dei confidi. Ne avevo già ripreso i messaggi lanciati al Convegno di presentazione, e la sezione sulla filiera della garanzia retail.
Ecco le chiavi di lettura della ricerca, così come sono rappresentate nella sua Introduzione:
La crisi ha però colpito anche questo comparto, e il Rapporto ne dà evidenza.
Rispetto alle sfide aperte, il modello Fedart abbisogna forse di un ripensamento. Per preservare i confidi come sistema, occorre rafforzare la collaborazione intersettoriale, specialmente per le iniziative a contenuto tecnico (una divisione tecnica di AssoConfidi, come auspicavo qui). Occorre dare più spazio alla collaborazione spontanea, dal basso, tra operatori, non necessariamente mediata dagli organismi di rappresentanza. Perché? Vi porto un esempio: il tavolo di lavoro dell'Associazione XBRL sullo scambio dati tra banche e confidi (di cui parlavo in questo post di febbraio).
Il tavolo ha mosso i primi passi in febbraio. Si sono da allora ottenuti dei risultati: AssoConfidi ha approvato uno schema di tracciato (che ha preso spunto dal lavoro partito in un grande confidi industriale, se ho inteso bene). Lo schema mi è parso ben fatto. Però in questi mesi non ho mai partecipato a un incontro tecnico per parlarne, sono circolate delle carte (o dei file pdf o ppt). Il lavoro è consistito nel "condividerle" tramite i vertici delle Federazioni dei confidi.
Il plico virtuale è stato poi rimesso all'attenzione dell'ABI, e si aspetta il feedback della struttura tecnica dell'associazione e di alcune delle maggiori banche. Pare che la Banca d'Italia, con l'abituale discrezione, stia incoraggiando il progetto.
Apprezzo molto i progressi che si sono compiuti, tanto più considerando il mio impegno pressoché nullo (pur essendo membro del gruppo di lavoro XBRL).
Però io avrei organizzato diversamente il lavoro. Sarei partito da un gruppo di lavoro tecnico, aperto a tutti i potenziali partner (confidi e banche, eventualmente i fornitori di software). Il gruppo avrebbe dovuto esplorare più liberamente le problematiche dai diversi punti di vista (chi ha bisogno del dato, chi lo fornisce, chi lo veicola informaticamente), senza arrivare subito a impegnare Tizio o Caio a fare una cerca cosa, gratis o con una contropartita economica o di altro tipo.
Con l'attuale impostazione del tavolo di lavoro, l'analisi funzionale e tecnica è un input iniziale che alimenta un processo scandito da passaggi di verifica e revisione nei quali i soggetti tecnici lavorano per gruppi omogenei, ciascuno nel proprio accampamento. Il momento più fertile, creativo, quello del confronto tra addetti ai lavori che collaborano lungo una filiera e hanno tutto l'interesse a farla funzionare meglio, è surrogato da momenti di mediazione tra soggetti politici. Nel migliore dei casi ci si mette più tempo. Nel peggiore il processo si blocca per veti incrociati. Nel caso normale esce una soluzione che accontenta di meno chi poi la utilizzerà, e che risulta più difficile e costosa da attuare.
Spero che si scocchi la scintilla, se il progetto avrà successo potrebbe aprire una nuova era della collaborazione tra i confidi e le banche.
La pubblicazione di Fedart Fidi è una preziosa fonte di informazioni e di analisi su una componente rilevante del sistema dei confidi. Ne avevo già ripreso i messaggi lanciati al Convegno di presentazione, e la sezione sulla filiera della garanzia retail.
Ecco le chiavi di lettura della ricerca, così come sono rappresentate nella sua Introduzione:
In questo quadro di riferimento, il sistema dei Confidi artigiani valuta che sia urgente verificare le condizioni in grado di assicurare la sostenibilità del sistema stesso e ritiene che, per conseguire questo obiettivo, sia necessaria la presenza contemporanea di un modello di Confidi che contemperi mutualità ed efficienza; di una nuova configurazione della filiera della garanzia per le imprese retail, che assicuri tra l’altro una adeguata patrimonializzazione delle strutture; di un quadro normativo commisurato con l’effettivo rischio cui i Confidi sono esposti; di una relazione di partnership strategica con il sistema bancario e infine di un nuovo modello di funzionamento per lo stesso “sistema Fedart”, che veda affiancarsi all’attività progettuale e di rappresentanza il potenziamento dei servizi erogati ai Confidi soci in risposta alle loro nuove e più strutturate esigenze.Indubbiamente Fedart Fidi è una realtà strutturata e professionale. Negli ultimi anni ha potenziato l'attività si servizio ai confidi soci. Dai miei amici che lavorano in confidi artigiani, sento parlare bene (ad esempio) dei suoi seminari di formazione tecnici organizzati negli ultimi mesi. Tra i confidi aderenti, troviamo molti dei 107 più solidi. I 107 artigiani paiono meglio attrezzati per raggiungere il traguardo della sostenibilità, giustamente messo al centro di questo 15° Rapporto.
La crisi ha però colpito anche questo comparto, e il Rapporto ne dà evidenza.
Rispetto alle sfide aperte, il modello Fedart abbisogna forse di un ripensamento. Per preservare i confidi come sistema, occorre rafforzare la collaborazione intersettoriale, specialmente per le iniziative a contenuto tecnico (una divisione tecnica di AssoConfidi, come auspicavo qui). Occorre dare più spazio alla collaborazione spontanea, dal basso, tra operatori, non necessariamente mediata dagli organismi di rappresentanza. Perché? Vi porto un esempio: il tavolo di lavoro dell'Associazione XBRL sullo scambio dati tra banche e confidi (di cui parlavo in questo post di febbraio).
Il tavolo ha mosso i primi passi in febbraio. Si sono da allora ottenuti dei risultati: AssoConfidi ha approvato uno schema di tracciato (che ha preso spunto dal lavoro partito in un grande confidi industriale, se ho inteso bene). Lo schema mi è parso ben fatto. Però in questi mesi non ho mai partecipato a un incontro tecnico per parlarne, sono circolate delle carte (o dei file pdf o ppt). Il lavoro è consistito nel "condividerle" tramite i vertici delle Federazioni dei confidi.
Il plico virtuale è stato poi rimesso all'attenzione dell'ABI, e si aspetta il feedback della struttura tecnica dell'associazione e di alcune delle maggiori banche. Pare che la Banca d'Italia, con l'abituale discrezione, stia incoraggiando il progetto.
Apprezzo molto i progressi che si sono compiuti, tanto più considerando il mio impegno pressoché nullo (pur essendo membro del gruppo di lavoro XBRL).
Però io avrei organizzato diversamente il lavoro. Sarei partito da un gruppo di lavoro tecnico, aperto a tutti i potenziali partner (confidi e banche, eventualmente i fornitori di software). Il gruppo avrebbe dovuto esplorare più liberamente le problematiche dai diversi punti di vista (chi ha bisogno del dato, chi lo fornisce, chi lo veicola informaticamente), senza arrivare subito a impegnare Tizio o Caio a fare una cerca cosa, gratis o con una contropartita economica o di altro tipo.
Con l'attuale impostazione del tavolo di lavoro, l'analisi funzionale e tecnica è un input iniziale che alimenta un processo scandito da passaggi di verifica e revisione nei quali i soggetti tecnici lavorano per gruppi omogenei, ciascuno nel proprio accampamento. Il momento più fertile, creativo, quello del confronto tra addetti ai lavori che collaborano lungo una filiera e hanno tutto l'interesse a farla funzionare meglio, è surrogato da momenti di mediazione tra soggetti politici. Nel migliore dei casi ci si mette più tempo. Nel peggiore il processo si blocca per veti incrociati. Nel caso normale esce una soluzione che accontenta di meno chi poi la utilizzerà, e che risulta più difficile e costosa da attuare.
Spero che si scocchi la scintilla, se il progetto avrà successo potrebbe aprire una nuova era della collaborazione tra i confidi e le banche.
Sono d'accordo. Volevo però fare una domanda: XBRL e PUMA usano la tecnica del metadato. Non sarebbe più semplice utilizzare il Puma per veicolare le informazioni fra i soggetti interessati?
RispondiEliminaNon si è ancora affrontato il punto del raccordo con Puma
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