venerdì 22 febbraio 2013

Fidindustria Emilia Romagna: la Banca d'Italia pone il divieto di intraprendere nuove operazioni

Ho twittato di corsa ieri sera questa comunicazione della Banca d'Italia relativa a Fidindustria Emilia Romagna:


FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA s.c. (Confidi iscritto nell’Elenco speciale ex art. 107 TUB)
Divieto di intraprendere nuove operazioni Tenuto conto del grave e perdurante  deficit  patrimoniale, della consistente esposizione al rischio di credito e dell’incapacità del reddito di fronteggiare le rilevanti perdite connesse al significativo deterioramento del portafoglio nonché dell’impatto delle menzionate carenze  sullo svolgimento dell’attività secondo i principi di sana e prudente gestione, con delibera del Direttorio n. 40 del 22.1.2013, è stato imposto a Fidindustria Emilia Romagna s.c., in via d’urgenza e con efficacia immediata, il divieto di intraprendere nuove operazioni ai sensi dell’art. 107, comma 4 bis del D.Lgs. 385/93.  
Nota tecnica sulla norma: la Delibera fa riferimento all'art. 107 TUB "vecchio" che si applica nelle more dell'attivazione dell'Albo degli intermediari ex art. 106 TUB "nuovo" (il testo del TUB "vecchio" pro tempore ancora vigente è riportato in appendice al TUB novellato che trovate qui, il comma 4 bis lo trovate a pag. 237, è un potere nuovo "infilato" nella norma vecchia).
Come è noto, Banca d'Italia ha da poco concluso l'ispezione presso Fidindustria ER. Ha riscontrato una situazione critica sotto il profilo della redditività e della patrimonializzazione. Non è bastato l'intervento urgente di rafforzamento del Tier 2 deciso dalla Giunta regionale a fine ottobre scorso (vedi post di novembre 2012).
Fidindustria non è l'unico confidi vigilato che versa in questa situazione. Io non ho proposte, anche se le avessi non le farei. Sono i confidi a doversi svegliare.
Se formano davvero un sistema, si trovino a discutere del problema, se non l'hanno già fatto, e si presentino in Banca d'Italia con delle idee e delle proposte. Si muovano i livelli tecnici (direttori generali e risk manager), e i presidenti e consiglieri più illuminati, o quelli a cui scoccia prendersi qualche millata di euro di sanzione la volta che verrà il loro turno.
Se i confidi volenterosi e solidali incontrano sulla loro strada qualche soggetto estraneo, che so, un portavoce di istanze settoriali, un referente politico in istituzioni locali, che li ferma dicendo: "Non preoccuparti, è un problema di altri, il tuo lo risolviamo noi, c'è tempo ...", si tappino le orecchie con la cera, come Ulisse con le sirene, e vadano avanti.
Non sto scherzando. La crisi di solvibilità può essere la palude dove sprofonda la gran parte dei confidi vigilati. Può essere l'allarme che dà la scossa per ripensare dalle fondamenta il sistema. I Confidi, rafforzati e rilanciati, con un'anima, possono diventare un baluardo che resiste al credit crunch incipiente, un aiuto al sistema bancario a non perdere la bussola nei rapporti con le Pmi.
Lo ripeto, svegliatevi!

59 commenti:

  1. Per agevolare la comprensione:
    ........................................
    TESTO UNICO BANCARIO
    238
    4-
    bis
    . La Banca d'Italia può imporre agli intermediari il divieto di
    intraprendere nuove operazioni e disporre la riduzione delle attività,
    nonché vietare la distribuzione di utili o di altri elementi del patrimonio per
    violazione di norme di legge o di disposizioni emanate ai sensi del presente
    decreto

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  2. O più semplicemente perché hanno 14 mln di patrimonio di vigilanza e 34 mln di escussioni in corso (bilancio 2011)

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  3. @Joinville: fare A - B è semplice, meno semplice preservare A e tenere sotto controllo B. Se quando si fa la frittata ci si limita a dire "che frittatone!" si resta ignoranti in materia di trasporto di uova.

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  4. @luca: parliamo di una società con 1 dirigente e 5 quadri su un organico di 20 persone più 47k di consulenze nel 2011.

    Fare A-B evidentemente é meno semplice di quanto possa apparire.

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  5. @Joinville, hai aggiunto le variabili C e D. Quelle è più facile prevederle, non dico ridurle.

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  6. In molte regioni italiane i Confidi continuano a "regalare" garanzie eleggibili senza neanche fare ricorso ai benefici patrimoniali e finanziari concessi dal FCGPMI. Questi sono poi i nefasti risultati di una strategia miope che spera che la politica, alias pantalone, possa risolvere sempre tutto.

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  7. Qui abbiamo un caso in cui la politica non riesce a sanare. Passate parola, specialmente nei luoghi in cui imperano i propugnatori della strategia miope che non capiscono un tubo (con due zeta) e pensano di sopperire con le telefonate, i pianti, i ricatti elettorali.

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  8. Guai ad ammettere che la strategia di 10 anni or sono delle menti illuminate si stia rivelando suicida! I vertici delle principali associazioni di categoria che hanno voluto il "salto" verso il business (porgendo le natiche .... alle banche) dei vigilati hanno sbagliato tutto.

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  9. @Anonimo, anche se le menti illuminate lo ammettessero, non cambiano le urgenze. Si deve partire dai vigilati, verificare una volta per tutte se (a quali condizioni) possono reggere. Se il test dà esito negativo, allora si tornerà indietro, o ci si sposterà di lato.

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  10. Credo che Banca d'Italia non abbia potuto fare altrimenti. Se un confidi è vigilato bankit vigila e questi sono i risultati.
    Che dire: era ora! Questo non è il primo nodo che viene al pettine, forse è il più grosso fino ad adesso, ma ne verranno degli altri.
    "Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora".

    Del resto la legge originaria sui confidi è del 2003. Sono passati 10 anni... e finalmente, finalmente abbiamo i confidi vigilati. Se le associazioni e i confidi più associazionisti non hanno saputo adeguarsi e non hanno saputo capitalizzare quando c'erano le vacche grasse (2003-2008) è responsabilità loro. Chi e causa del suo mal pianga se stesso. E pianga lacrime amare.
    Qualche confidi buono resterà (c'è già in giro), gli altri moriraranno e finalmente i dirigenti andranno a lavorare veramente.

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  11. Il Test è negativo Luca. Ovunque semmai da qualche parte non è positivo ma sono pochi i casi e riguardano realtà che non hanno integrato lo storico nella "prima chiamata" e che hanno continuato nella nuova operatività di rilascio di garanzie a offrirle sussidiarie.

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  12. Sono d'accordo sul fatto che questo e' il primo grosso caso ma non sara' l'unico.
    Del resto la crisi economica che ha investito tutto il sistema produttivo italiano non puo' lasciare indenni i confidi.
    Occorre comunque evidenziare che gia' ai primi segnali della crisi lo Stato ha potenziato il Fondo Centrale di Garanzia rendendolo uno strumento efficace sia per ridurre il rischio sia per ridurre l'assorbimento di capitale.
    Molti confidi hanno snobbato lo strumento confidenti nel fatto che la pressione delle Associazioni di categoria facessero assicurasse cospicui interventi "a pioggia" da parte di enti pubblici territoriali e di Camere di Commercio.
    Oggi questi confidi sono i piu' esposti. Fidindustria ne' e' un esempio. Ha fatto un ricorso quasi nullo al FCG confidando nei contributi regionali e caerali e nonostante questo non e' riuscito a cavarsela.
    Da lato opposto e' evidente l'esempio positivo di Eurofidi che da sempre ha utilizzato il FCG; la crisi e Bankit e' intervenuta anche su questo confidi ma i danni sono stati limitati. Vedremo tra poco il bilancio ma il responso di Bankit e' molto lontano da quello di Fidindustria.
    Del resto sono convinto che nessuna struttura di garanzia fidi puo' stare sul mercato senza il sostegno pubblico. Una verita' che si verifica in tutto il mondo. Il FCG e' un intervento pubblico non a pioggia che premia le strutture piu' efficienti.

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  13. Bene, puntuale e furtivo è arrivato il peana per Eurofidi. E per il munifico FCG che gli consente di scaricare rischi, prendendo esposizioni che pesano il 40% del suo portafoglio. E per le munifiche Pmi che ne pagano sostanziosamente le commissioni e gli apporti a capitale a fondo perduto. E per le munifiche banche convenzionate che ogni tanto stralciano qualche richiesta di escussione, se troppo gravose nelle parti non coperte da FCG.
    Anonimo amico, se fossi in te ripenserei alla famosa barzelletta del passerino caduto nella boascia di mucca. Stattene muto lì al calduccio. Non metterti a cinguettare, che circolano tanti gattacci cattivi.

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  14. Caro anonimo delle 16,30,
    Io non sono un mentore di Eurofidi ma un mentore del FCG,
    Unico strumento di politica industriale messo in piedi per dare una rispsta concreta alla crisi economica/finanziaria.
    Ho parlato di Eurofidi solo perche' e' il confidi che lo utilizza massiciamente e ne trae enormi benefeci, dimostrati , se ce ne fosse bisogno, dai dati.
    Non penso che il portafoglio di Eurofidi sia sostanzialmente diverso da quello di Fidindustria e degli altri confidi ; l'utilizzo massiccio del FCG ha permesso ad Eurofidi di uscire indenne da visita ispettiva Bankit, cosa che non e' avvenuta per Fidindustria.
    Vedremo mano a mano che si svolgeranno le ispezioni se esiste una correlazione diretta, come io penso, tra utilizzo del FCG e minori problemi con Bankit

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  15. Che male fa un Confidi che si controgarantisce presso il FCG? Approfitta della legislazione vigente.Che ci importa della eventuale correlazione. Metterebbe solo in evidenza che il solo modello praticabile è quello del Confidi distributore di aiuti pubblici. Ed aprirebbe il discorso dell'efficienza dello strumento.

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  16. Caro Sapio,
    Un confidi che utilizza il FCG non approfitta della legislazione ma utilizza uno strumento di politica industriale messo in piedi dallo Stato italiano per cercare di dare una risposta positiva alle difficolta' che molte PMI incontrano nell'accesso al credito.
    Del resto meccanismi simili sono presenti in tutta l'Europa senza generare alcun scandalo.
    E' anche indubbio che le PMI che utilizzano lo strumento, sia direttamente che attraverso i confidi, sono normalmente le piu' deboli.
    Anche se iquesto aspetto aspetto si sta attenuando.
    La valenza del FCG e' sempre piu' quella di ridurre il capitale assorbito che quello di ridurre il rischio.
    Ed il problema del capitale e' ormai un elemento comune sia alle banche che ai confidi.

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  17. Scusate se intervengo: qui parliamo di Fondo centrale come riassicuratore dei confidi. Anonimo dice che ha funzionato così bene da evitare ai confidi che lo usano sistematicamente la fine che hanno fatto quelli che non lo usano. Penso che i confidi molto attivi con FCG escono meglio dalle ispezioni perché abbattono l'assorbimento di capitale sulle esposizioni ancora in bonis, oltre che per il fatto che consumano meno capitale per perdite realizzate. I confidi non riassicurati, o riassicurati su fondi regionali non eleggibili, si ritrovano con esposizioni in bonis che insistono tutte sul proprio capitale di vigilanza. Se questo è depauperato dalle escussioni, manca loro la terra sotto i piedi.
    Servirebbero altre informazioni per completare il giudizio sui meriti del Fondo centrale. A cominciare dai tassi di default e di perdita delle operazioni controgarantite. Se FCG è uno scarico di esposizioni incagliate che diventeranno molto probabilmente sofferenze, allora non si dà aiuto alle Pmi (forse si dà loro qualche mese di vita in più), ma alle banche. E anche ai confidi, che si prendono una quota di rischio, ma anche un buon margine, dato che il costo di FCG è ancora molto inferiore (su pratiche di quel tipo) a quello equo che possono farsi pagare (anticipatamente) dall'impresa.

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  18. Forse è' il momento di provare a cambiare e pensare al bene comune.
    Belin....

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  19. Caro professore,
    E' evidente che il sistema dei confidi non regge senza il supporto pubblico. Non regge in Italia ma analogamente non regge negli altri Stati europei. In Italia i onfidi hanno beneficiato da sempre del supporto pubblico con una diversita' fondamentale: ci sono i contributi delle Regioni, Provincie e Camere di Comercio erogati a pioggia e senza una valutazione effettiva sull'impatto che tali interventi hanno, c'e' il FCG che sostiene il distema ma con una discriminante fondamentale; il sostegno e' proporzionale all'attivita' che il confidi fa a vavore delle PMI.
    Inoltre vorrei contestare il fatto che tutte le operazioni inviate al FCG siano in dituazione di incaglio o di sofferenza. I dati, anche se non ufficiali, ci confermano che il tasso di sofferenza delle operazioni inviate al Fondo non e' molto difforme dalla media.
    Inoltre i dati, anche se non ufficiali, ci dicono che il tasso di insolvenza relativi all'accesso diretto delle banche sono superiori a quelli della contro garanzia.
    E all'interno del comparto confidi ci sono notevoli differenze sui tassi di sofferenza.
    E' ovvio, infatti, che ci sono due atteggiamenti differenti che producono risultati differenti: ci sono confidi che utilizzano il FCG in modo sporadico e per e operazioni che loro ritengono piu' rischiose, altri che lo utilizzano in modo sistematico senza effettuare una selezione avversa, e' ovvio che i risultati finali sono estremamente differenti.
    Sono conscio di citare un esempio che fa' venire l'orticaria a molti frequentatori del suo blog ma il dr. Giotti (direttore di Eurofidi) che conosco personalmente da anni ripete in ogni occasione che l'utilizzo del FCG da parte di Eurofidi e' sistematico, l'uniche operazioni non inviate al Fondo sono quelle che il Fondo stesso non ammette. Del resto, sostiene, che l'intervento del fondo ha come effetto principale la riduzione dell'assorbimento di capitale e poi come secondario la riduzione del rischio. E il capitale viene prima del rischio.
    Affermazioni che trovano puntuale riscontro nell'operativita' di Eurofidi che contro garantisce oltre il 70% della propria operatività' (il massimo e' 80%).
    I benefici della scelta sono evidenti; Bankit ha trovato un capitale adeguato ed un rischio altrettanto presidiato.

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  20. Ho detto "Se FCG diventa uno scarico ..." non "FCG è diventato uno scarico ..".
    La ricostruzione che lei fa è razionale. Abbiamo bisogno di più informazioni pubbliche per confermarla. Anche quelle sulle condizioni dei crediti coperti da FCG.

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  21. Abbiamo bisogno di sapere i tassi di default e le condizioni economiche "di filiera" applicate ai finanziamenti garantiti dal FCG.

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  22. "l'intervento del fondo ha come effetto principale la riduzione dell'assorbimento di capitale e poi come secondario la riduzione del rischio. E il capitale viene prima del rischio."

    Geniale!

    Ecco che ci siamo inventati il moral hazard per società senza scopo di lucro.

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  23. Chi sa' parli; e' impossibile che i dati relativi alle sofferenze del FCG siano un segreto di stato.
    Non vogliamo il dato per singolo operatore ma almeno in forma aggregata (per macro regioni; per garanzia diretta e contro garanzia)e con un indicazione dei criteri di calcolo.
    Il FCG oltre pubblicare i dati relativi alle erogazioni del 2012 ci comunicasse anche questi dati permetterebbe a tutti di sviluppare ragionamenti informati

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  24. Proposta: non serve tampinare il Comitato i gestione del Fondo centrale, che ha ovviamente i dati sulle esposizioni garantite, ma non è detto che siano aggiornati, non essendo prevista una comunicazione periodica delle variazioni di stato delle pratiche.
    Sapete come si potrebbe avere un report esauriente e confrontabile con le statistiche di Vigilanza? Ovviamente, dalla Banca d'Italia, che da Centrale rischi dovrebbe ricevere "flaggate" le posizioni garantite direttamente o controgarantite da FCG.
    Con l'occasione, verificheremmo se tutte le banche censiscono e segnalo correttamente la presenza di FCG.
    Basterebbe creare un entità "portafoglio FCG" rispetto alla quale produrre rilevazioni statistiche.
    Alla prima occasione lo dirò pubblicamente.

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  25. Non basterebbe. Serve sapere anche quando furono erogate e la Ceri non ce lo dice.Occorre sapere il tasso di default rierito all'anno di erogazione. Poi alla fine sarebbe anche utile sapere la LGD a consuntivo su ogni operazione conclusa definitivamente.
    Ma insisto: il tasso finale sopportato dalle imprese agevolate chi ce lo dice? Da quello che so io risparmiano solo 20 cent.di punto. Ma ne vale la pena?

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  26. Dietro la volontà del FCG di non divulgare i tassi di default ci deve essere qualche cattiva ragione. Si sa.... a pensar male...
    Il FCG vive di fiducia delle imprese, delle banche, dei Confidi. Forse non vuole fars sapere quanto male se la passa!

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  27. Il Comitato di gestione dello strumento FCG è formato da 22 componenti, nominati con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, in rappresentanza degli interessi dei Ministeri di :Sviluppo Economico,Economia e delle Finanze,Politiche Agricole e Forestali,delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ancora nel Comitato di gestione viene rappresentata la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ABI . Ma sopratutto vengono rappresentate con tanto di membri nel comitato di gestione : Confindustria, Confapi,Confcommercio, Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confartigianato/UNATRAS, Confesercenti e Confcooperative.
    Il Comitato si riunisce di norma con cadenza settimanale. Il suo ruolo è quello : 1) deliberare le disposizioni di carattere generale; 2)deliberare le condizioni di ammissibilità dello strumento e, per le singole operazioni, l’ammissione alla garanzia; 3) di decidere le quote di accantonamento, il versamento degli acconti, la liquidazione delle perdite, le revoche e qualsiasi altra modifica. Sempre il Comitato di gestione approva la contabilità del Fondo, la rendicontazione delle disponibilità, gli impegni e le insolvenze alla fine dell'esercizio. Ma non basta segnala al Ministero dello Sviluppo Economico la necessità di integrazione delle risorse del Fondo.
    Ora non penso che ci sia bisogno del nostro amico "Nostradmus" per predirre il tasso di default e altre notizie. Basterebbe chiedere ai vari " rappresentanti" .....

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  28. Rappresentanti che si guarderanno bene dal dire la dura verità.

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  29. Ma che voi sappiate le Banche valorizzano il FCG oppure no?
    Avete mai chiesto a Banca d'Italia quali sono le regole affinché una banca possa evitare accantonamenti quando c'è la contro garanzia del FCG?
    Altrimenti è un vantaggio solo per i confidi.

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  30. Le banche non sanno valorizzare le garanzie personali e quindi non sanno valorizzare neanche le garanzie personali del FCG. Per godere della Risk mitigation le banche dovrebbero solamente dichiarare separatamente la parte garantita da quella non garantita. E questo non lo sanno fare perché i sistemi informativi sono obsoleti.

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  31. Sapio puoi essere più chiaro? Puoi dare un contesto e una dimensione spazio-temporale alle tue parole?Altrimenti non apportano valore aggiunto alla discussione

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  32. @Sapio, quali banche non sono in grado di valorizzare la garanzia personale del FCG?

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  33. Secondo me tutte. Passo la parola a chi ne sa di più e può smentirmi.

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  34. Non tutte le banche ma veramente poche valorizzano il FCG. Intesa Sanpaolo, per esempio, solo da pochi mesi; Unicredit, nonostante i grandi proclami, non sa, da dove partire.
    Per quanto concerne le modalità Bankit ha emanato dal 2009 istruzioni che valgono sia per le Banche che per gli Indermediari vigilati, il problema è solo informatico

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  35. Mi vengono due osservazioni
    1 i confidi 107 danno il buon esempio alle banche, loro segnalano le controgar fcg di norma
    2 ho capito perché la garanzia diretta non si è sviluppata nei mesi scorsi come sarebbe convenuto alle banche

    Cose da pazzi!

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  36. Preciso: le banche sanno segnalare solo le garanzie ipotecarie specifiche (una ipoteca contro un mutuo). Quando le garanzie diventano generiche (una garanzia contro un portafoglio di prestiti) vanno nel pallone. Dovrebbero dividere i prestiti in parte garantita e parte scoperta mettendo in atto tutta una strategia di ripartizione o copertura dei prestiti). Peggio ancora se i prestiti sono coperti da due o più garanzie.

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  37. Credo che la garanzia diretta del FCG si sia sviluppata abbastanza, come mostra il rapporto sull'operatività del Fondo relativamente ai richiedenti.
    Non credo che le banche non tengano conto della garanzia personale, anzi....stiamo forse avvalorando la tesi per cui il FCG è un f.do monetario e non un CRM???? Io mi dissocio totalmente.

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  38. Le fdj spesso coprono tutto il portafoglio, complicando il calcolo. I prestiti garantiti da fdj (la garanzia del FCG è una fdj) vanno sudddivisi in parte garantita e non garantita. Nel caso del FCG la parte garantita va ulteriormente segmentata in garantita da Confidi 107 e garantita da FCG. A ciascuna sottoparte va attribuita la sua ponderazione.

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  39. In generale la CRM delle fdj non provenienti da FCG è nulla. Alias normalmente non valgono niente e quindi disincentivano le banche dal modificare i S.I. per modifiche generalmente prive di beneficio.

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  40. @Enzo. Non c'è da dissociarsi. Il Fondo monetario non c'entra niente. C'è solo da dire quale banca pondera le fdj e poi invitarmi a verificare, perché delle vanterie non mi fido.

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  41. @Luca. Il fatto che i Confidi segnalino il fido controgarantito da FCG non esaurisce il problema. Dovrebbero dimostrare che sono in grado di calcolare la ponderazione sulla quota che rimane a loro carico. Certo per loro è più facile perché le fdj sono specifiche e la quota che rimane a loro carico è generalmente uguale per tutti.

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  42. Chiedo scusa, ma al di lá di un interessante dibattito, sul quale obietto solo che mi sembrerebbe strano che le Banche non sfruttino la garanzi diretta del Fondo, chiedo nuovamente, se qualcuno lo sa (e solo per cultura personale): la Banca d'Italia ha dato regole per valorizzare e quindi ponderare a zero la controgaranzia del Fondo ai confidi?
    Le banche che possiedono un sistema validato da Basilea due di RATING interno, in teoria, dovrebbero saperlo fare. Ma ripeto ci sono regole dettate da Banca d'Italia per la controgaranzia ?

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  43. http://www.direttatv.tv/

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  44. Confermo, per quella che è la mia esperienza. Le banche non sanno ponderare la contro garanzia del FdGaranzia ed è solo una questiona informatica, peraltro stupida da affrontare e risolvere (non si deve dividere nulla, ma semmai fare la % di una %).
    Le regole ci sono (esiste una comunicazione ad hoc di Bankitalia) e, visto con l'occhio di una banca, non c'è nulla di complicato da applicare. del resto, se sappiamo farlo noi che siamo confidi .....
    Vediamo quanto impiegheranno. Se non ricordo male, la possibilità e' stata loro concessa nel 2009 (o forse 2010 ...). Sono curioso di capire quanto ci vorrà. bah!

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  45. Dai sistemi informativi delle banche ci si può aspettare di tutto, ma questa mi sembra veramente grossa. E mi si rizzano i capelli pensando che la sottocapitalizzazione di alcuni istituti riscontrata dall'EBA sembri ancora più grave perché al tracciato record delle garanzie manca un campo numerico e un flag, e la procedura crediti non ha le due righe di programma che calcolano la percentuale di una percentuale.
    Se è così (ma prego gli amici delle banche di smentirci, e spero che lo facciano), vediamo (paradossalmente) l'aspetto positivo: in caso di non rinnovo delle garanzie FCG, o di cessazione della garanzia di ultima istanza dello Stato, le banche non avranno un subitaneo deficit patrimoniale. Ai confidi, invece, mancherà la terra sotto i piedi, specie ad alcuni.

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  46. Per le banche non è così facile come la fa Enrico. La ponderazione dei fidi controgarantiti da FCG è un di cui della procedura fidejussioni. Che è un po complessa. Confermo invece che per i Confidi è più facile.

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  47. Non mi metto a discutere con Sapio e certamente ha ragione lui che io la faccio troppo facile (anche se forse mi sfugge qualcosa: se su una % di finanziamento si pondera zero, mi pare che questa considerazione sovrasti qualsiasi altra cosa .. o no?) ... ma magari sarebbe un buon inizio ...

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  48. Caro Professore non si stupisca, solo poche banche ponderano la garanzia del FCG, sia quella acquisita direttamente sia quella mediata tramite il Confidi, nonostante i benefici che ne potrebbero avere.
    Intesa Sanpaolo ha attivato il sistema di monitoraggio e ponderazione a partire da marzo/aprile del 2012, Unicredit non e' ancora partita: consideri che le istruzioni Bankit risalgono al 2009.
    Se unicredit avesse attivato la ponderazione del FCG avrebbe potuto ridurre la richiesta di aumento di capitale di oltre € 500 milioni

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  49. Dopo i primi commenti alla notizia si è cambiato argomento, da informazioni trapelate pare che i problemi di Fidindustria nel 2012 siano arrivati a più di 60 milioni, e c'è ancora qualcuno che pensa di si possa scaricare tutto a "babbo natale" FCG, ma credo che il vento che si sta alzando nel paese non permetta più a nessuno di pensare che si possa deresponsabilizzare gli amministratori dei confidi che adottano comportamenti "spero in buona fede" volti a dissipare i fondi messi a loro disposizione dai vari enti pubblici.
    La crisi non giustifica l'euro azione di finanziamenti a chi purtroppo non ha più nessun merito creditizio, altrimenti i fondi servono solo a far recuperare alle banche crediti concessi originariamente senza i confidi, e come è stato detto sopra, diventano solo fondi che con una partita di girano aiutano solo le banche e non le imprese, a discapito dei confidi che chiuderanno togliendo uno strumento che a mio avviso deve essere al servizio delle imprese sane, e non di quelle che chiuderanno comunque.

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  50. Anche io torno sul tema del blog e di Fidindustria: aggiungo che il 28-02-2013 (successivamente al divieto di operare) sul sito del Confidi in questione appare una notizia che promuove il nuovo fondo Energia e il suo utilizzo. Quindi tale fondo coinvolge o no il rilascio di una garanzia?
    - se si perchè viene promosso il prodotto se non lo si puo' "vendere" con tanto di garanzia per ordine di banca d'Italia.
    - se no (cioe' se il fondo non coinvolge il rilascio di una garanzia) perchè e' stato dato in gestione a due confidi?

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  51. @Anonimo dell'1:05, concordo pienamente. Le banche non sono tutte e sempre in grado di separare (tentativamente) chi ce la può fare. I confidi potrebbero aiutarle se decidessero di fare i protagonisti. Non possono ridursi alle perorazioni a non revocare (le banche hanno poco interesse a dar loro retta)

    Charlie: penso che i fondi di rotazione "fuori bilancio" non siano toccati dal divieto di intraprendere nuove operazioni perché non generano rischi su risorse proprie del confidi.
    A lato, annoto che i confidi in difficoltà dovrebbero sposare un'operazione trasparenza, farebbero del bene a loro stessi e a tutto il sistema. Perché l'ispezione ha avuto esito negativo? Che cosa si deve cambiare? Un bel ricambio di CdA sarebbe utile, senza dare la croce addosso agli uscenti, per affermare la volontà di ripartire, di rilanciare. Si dovrebbe spersonalizzare la questione.
    Invece temo che si sprechi tempo e denaro per le difese legali (legittime, per carità) dei soggetti sanzionabili, delegando ai consulenti la riflessione, la diagnosi e la proposta di terapia. Invece penso che Banca d'Italia gradirebbe di più un foglio di carta con quattro idee dette alla buona, ma concepite e proposte dalle persone che poi le attueranno.

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  52. Non capisco il motivo per cui molti pensano che i confidi scarichino i problemi al FCG.
    Tutto cio' non e' vero per almeno tre motivi:
    - anche il confidi partecipa pro quota al rischio
    - il FCG ha una struttura di analisi di rischio
    - la contro garanzia del fondo riduce sensibilmente l'assorbimento di capitale del confidi e quindi i 107 non possono starebsul mercato senza il FCG.
    Sono le banche che con la garanzia diretta scaricano le pratiche piu' problematiche sul FCG.
    Non ricordo di aver visto della numerosa reportistica che pubblica il FCG uno straccio di dato sulle sofferenze da banche e sofferenzebdabconfidi

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  53. Anche le banche che si rivolgono al FCG mantengono una gran parte del rischio. Superiore a quella che mantengono i Confidi. La struttura di analisi del rischio di FCG (la griglietta di accettazione priva di andamentale) opera anche nei confronti delle banche. E allora? I Confidi sono buoni e le banche cattive? Quello che non si riesce a capire è quanta parte dell'agevolazione va ai prenditori finale e quanta parte invece si perde per strada (Taeg di filiera).

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  54. Caro Sapio,
    Non ci sono aggregati buoni o aggregati cattivi; ci sono invece tassi diversi di sofferenza tra singola banca e singolo confidi.
    Il FCG ha certamente il dato e dovrebbe pubblicare almeno l'aggregato e tenerne conto in fase di istruttoria pratiche.
    Per quanto concerne il costo di filiera sarebbe sufficiente, anche se non esaustivo, vedere il tasso di interesse applicato da una banca alla stessa inpresa se l'operazione e' garantita o se non e' garantita.
    Probabilmente ( nel caso Unicredit e' certo perche non riesce a ponderare) labdifferenza e' modesta

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  55. A me pare tutto surreale. Siamo nel 2013 e a fronte di dubbi e quesiti su dati che dovrebbero essere forniti in tempo reale la risposta e' che non sono stati mai forniti ( FCG ) . Le Banche dopo le varie lenzuolate di Basilea non riescono ancora a ponderare. E noi non riusciamo neppure a generare un Taeg di filiera nel caso di intervento dei Confidi oppure senza . Sembra la scena di un cucchiaio in una tazza d'acqua in attesa che monti .

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