Il Consiglio dei Ministri di ieri (vedi comunicato stampa) ha approvato il decreto-legge con misure urgenti per la crescita. Due sono i punti che riguardano il credito (cito):
1) Più facile accedere al fondo di garanzia delle PmiPer riattivare il circuito del credito, il decreto prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia, per consentire l’accesso a una platea molto più ampia di piccole e medie imprese. A questo scopo, in particolare, si dispone la revisione dei criteri di accesso per il rilascio della garanzia che allargherà notevolmente la platea delle imprese che potranno utilizzare il Fondo ed è stato programmato un cospicuo rifinanziamento, in sede di Legge di Stabilità, che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi.
2) 5 miliardi per l’acquisto di nuovi macchinariLe Pmi potranno accedere a finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo.Il provvedimento (1) era atteso, dopo i ripetuti annunci del Ministro Zanonato, dei presidenti delle Associazioni d'impresa e dei top manager delle maggiori banche. Il sostegno del credito alle Pmi è sempre di più fondato sul Fondo. Sostenere il credito alle Pmi è urgente e necessario, però mi chiedo che cosa stiano facendo tutti gli utilizzatori del Fondo centrale, banche, società di leasing, fondi regionali e confidi, per indirizzare correttamente i mezzi che lo Stato impegna in questa partita. Non ho colto nelle istanze dei richiedenti alcun segnale di novità rispetto al 2008, quando il "Salva-Italia" ha introdotto la garanzia di ultima istanza dello Stato e stanziato risorse pluriennali. Il Fondo era e rimane una misura tampone, lo sarà per una platea più ampia di imprese grazie a un filtro di scoring a maglie allargate. Andando a leggere i bilanci dei confidi che ne sono i maggiori utilizzatori, non mi pare la Fondo-dipendenza sia una fucina di modelli di intermediazione del rischio geniali e, soprattutto, difendibili a medio andare. Non è che alla fine l'ambaradan messo in piedi va principalmente a spostare perdite su debito già esistente verso lo Stato, coprendo la quota di rischio residua con risorse pubbliche locali o con fondi rischi alimentati dalle commissioni pagate dalle imprese sane? Se il gioco finisce, che cosa rimane in piedi? Mi sbaglio sicuramente, però tiriamo fuori i dati per dimostrare il contrario, per favore. E monitoriamo i comportamenti degli intermediari. Se un ospedale svuota i reparti di cura e ingolfa il pronto soccorso e la lungodegenza non è un buon segno. Magari non è così, ma andiamo a vedere.
I finanziamenti:
saranno concessi entro il 31 dicembre 2016 da banche convenzionate;
avranno durata massima di 5 anni e per un valore non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa.
Arriva anche (punto 2) una nuova Sabatini, cioè un programma di rifinanziamento agevolato degli investimenti in macchinari con una dotazione di 5 miliardi.
Evviva la vecchia, cara, trasparente, efficace Sabatini
RispondiEliminaEvviva la vecchia, cara, trasparente efficace L. 407/90 e perchè no Sapio gli ex art.155 comma 4 di una volta ma anche di due .... !
RispondiEliminaIn entrambi i casi c'è un nuovo quadro normativo cui adeguarsi
RispondiEliminaNon ci bastano piu' ne i chiodi ne le pareti pertutti i quadri normativi cui adeguarsi. Di una sabatini due non ce ne facevamo niente bastava rifinazniare la prima !
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