La Banca dei Regolamenti Internazionali ha pubblicato l'83a Relazione Annuale (link alla versione in italiano) in cui rivolge un pressante invito a famiglie, imprese, governi e banche a fare buon uso del tempo "preso in prestito" grazie alle politiche accomodanti delle banche centrali. "Ora che il culmine della crisi è passato ..." ma è davvero così?
L'agenda delle cose da fare tratteggiata nell'abstract è apparentemente ovvia:
Prepariamoci ad affrontare un percorso accidentato. Chi vuole seriamente aggiustare il suo bilancio per guardare al futuro con fiducia, per lavorare e dare lavoro, dovrà in misura crescente contare sulle proprie forze, e sulle proprie idee, costruendo insieme con altri che si muovono per la stessa energia morale. Gli aiuti che continueranno a venire dai governi e dalle banche centrali andranno principalmente a chi non ha quell'energia. Gli aiuti non basteranno. Il tira e molla di restrizioni e accomodamenti produrrà smottamenti, e presenterà il conto a chi non se l'aspetta, alimentando l'astio sociale verso chi ne esce indenne, perché tutelato.
Sarà sempre meno facile fare banca come attività d'impresa. Meno facile, ma non impossibile. La prima sfida che si prospetta, forse già nelle prossime settimane, è la decompressione dei tassi di interesse. Se gli spread rialzano la testa, può essere doloroso per i bilanci di banche, imprese e governi (delle famiglie un po' meno). Occorre prepararsi.
L'agenda delle cose da fare tratteggiata nell'abstract è apparentemente ovvia:
Gli interventi devono focalizzarsi sul risanamento dei bilanci, sulla sostenibilità dei conti pubblici e soprattutto sulle riforme economiche e finanziarie necessarie per ricondurre le economie sulla strada della crescita reale, come governi e cittadini vogliono e si aspettano (Capitolo I). Dopo aver passato in rassegna gli sviluppi economici dell'anno trascorso (Capitolo II), l'83ª Relazione annuale affronta nel dettaglio le sfide fondamentali per le politiche economiche: riformare i mercati del lavoro e dei prodotti per rilanciare la crescita della produttività (Capitolo III), garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche (Capitolo IV), adeguare la regolamentazione finanziaria per assicurare la capacità di resistenza di un sistema globale sempre più complesso (Capitolo V) e tornare a mettere l'accento sugli obiettivi di stabilizzazione delle banche centrali (Capitolo VI).L'insieme di azioni di risanamento, riforma e rilancio richiede però una massa enorme di risorse finanziarie, o di sacrifici, e i diversi soggetti, individuali e collettivi, sono in aspra competizione per accaparrarsi le prime e scansare i secondi.
Prepariamoci ad affrontare un percorso accidentato. Chi vuole seriamente aggiustare il suo bilancio per guardare al futuro con fiducia, per lavorare e dare lavoro, dovrà in misura crescente contare sulle proprie forze, e sulle proprie idee, costruendo insieme con altri che si muovono per la stessa energia morale. Gli aiuti che continueranno a venire dai governi e dalle banche centrali andranno principalmente a chi non ha quell'energia. Gli aiuti non basteranno. Il tira e molla di restrizioni e accomodamenti produrrà smottamenti, e presenterà il conto a chi non se l'aspetta, alimentando l'astio sociale verso chi ne esce indenne, perché tutelato.
Sarà sempre meno facile fare banca come attività d'impresa. Meno facile, ma non impossibile. La prima sfida che si prospetta, forse già nelle prossime settimane, è la decompressione dei tassi di interesse. Se gli spread rialzano la testa, può essere doloroso per i bilanci di banche, imprese e governi (delle famiglie un po' meno). Occorre prepararsi.
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