La Repubblica (edizione torinese) in questo articolo dà voce a Massimo Giordano (assessore regionale allo Sviluppo Economico). Giordano, preso atto dell'impossibilità di mettere assieme le diverse anime del settore in un confidi unico, rilancia con la proposta di una piattaforma gestita da un confidi 107 “pivot” attorno al quale possano “ruotare” tutti gli altri.
Per la selezione del pivot si prevede una procedura competitiva, basata su criteri di efficienza, solidità e competitività del costo delle garanzie. Non è chiarissimo che cosa si intende per piattaforma. Ecco come l'articolo ne descrive i tratti fondamentali:
Io ho una mia visione: evitiamo di creare piattaforme locali distinte, e concentriamoci su un'unica piattaforma nazionale basata sul Fondo centrale di garanzia (tra le novità in cantiere ci sono le garanzie su portafogli e le tranched cover, e i programmi in compartecipazione tra FCG, Regioni, Camere di commercio e altri sponsor). E' inevitabile, in questa visione, che le singole Regioni cedano parte della loro sovranità in materia di politiche del credito, in un quadro di concertazione nazionale. C'è oggi una spinta centralistica per la crisi di credibilità delle Regioni. Occorre reagire con azioni che riportino al centro quello a livello periferico sarebbe malamente replicato, ma che al tempo stesso facciano da volano per interventi regionali, gestiti in maniera più efficiente e valutabile.
Per quanto riguarda il sistema confidi, facciamo una riflessione seria sui soggetti che possono farcela, con le risorse che possono essere messe in campo. Aiutare a pioggia tutti i confidi raschiando il fondo del barile serve soltanto a guadagnare tempo. La razionalizzazione del sistema a questo punto, tra i 107, la farà la Banca d'Italia con le ispezioni. Ma non è compito della Vigilanza formulare una strategia. I resoconti ispettivi prescriveranno ricambi al vertice, e rafforzamenti patrimoniali e organizzativi. Da via Nazionale non arriverà nessun kit di pronto intervento con denari freschi, sistemi informativi che funzionano e pupazzi animati che siedono sulla poltrona del direttore facendo tutto a puntino. No, tutte queste cose ce le deve mettere il soggetto confidi. Da chi è rappresentato questo soggetto, oggi? Dai CdA? Da direttori e quadri? Dalle associazioni sponsor?
Se questo soggetto è debole, sfiduciato, eterodiretto non ha senso dargli in mano risorse pubbliche, le userà per tirare a campare.
Cambiare è un imperativo. Non è vero che tutto è bloccato. Ci sono tante cose che si possono fare, e non si fanno, o che si possono fare meglio di come si fanno.
Per la selezione del pivot si prevede una procedura competitiva, basata su criteri di efficienza, solidità e competitività del costo delle garanzie. Non è chiarissimo che cosa si intende per piattaforma. Ecco come l'articolo ne descrive i tratti fondamentali:
Tutti gli altri 19 confidi piemontesi diventeranno così una sorta di rete commerciale incaricata di distribuire i prodotti della piattaforma: proporranno alle proprie imprese associate delle garanzie che appunto si appoggeranno al consorzio “pivot” e riceveranno incentivi se saranno in grado di rendere far dialogare i propri sistemi informatici con quelli del gestore. La Regione e le Camere di commercio piemontesi convoglieranno tutti i fondi a propria disposizione sulla piattaforma, per coprire le perdite che si verificheranno. Se la somma non dovesse bastare, sarà il gestore a farsi carico del “buco”, che però al contrario potrà utilizzare quel denaro come remunerazione nel caso in cui l’ammanco dovesse essere inferiore ai fondi regionali.La proposta mi sembra complicata. Sul fronte delle politiche pro confidi c'è una linea di faglia. Da un lato le rappresentanze del settore premono per avere apporti al patrimonio dei singoli confidi (o ai fondi rischi nel caso dei 106). Dall'altro le amministrazioni di molte Regioni (o le Camere di commercio) si orientano verso forme di gestione separata dei fondi pubblici, per mantenere un controllo sulla loro destinazione, e anche per favorire una razionalizzazione del sistema. Le due strategie sono divergenti, e con fondi pubblici in contrazione sono anche inconciliabili. Le loro ragioni tecniche e gestionali rimangono vaghe: i confidi chiedono risorse per ripristinare l'equilibrio patrimoniale, senza però avere un modello sostenibile; le Regioni contro-propongono piattaforme, baricentri e fondi segregati, e si tratta quasi sempre di soluzioni tutte da sperimentare, complicate negli aspetti legali e di condivisione dei rischi.
La gestione della piattaforma, però, non sarà soltanto del confidi “pivot”. Una volta individuato il consorzio attraverso bando pubblico, nascerà infatti un “comitato crediti” in cui sederanno i rappresentanti di Regione e Camere di commercio. Toccherà a loro definire quali siano il tipo di Pmi cui offrire il servizio, quale sia il livello accettabile di rischio, quanto debba costare la garanzia. Dopodiché starà al gestore definire con i confidi “distributori” un accordo sui prodotti utili per assistere le imprese piemontesi.
La Regione e i tecnici che hanno lavorato a questa nuova formula sono convinti che con questo assetto i costi delle garanzie offerte dal sistema dei confidi piemontesi diventeranno più bassi, perché a coprire il rischio ci penseranno appunto i fondi regionali. Ma la piattaforma sarebbe un passo avanti verso quella “razionalizzazione” del sistema spesso evocata e mai realizzata.
Io ho una mia visione: evitiamo di creare piattaforme locali distinte, e concentriamoci su un'unica piattaforma nazionale basata sul Fondo centrale di garanzia (tra le novità in cantiere ci sono le garanzie su portafogli e le tranched cover, e i programmi in compartecipazione tra FCG, Regioni, Camere di commercio e altri sponsor). E' inevitabile, in questa visione, che le singole Regioni cedano parte della loro sovranità in materia di politiche del credito, in un quadro di concertazione nazionale. C'è oggi una spinta centralistica per la crisi di credibilità delle Regioni. Occorre reagire con azioni che riportino al centro quello a livello periferico sarebbe malamente replicato, ma che al tempo stesso facciano da volano per interventi regionali, gestiti in maniera più efficiente e valutabile.
Per quanto riguarda il sistema confidi, facciamo una riflessione seria sui soggetti che possono farcela, con le risorse che possono essere messe in campo. Aiutare a pioggia tutti i confidi raschiando il fondo del barile serve soltanto a guadagnare tempo. La razionalizzazione del sistema a questo punto, tra i 107, la farà la Banca d'Italia con le ispezioni. Ma non è compito della Vigilanza formulare una strategia. I resoconti ispettivi prescriveranno ricambi al vertice, e rafforzamenti patrimoniali e organizzativi. Da via Nazionale non arriverà nessun kit di pronto intervento con denari freschi, sistemi informativi che funzionano e pupazzi animati che siedono sulla poltrona del direttore facendo tutto a puntino. No, tutte queste cose ce le deve mettere il soggetto confidi. Da chi è rappresentato questo soggetto, oggi? Dai CdA? Da direttori e quadri? Dalle associazioni sponsor?
Se questo soggetto è debole, sfiduciato, eterodiretto non ha senso dargli in mano risorse pubbliche, le userà per tirare a campare.
Cambiare è un imperativo. Non è vero che tutto è bloccato. Ci sono tante cose che si possono fare, e non si fanno, o che si possono fare meglio di come si fanno.
Naturalmente questo non ha nulla a che vedere con l'ispezione di Bankit appena terminata in Eurofidi.
RispondiEliminaSolo un essere spregevole potrebbe insinuare che Bankit abbia chiesto a Eurofidi che fine hanno fatto i 57 mln di euro che a pag. 81 del bilancio 2010 appaiono assorbiti dagli altri requisiti prudenziali, mentre nel bilancio 2011 a pag. 106 sono spariti dallo stesso esercizio 2010 oltre che dall'esercizio 2011.
Ci vorrebbe una persona davvero perversa per ritenere che sia necessario salvare il confidi più grosso d'Italia perché ha un modello di business insostenibile, e che la nomina a cavaliere bianco sia arrivata all'assessore Giordano.
@Joinville: non ho analizzato i dati dietro la questione che sollevi, e non voglio passare per "mente perversa" parlandone senza informazioni di prima mano. Ma comunque progetti di tipo piattaforme, tavoli, cabine di regia, pivot, trequartisti e rifinitori vanno in direzione opposta rispetto al rafforzamento patrimoniale di un confidi, qualunque esso sia. Le piattaforme servono per dare spazio a una pluralità di intermediari e di sponsor. Per vocazione, nascono per impedire l'accentramento dei compiti (e dei soldi) su un unico soggetto a scapito degli altri. Usare una piattaforma per fare quello che dici (un salvataggio) è come andare a spegnere un incendio con la mietitrebbia anziché con l'autopompa: si arriva tardi e senza il liquido nella quantità e con la pressione necessarie.
RispondiEliminaEsattamente come la vedo io.
RispondiEliminaC'è una sola via, al sistema seguirla:
RispondiEliminamonopoli regionali e controgaranzia della 662 con ponderazione 0 su aree macroregionali.
Il resto sono resitenze per chi non vuole crescere.
Wow, meno male che il messia ha parlato. Appena ci riprendiamo dall'emozione cerchiamo delle pietre per incidere il verbo.
RispondiEliminaFatemi capire; Se ci sono sospetti su EUROFIDI, CHE HA LA MAGGIOR PARTE DELLE SUE ESPOSIZIONI CONTROGARANTITE CON IL FCG, come potrebbe essere la soluzione il FCG con le attuali regole?
RispondiEliminainfatti se Eurofidi ha la buona parte controgarantito da FCG con ponderazione zero, ci dovrebbe essere poco assorbimento del PV e quindi abbondante PV disponibile. O forse l'ispezione BI ha smontato questa certezza?
RispondiEliminaNo, la certezza resta.
RispondiEliminaIl problema é che sul rischio che FCG non ti paghi (perché hai sbagliato una tabella, dimenticato un documento, male interpretato un requisito, etc.) dovresti accantonare capitale. E' il rischio residuo, cioé il rischio che gli strumenti di CRM si rivelino inefficaci.
Il problema di Eurofidi é che soldi da accantonare per il rischio residuo non ne ha...
Forse c'è qualcosa di più, si sente in giro che BI non ha accettato la ponderazione zero, perchè Eurofidi non ha rilasciato garanzie "A prima richiesta pura" così come previsto dal regolamento FCG, oltre a quello che tu hai detto. Quindi o si cambiano le regole del fondo o il fondo non è la soluzione.
RispondiEliminaMa è il FCG che dovrebbe eccepire circa le garanzie non a prima richiesta pure. E con tutto quello che a controgarantito non ha mai fatto eccezione? Rimango dubbioso.
RispondiElimina@sapio , No il FCG non entra nel merito ne nella ponderazione ne nella correttezza formale, eventualmente su quest'ultima lo fa a consuntivo prima di pagare, sull'assorbimento o ponderazione del PV dell'intermediario non ha neanche gli strumenti per farlo, pertanto non eccepisce non essendo un suo problema. Il Fondo sa che le garanzie A prima chiamata pura troveranno copertura anche oltre l'ammontare del fondo (ultima istanza dello stato) le altre comprese quelle con congruo anticipo troveranno copertura sino l'ammontare del fondo poi no ,ma la valorizzazione è ad esclusiva facoltà dell'intermediario. Questo è ben specificato nel regolamento.
EliminaNel frattempo anche "i piccoli" si organizzano... I vecchi Confidi ex art. 155 comma 4 t.u.b. (soprannominati impropriamente "confidi 106") dal 17 ottobre scorso, con l'entrata in vigore del dlgs 141/2010 con tutte le sue ultime modificazioni, sono diventati Confidi ex art. 112 t.u.b. (anche detti "confidi minori" o "non intermediari finanziari") con un proprio istituendo Organismo di Vigilanza che dovrà introdurre controlli proporzionalmente analoghi a quelli che Banca d'italia svolge sui Confidi intermediari finanziari iscritti all'albo ex art. 106 t.u.b. (ex "Confidi 107").
RispondiEliminaCon - finalmente! - un inquadramento normativo "degno", anche senza assumere la "dignità" di intermediari finanziari, i Confidi minori potranno essere protagonisti, come sempre lo sono stati, del mercato delle garanzie anche grazie all'accessibilità alle controgaranzie del FCG al quale continuamente attingono tali Confidi anche per ragioni di competitività patrimoniale rispetto ai Confidi maggiori.
A proposito...
chiedo al sempre attento prof. Erzegovesi se ha notato un certo "silenzio" delle Associazioni rappresentative dei Confidi sulla norma contenuta nell'ultimo decreto correttivo del dlgs. 141/2010 rispetto all'istituzione dell'Organismo di Vigilanza dei Confidi Minori rispetto al quale questi avranno l'obbligo di versare annualmente il 5 per mille degli importi delle garanzie versate: considerando che, fin dalla legge-quadro sui confidi del 2003, i Confidi hanno l'obbligo di versare annualmente una somma ai Fondi di Garanzia Interconsortile istituiti dalle Associazioni di Categoria medesime e considerando che l'Organismo di vigilanza sarà costituito e composto dalle Associazioni di Categoria medesime (sul modello di quanto sta già avvenendo per gli Agenti e Mediatori), che fine faranno i soldi che ogni anno i Confidi minori versano ai Fondi Interconsortili? Ci sarà una sorta di "doppia tassazione" a carico di questi? Oppure - ma forse è chiedere troppo - con l'istituzione dell'Organismo di Vigilanza i precedenti contributi ai Fondi Interconsortili verranno sostituiti dai nuovi contributi all'Organismo? Il silenzio delle associazioni di categoria, è a mio avviso, sintomatico...
@Tommaso Moro (inteso come autore di Utopia o come martire della Chiesa?): i fondi interconsortili sono una creatura della legge 326/2003 (legge quadro sui confidi). Sono una strana creatura, ancora alla ricerca di uno scopo. Nei casi che conosco, sono utilizzati per assorbire un po' di rischio dei confidi aderenti (la loro vocazione originaria di contro-garanti) oppure sono centrali di acquisto di servizi informatici o professionali. Nel DL 141 e successivi decreti correttivi non c'è nessuna norma che li abolisce, quindi anche la relativa contribuzione obbligatoria (che interessa anche i confidi "maggiori") rimane in piedi. Il mio parere? I fondi interconsortili sono utili, ma non indispensabili (lo dico per amicizia e stima verso alcuni loro presidenti).
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'Organismo confidi minori, il recente decreto correttivo ha abbassato la contribuzione massima a carico dei confidi da 1 per cento a 5 per mille del credito garantito. Le associazioni si saranno senz'altro attivate per ottenere tale riduzione. Mi risulta che la costituzione dell'Organismo stia rallentando per qualche problema di designazione dei membri del Comitato direttivo (non è facile trovare l'accordo tra Associazioni e Organo di Vigilanza).
Sa che non sono più un fan del sistema confidi a due comparti (tutti 107, per sfoltire il bosco e sottobosco regolamentare che fa vivere nell'ombra il settore confidi).
Quindi alcuni Confidi potrebbero essere accusati di "millantato credito (di firma)" poiché affermano di aver diritto ad una protezione (del FCG)cui non avrebbero diritto! Andiamo bene!
RispondiEliminaNo Sapio, non si tratta di milantato credito di firma e neanche l'assenza di una protezione del FCG, ma di un errato calcolo dell'assorbimento patrimoniale sia per la non applicabilità della ponderazione zero sia per la necessità di assorbimento per Rischio residuo, questo significa che si pò verificare che a conti fatti il PV si insufficente e quindi i ration conseguenti , nei casi peggiori, portino alla paralisi dell'Intermediario se no ricapitalizzato. Da ciò si comprende che se il problema dei Confidi è la loro ricapitalizzazione e il rafforzamento patrimoniale, con le attuali regole l'intervento del FCG non risulta sufficente, ancora meno sufficente è la previsione dell'attività della Tranched cover del Fondo, primo perchè in quanto tranched perde la ponderazione zero, poi perchè in una fase congiuturale come l'attuale richiederebbe una commissione a copertura del rischio di PD relegato nella senior e nell'eventuale mezzanine molto cara, non meno del 7%, quindi fuori mercato , ed infine la fase di collocamento, ramp-up, sarebbe non coperta dalla tranched quindi totalmente a carico del collocatore , leggi Confidi, con il conseguente rischio in proprio e l'innevitabile assorbimento patrimoniale. Quindi è giusto pensare al FCG come strumento di mitigazione negli assorbimenti di PV dei Confidi, ma vanno cambiate radicalmente le regole di funzionamento.
RispondiElimina@Anonimo delle 9:04: il succo del tuo commento è che un confidi rimane un intermediario creditizio che assume rischi e necessita di un buffer di capitale in eccesso sui minimi di vigilanza da primo pilastro. Infatti il rischio residuo è materia da secondo pilastro e ICAAP. Non ha alcun senso un confidi vigilato che si configura come mero agente di collegamento tra la banca e i fondi pubblici di garanzia: è un modello senza fondamenta, costoso, che può essere facilmente disintermediato dalle banche (o dalle finanziarie pubbliche), o da semplici reti di mediatori creditizi, private o delle associazioni di impresa. Questo rischio di spiazzamento è ancora maggiore se l'intervento pubblico prende la via delle garanzie cappate (che è la norma, ad eccezione del Fondo centrale dal 2009).
RispondiEliminaFondi di garanzia a dotazione limitata e tranched cover sono strumenti interessanti per la banca che ne è beneficiaria ultima (se è una banca IRB ne può usarli per ridurre efficacemente gli assorbimenti patrimoniali). Hai ragione nel dire che il confidi che si assume il rischio mezzanine o senior di una tranched non ha il minimo senso, sia che si tratti di un grande confidi sottocapitalizzato, sia che si tratti di un medio confidi magari ben capitalizzato ma troppo piccolo per assorbire un rischio di perdita in eccesso rispetto al cap (è come se nel mercato assicurativo andassimo a riassicurare i portafogli con piccole compagnie locali anziché dai Lloyd's di Londra).
Il modello di business dei confidi 107 costruito da Basilea II in poi è azzardato (azzardo collettivo frutto della stratificazione di razionali interessi particolari, conditi da tanta pigrizia mentale): promessa di una garanzia personale eleggibile senza cap da parte di un intermediario senza capacità di reddito e di crescita interna del patrimonio, quindi affidata agli apporti di fondi pubblici, alle controgaranzie statali e alla presunzione di essere salvati in caso di crisi in quanto "too socially important to fail". Tutte le falle di questo modello si sono regolarmente aperte, con la beffa che il fine sbandierato (eleggibilità della garanzia) è ora irrilevante per il noto innalzamento dei risk weight sulle esposizioni garantite da confidi 107 (problema regolamentare) e dell'assenza di un supporto patrimoniale adeguato (problema sostanziale).
E adesso? Con quali ragioni i propugnatori di questo non-modello rivendicano aiuti per supportare il sistema così com'è? Aiuti che lo Stato e le Regioni sono riluttanti a concedere, tra l'altro.
Ovviamente millantato credito di firma era una battuta. Però se il problema è il calcolo della affidabilità della garanzia del FCG, affidabilità che può venir meno per vari problemi organizzativi burocratici, e se il fenomeno è così importante da rendere insufficiente il PV di un Confidi, allora il problema è grave. Lo strumento FCG perde credibilità. Quanto alle Tranched Cover su portafogli in formazione non ci ho mai creduto e l’ho pure scritto. Ma alcune grandi banche insistono. Bene per loro.
RispondiEliminaAggiungo un particolare non immediatamente percepibile nel commento di Anonimo 9:04 sulle Tranched Cover : garantire un portafoglio è costoso. Il FCG fa finta di niente e, al momento del rilascio della garanzia, assorbe (blocca) una quota del suo fondo insufficiente a garantire le PA e le PI. Il nuovo governo avrà cattive notizie.
RispondiEliminaGentile Professore, io ho solo voluto sottolineare che pensare che l'attuale FCG sia la soluzione al problema è sbagliato, poi le ragioni per rivendicare la bontà di un modello che da più di mezzo secolo aiuta, richiedono un dibattito specifico, io sono un credente della sussidiarietà e pertanto preferisco gli strumenti associativi,che magari riescono anche ad avere una maggior leva, agli strumenti pubbblici. E dice bene quando ritiene che non ha alcun senso un confidi di semplice collegamento, e su questo potremmo ampliamente documentare. Voglio però far presente che MCC che gestisce il Fondo è un Istituto di diritto privato come lo sono i confidi e costa allo stato molto di più dei confidi anche sui ristorni gestionali, commissione per pratica, quindi la domanda è: perche soldi pubblici a MCC e perchè no ai Confidi, pensando anche che MCC è partecipato dalle banche e forse potrebbe far nascere qualche sospetto di conflitto di interessi.
RispondiEliminaMa questo è un altro tema.
Quello che mi sta a cuore e che bisogna essere chiari, non dire che si vuole intervenire sul sistema Confidi e poi proporre cose innatuabili o inutili.
Forse i nostri Ministri i nostri Assessori e i nostri Burocrati prima di inventarsi cose strane dovrebbero avere l'umiltà di sentire chi di queste cose ne capisce onde evitare di buttare via soldi e tempo. Sapio ha colto il significato, spero proprio di non dover vedere prossimamente dei Confidi in difficoltà per una errata applicazione dele regole.
Caro e gentile Anonimo, se andiamo verso una reale trasparenza dei costi e dei benefici dei diversi veicoli di garanzia, potremo suffragare le sue affermazioni sui vantaggi del canale confidi, e sarò contentissimo. Dopo il marasma del periodo post Basilea e post crisi, a bontà (e, aggiungo io, l'attualità) del modello cinquantennale dei confidi è una tesi da dimostrare. Non è un assioma.
RispondiEliminaCome tutte le tesi vanno dimostrate e come tutte le affermazioni non sono assiomi. La mia come la sua. E come tutto per giudicare è necessario che siamo trasparenti. E la trasparenza è fondamentale anche per valutare la differenza tra confidi.
RispondiEliminaCominciamo col rendere obbligatorio il TAEG di filiera?
RispondiEliminaSi certo, ma così siamo fuori tema e perdiamo di vista il vero problema.
RispondiEliminaFaciamo un pò d' ordine ricordando da dove siamo partiti: La regione Piemonte propone una nuova soluzione per rafforzare i Confidi della propria regione, altri in questo blog ritengono che non sia la soluzione giusta, altri ancora sospettano che questa soluzione nasconda un modo per salvare i "soliti", qualcuno ritene che la vera soluzione possa essere invece il rafforzamento dell'operatività del FCG anche con l'introduzione di novità come il Portafoglio e la Tranched cover ... io che argomentando sugli assorbimenti , vista la fideiussione a prima chiamata con congruo anticipo,ritengo che il FCG con le attuali regole non aiuta nel problema principale dei Confidi ,cioè l'adeguatezza del PV, richiamando anche i problemi sollevati da BI ai Confidi che hanno ponderato zero (quindi non assorbito) in assenza della prima chiamata pura, problema che potrà portare alla paralisi di qualcuno.
Sta di fatto che siamo partiti tutti dall'assunto che solo un intervento pubblico può in questa fase rafforzare i confidi(e a me questo non meraviglia, anche le banche hanno avuto aiuti pubblici, anche le industrie maggiori hanno avuto aiuti pubblici, anche il MCC gestisce il FCG che è pubblico ecc.), ora è giusto che se si danno aiuti pubblici siano imposte regole su trasparenza, equità e altro ma questo è secondario rispetto alla scelta di come intervenire.
@Anonimo delle 20:10: non enuncio assiomi, soltanto riflessioni che derivano dalla conoscenza dei confidi. A me pare che siano tutti alla ricerca di una nuova identità.
RispondiElimina@Anonimo delle 9:31, già, come intervenire? Con assegnazione ai confidi di fondi a pioggia, secondo la profondità delle tasche degli sponsor locali? O con un "piano di recupero e di risoluzione" delle situazioni di crisi, affidato a un'Agenzia che non si limita a dare i soldi, ma decide anche come utilizzarli per ridurre le esposizioni, iniettare patrimonio,riorganizzare l'attività? Secondo me il primo approccio ci restituisce il problema intonso (o aggravato) tra qualche mese.
RispondiEliminaPiù che nuove identità, il punto è Shumpeteriano, creazione-distruttrice.....il prolungato stato di crisi in cui versa tutto il sistema economico sociale ha messo a nudo le fragilità, le criticità così come le potenzialità anche del settore occupato dai confidi. Urge per cui un pensare nuovo, un andare oltre questi modelli che ci hanno accompagnato negli ultimi anni. Un tenere sempre fermo, l'obiettivo finale: difendere le MPMI nell'accesso al credito, permettere loro di realizzare le loro idee, e generare così reddito ed occupazione, insomma colmare il vuoto lasciato da un ormai assodato fallimento del mercato.
RispondiEliminaLe strade per raggiungerlo??? E' qui che scatta il pensare nuovo....e mi tornano in mente le api di Dante. non bisogna mandare all'aria anni di storia importanti, bensì rivederli, fonderli e crearne un nuovo pensiero.
Con profonda stima, verso tutti gli interlocutori di questo Blog,
Prefessore son d'accordo, non contributi a pioggia,e infatti anche io ho detto che devono essere imposte regole, e ben venga un Agenzia terza come lei propone, ripeto mi permettevo solo di sottolineare che l'attuale FCG non può risolvere il problema (ho detto attuale forse un FCG riformato potrebbe essere l'agenzia terza che solo con un buon uso delle controgaranzie e quindi senza distribuire altri soldi, potrebbe fare quello che entrambi auspichiamo).
RispondiElimina"Solo un intervento pubblico può rafforzare i confidi". Può darsi. Però non l'ha ordinato il medico. La crisi di una banca tocca i risparmi dei depositanti, quella di un confidi azzera un monte garanzie che magari era già inconsistente. L'eventuale copertura del Fondo centrale resta in piedi. Il personale è riassorbito dalle Associazioni, o va in pensione. I membri dei CdA sono ricollocati in apposite associazioni coreutiche, filodrammatiche o sportive.
RispondiEliminaNon è una tragedia. Per salvare un confidi serve qualche motivo in più rispetto a "perché gli altri sì e loro no?". Non tutti meritano di essere salvati, così come sono.
Per lo stesso motivo per cui il legislatore ha previsto che, essendo i confidi 107 un rischio sistemico, siano soggetti alla Vigilanza BI
RispondiElimina@Anonimo delle 10:13: giusto, FCG non può risolvere il problema, eppure per molti mesi è stato il principale pilastro delle politiche per il credito alle Pmi, e l'unica leva nazionale di peso per il sostegno ai confidi. Lo è tuttora. Se non basta occorre pensare a qualcos'altro.
RispondiEliminaL'agenzia terza di cui parlo dovrebbe essere un soggetto che si occupa di gestire un piano straordinario di recupero e soluzione delle situazioni di crisi tra i confidi. Dà soldi, ma anche ordini. Non è un nuovo gestore di controgaranzie riservate ai confidi.
No non è corretto, i dati BI dicono che le garanzie del sistema confidi sono di gran lunga superiori alle garanzie del FCG quindi è un importante pilastro non il principale.
RispondiElimina[all'Anonimo delle 10:33] Il DL 141/2010 ha riformato il TUB per far pulizia tra gli intermediari. Li ha messi sotto vigilanza per dare al Supervisore il potere di metterli in riga fino a buttarli fuori quando non rispettano regole di sana e prudente gestione. Se pensi che lo status di vigilato sia una specie di assicurazione sulla vita, hai capito male.
RispondiEliminaCerto, il fatto che i governi salvino la banca too big too fail e non il piccolo confidi che soffre per aver aiutato le imprese è un'ingiustizia che grida vendetta al cielo, ma così va il mondo.
@Anonimo delle 10:44, però le controgaranzie FCG sono le uniche che (sotto condizione) danno ponderazione zero, oltre a coprire le perdite attese ed essere rilasciate ad un costo azzerato o molto vantaggioso. Rimane ovviamente un ampio stock di garanzie confidi supportate da patrimonio o fondi non statali, che però ha avuto uno sviluppo molto differenziato da caso a caso. Our essendo risorse importanti, non possiamo parlare di un'azione di sistema.
RispondiEliminaInfine, per alcuni confidi l'operatività con FCG ha avuto in anni recenti un peso preponderante.
Caro Gaspare, dato che tutto il sistema è in crisi, non credi che togliere di colpo più di 50 mld di garanzie posssano creare una "gelata" non indiferente al sistema delle PMI ma anche a qualche banca. (questo è il rischio sistemico)
RispondiEliminaNon 50 miliardi di garanzie (quella cifra è forse l'importo del credito assistito, il garantito è la metà), molto di meno: le garanzie dei confidi decotti che già adesso sono carta straccia. A meno che non ci sia dietro FCG, ma in tal caso la parte controgarantita sta in piedi, se lo sfortunato confidi ha almeno trattato bene la pratica.
RispondiEliminaNessun rischio sistemico aggiuntivo. Un confidi può uscire di scena. Anche Banca popolare di garanzia è stata liquidata. Non è stata una catastrofe, soltanto un terribile mal di pancia.
Io ho un altro progetto: Premessa-obiettivo: salvaguardare il personale. Progetto: accorpare tutti i Confidi su base regionale e trasformarli in finanziarie regionali che eroghino anche per cassa con finanziamenti a m.l.t. a tasso agevolato (quindi rimarrebbe escluso l’autoliquidante che rimarrebbe alle banche ordinarie) con provvista di MCC banca e garanzia del FCGPMI. Dalla proprietà della finanziaria vanno escluse le banche perché tenderebbero a scaricarvi sopra i loro incagli.
RispondiEliminaGaspare, le cifre sono corrette, non è stata una catastrofe solo perchè altri confidi si sono fatti carico. Chiedi chiedi alle banche se sono disposti a rinunciare alle garanzie, e chiedi anche alle imprese ex Banca di garanzia se sono state costrette o meno a sostituitre quella garanzia con altre.
RispondiEliminaSapio, le finanziarie regionali ci sono già, e sono quello che sono. Le Regioni sono nell'occhio del ciclone. Ci pensi che mostri potrebbero nascere dal tuo progetto, bello sulla carta?
RispondiEliminaE poi perché salvaguardare il personale confidi per principio? Ci sono dei quadri che si prendono degli stipendi che in un'impresa privata se li sognano. Bravissime persone, ma professionalmente sono rimasti là dove erano dieci anni fa. Non è un caso che il settore sia così lento a cambiare. Non voglio fare macelleria sociale però, così come nelle banche, qualche alleggerimento è inevitabile.
Queste mie finanziarie sarebbero una riedizione dei Mediocrediti Regionali: erogano principalmente mutui agevolati per cassa e godrebbero di controgaranzie e provvista agevolata. Qualche finanziaria esistente ci assomiglia già. I Confidi sono inefficienti per definizione perché debbono sostenere la "doppia valutazione di merito di credito ( Banca + Confidi)". Inoltre erogano su base soggettiva e clientelare.
RispondiEliminaSe erogano su base soggettiva e clientelare poi arriva Banca d'Italia.
RispondiEliminaA BdItalia non importa nulla se erogano a parenti, amici e clienti. E neppure se erogano ad immeritevoli. L'importante è che abbiano capitale, provvisto da un Pantalone qualunque.
RispondiEliminaNo Sapio se dici questo dimostri di non sapere le cose.
RispondiEliminaAllora istruiscici.
RispondiEliminaSapio lascio giudicare gli altri, comunque i pressidi non sono solo monetari, ma sono anche organizzativi, regolamentari e procedurali otre che strategici... non serve aggiungere altro
RispondiEliminaAnonimo, pensi che sul libro fidi del Confidi familiare ci sia scritto "Garanzia erogata all'amico del Presidente" o al "Cognato del Direttore" o al "Segnalato dal Presidente dell'Associazione"? Tutti i presidi organizzativi sono rispettati ma sempre agli amici o amici degli amici vanno molte, anche se non tutte, garanzie.
RispondiEliminaNon per Eurofidi che adotta una best pratica in nome dei risultati e del credito alle pmi
RispondiEliminaBertornato Pico, ci mancavi. Però il tuo commento non l'ho capito. Volevi dire che Eurofidi non eroga agli amici etc? OK. Ti credo. Ma non è per tutti così.
RispondiEliminaA Sapio.
RispondiEliminaA Si, e perchè Eurofidi si e gli altri no?
Ma che modo di affrontare i problemi è mai questo? I buoni e i cattivi, gli onesti e i truffatori ci sono in ogni luogo , ma dobbiamo avere un atteggiamento laico nel approccio. E credimi che BI entra anche nel merito delle singole pratiche e verifica puntualmente le parti correlate e le ispezioni ,parlo per esperienza, sono più di merito che di forma.
Calma, ci saranno sicuramente altri Confidi corretti oltre Eurofidi. Però le parti correlate sono una cosa e gli amici, anche politici, un'altra. Ora se uno usa i soldi suoi può spenderli come vuole ma se usa i soldi di Pantalone no. E dietro il merito di credito si nasconde di tutto.
RispondiEliminaSapio , sei semplicemente Fazioso e Sospettoso. Così anche quel poco di buono di positivo che dici, si perde.
RispondiElimina@Anonimo delle 17.22: sei ingiusto con Sapio e se fai ancora il cattivo lo dico alla maestra....
RispondiEliminaDa anni i confidi tirano indietro rispetto ad una regolamentazione (qualsiasi regolamentazione si badi bene, andrebbe loro bene solamente una autoregoalementazione). Il motivo è che vogliono molto italianamente gestire gli affari di famiglia senza che nessuno ci guardi dentro. Mi dispiace, facciano quello che vogliono con i soldi loro (pochi), non con quelli pubblici estratti controvoglia dai portafogli dei contribuenti. Non solo ci vuole banca d'Italia, ma forse in molti confidi ci vuole anche la guardia di finanza...(ed in alcuni, specie del sud, ci è già stata).
Per qualcuno ci vuole anche la maestra che insegni la buona educazione.
@Gigi - E ci risiamo! Ti sembro più ingisto io o chi coscentemente continua a descrivere i Confidi come una caricatura di una sorta di Associazione a delinquere,chi coscentemente nega gli sforzi fatti dalla stragrande parte dei Confidi per avere un mercato regolamentato, o chi nega la volontà di aprire una discussione su come riformarsi (Vedi iniziative di Assoconfidi, di Fedartfidi, delle altre Associazioni di rappresentanza e dei singoli ). E anche a te caro Gigi dico che prima di parlare di mancata regolamentazione fatti un bel giro dagli oltre 50 Confidi 107 soggetti non solo alla vigilanza equivalente ma anche al rispetto di tutte le norme regolamentari BdI ,Civili e Penali degli intermediari. E per quanto riguarda gli attuali 106 anche loro a brevissimo saranno soggetti alla vigilanza di un organismo alle dipendenze BdI. Io penso che sia più maleducato negare la verità che accusare qualcuno di essere Sospettoso.
RispondiElimina@ Luca
Gentile Professore, ho apprezzato molto la sua iniziativa di realizzare un Portale - Blog sui confidi ma sono un pò deluso perchè invece che puntare su contenuti tecnici e su temi strategici del comparto si sta dando spazio più ad esternazione di pregiudizi e ad accuse che fanno ritenere i Confidi delle associazioni a delinquere e nei casi migliori inutili e superati.
Se è così perchè sprecare tempo e risorse per cose inutili o truffaldine? Chiuda il blog (non è quello che auspico).
Ma forse è per questo che al dibattito partecipino sempre neno esponenti dei Confidi .
@Anonimo delle 9.25: sono stato recentemente designato come vice-direttore responsabile della didattica del nostro nuovo Dipartimento di economia e management. Penso che avrò meno tempo per il blog, quindi non escludo che aleablog nel giro di qualche mese chiuda per questo motivo.
RispondiEliminaNon lo chiuderò per le ragioni che lei avanza (come ipotesi). Nel dibattito ci sono voci, come quelle di Gigi e talora di Sapio, che esprimono opinioni critiche nei confronti dei confidi, e lo fanno in maniera esplicita. Tenga però conto che in molti casi le opinioni critiche qui rappresentate sono le mie, e che si fondano su argomenti di natura tecnica, che nel blog non sono mai stati abbandonati.
In passato ho moderato energicamente le esternazioni più polemiche degli ospiti proprio per non guastare i rapporti con il mondo confidi. Mi giunse voce che quel tentativo fu interpretato come un'autocritica che implicava la promessa di chiudere il blog. Ne ho desunto un approccio (molto italiano) che teme il dibattito pubblico su temi di interesse politico, sindacale, associativo: i vari soggetti preferiscono mantenere il confronto riservato, tra addetti ai lavori, limitando la comunicazione pubblica a istanze "strategiche" (vogliamo più risorse, in più forme, in modo più esclusivo; e meno regole). Non è il clima ideale per approfondire problemi nuovi e complessi, e farlo tempestivamente, conciliando interessi contrapposti e ruoli complementari.
Io cerco di tenere vivo il dibattito sulle questioni sottostanti. Inevitabilmente, i commenti possono prendere una piega polemica e di parte. Ma del resto non soltanto qui: nello stesso mondo confidi ci sono fazioni contrapposte (106 vs 107, Eurofidi vs resto del mondo), non parliamo poi della polemica inesausta tra confidi e finanziarie pubbliche. Le accuse sommarie sono pane quotidiano del dibattito.
Sul blog questi contrasti affiorano. Siamo maggiorenni e vaccinati, se al bar si accende una discussione animata, e vola qualche parola esagerata, sappiamo farci la tara. Chi si sente offeso può replicare, come ha fatto lei. Per il resto, badiamo alla sostanza.
Professore, questo Blog è ormai di rilevanza nazionale. Al di là di chi scrive, tanti sono oramai i lettori abituali che si confrontano su questo blog e lo seguono anche per cercare risposte tecniche a problematiche quotidiane.
RispondiEliminaPer favore e credo di non essere una voce isolata, non lo chiuda, anzi da vice-direttore lo potenzi.
Con stima, un anonimo lettore.
Non ti preoccupare, subentreremo noi!
RispondiEliminaOvviamente il commento precedente è uno scherzo (mio) ... Chiederò una mano ai miei collaboratori più giovani. Ma non è facile formare un blogger che segua i confidi.
RispondiElimina@ Luca
RispondiEliminaBenissimo, basta essere chiari,la platea sappia che alcune considerazioni vanno considerate chiacchiere da bar.
Gli uomini dei Confidi non intervengono perché purtroppo non hanno idee, sanno solo chiedere. Infatti non intervengono né qui né in altra sede. Ricordo molte riunioni dalle quali non è uscito nessun contributo concreto: questo è il problema.
RispondiEliminaChiedere la censura ricorda tanto la dittatura ma non risolve niente.
@Anonimo: al bar si parla di tutto, a volte si fa gossip, altre volte si parla di politica, lavoro, famiglia, affetti. Dipende dalle sere.
RispondiElimina@Sapio (e Gigi): Clint Eastwood in Gran Torino (nella scena dall'amico barbiere) consigliava al ragazzo asiatico suo amico, per una buona conversazione tra uomini, di parlare male di persone assenti di cattiva reputazione (ad esempio, gli autoriparatori esosi) . Era un buon modo per creare una sorta di intesa, evitando di offendersi tra i presenti.
Ora, chi lavora nei confidi non è un soggetto di cattiva reputazione, e soprattutto non è persona assente dal bar virtuale che è il blog (pare che ci seguano ancora numerosi). Io penso che si possa fare buona conversazione senza offendere nessuno.
Sono tanti i soggetti che potrebbero fare molto di più di quello che hanno fatto, nei confidi e fuori. Non manco mai di denunciare le omissioni, e spronare a fare di più. Forse in molti casi per fare qualcosa occorre cambiare le persone. Ma non sarò mai fautore della rottamazione per principio (non serve a nulla senza un'educazione ad affrontare la realtà che cambia).
@tutti gli anonimi del blog... un caspita di pseudonimo non siete in grado di invertavelo? Tocca sempre trovare l'ora del post e individuare l'anonimo al quale si vuole rispondere in questo modo. Createvi uno pseudonimo, Gigi, Sapio, Pico, Jaures, etc. altrimenti vi battezzo io, e l'anonimo delle 9.25 lo chiamo Travisolo.
RispondiEliminaSì, perchè travisa e mistifica le cose che si dicono, e poi si arrabbia e spara a destra e a manca, e con scarsa coscienza ortografica, oltretutto.
Capisco il sentimento di rabbia e di impotenza, quando non si hanno argomenti finisce così, azzuffandosi. Del resto, io sono un po' così, un po' guascone e non mi tiro indietro, anzi, se posso, tocco, provoco. La penso come Taleb: "Se i miei detrattori mi conoscessero meglio, mi odierebbero di più". Cio' premesso, mi permetto di sottolineare che a Travisolo manca qualsiasi capacità argomentativa. Siamo agli epiteti, e con epiteti l'ho provocato (chi la fa, l'aspetti!)
Nessuno (tranne te caro Travisolo, lapsus freudiano?) ha parlato di associazione a delinquere, ho solo sottolineato la ritrosia nell'adeguarsi alla normativa, cosciente della difficoltà che tutto questo comporta. Conosco a fondo i confidi in generale, conosco a fondo alcuni confidi in particolare e so la fatica che stanno facendo. Ma la fatica più grossa è nel cambio di mentalità, non nel fare le cose. I confidi che hanno cambiato mentalità, che hanno direttori giovani e preparati (e qui ne contiamo veramente pochi) si stanno muovendo e stanno facendo cose, non discussioni, grandi cose, magari ancora nell'ombra, ma prima o poi il sole mostrerà queste grandi cose.
In generale, confidi e associazioni non hanno fatto sforzi per avere un mercato regolamentato ma caso mai il contrario: gli sforzi li hanno fatto per tenere tutto fermo oppure per adeguarsi, obtorto collo, ad una normativa che non è mai piaciuta. I tavoli di discussione, aperti e mai chiusi, non hanno mai portato a nulla, se non ad arricchire i falegnami e a farli armeggiare con chiodi, martelli e soprattutto seghe. E poi, porca miseria, ai confidi gli tocca anche di adeguarsi alla normativa penale e civile, oltre che a banca d'Italia. Che fatica essere onesti... vero Travisolo? Meglio liberi con i soldi dei contribuenti.
Negare la verità non è maleducato, maleducato è mandarti a quel paese, cosa che io non mi permetto di fare. Guascone sì, maleducato no.
Ma negare la verità, o travisarla, è da vigliacchi.
Ma non è il caso mio, né di Sapio, né di Luca, né di molti altri in questo blog, che hanno sempre cercato il confronto, il dialogo con argomenti e opinioni, non con travisamenti e mistificazioni.
E' da lustri ormai che qui si fa operazione di ricerca, di dialogo, di discussione, e di verità, gratuitamente solo perché si crede nelle finalità dei confidi. E chi si è sentito offeso (dalla verità quasi sempre) ha paventato la fine e la chiusura del blog o comunque alluso alla sua scarsa utilità. Beh il blog è ancora qui.
Personalmente auguro al prof. molte cose buone con il suo nuovo incarico, che so per certo che saprà ricoprire con merito ed onore, ma spero che trovi il tempo per continuare a seguire il blog. Nell'interesse dei confidi e delle piccole imprese che grazie a loro hanno (o dovrebbero avere) un migliore accesso al credito.