Viviamo in tempi strani. Gli schemi mentali che ho formato in trent'anni di studio su banche e politiche pubbliche sono obsoleti. Una dimostrazione? Eccola: l'art. 8 del Decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (quello dell'abolizione del voto capitario nelle maggiori banche popolari, per intenderci). L'articolo in questione rende facoltativo il ricorso alla provvista CDP per banche e intermediari finanziari che erogano prestiti o leasing assistiti dai contributi in conto interessi della c.d. Sabatini bis (articolo 2, comma 4, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69). Chi ha chiesto di svincolare la concessione del contributo dal ricorso alla provvista presso la gestione separata della Cassa Depositi e Prestiti?
Secondo questo articolo del Sole 24 ore, è stata Assilea, associazione delle società di leasing, a sollecitare questa norma inserita d'urgenza nel decreto. Perché? Perché la provvista dedicata di CDP è oggi troppo cara. Meritano di essere riportati i dati citati nell'articolo
La provvista presso la BCE, presumo nella forma del TLTRO, spiazza le altre due, e non parliamo del costo che gli intermediari pagherebbero se emettessero bond sul mercato, o linee di credito dalle banche.
Nel mondo strano di oggi i volumi e i margini sul credito si fanno andando a ritagliare queste opportunità, finché ci sono. Certamente non è un mondo dove si possono fare strategie a lungo termine contando soltanto sulle proprie forze e sul "mercato" (concetto difficile da riconciliare con la realtà).
Mi viene un'idea per i confidi 107: perché non vanno anche loro, che pure sono intermediari vigilati, a finanziarsi in BCE per erogare microcredito per cassa, cosa che alcuni di loro hanno già avviato?
Secondo questo articolo del Sole 24 ore, è stata Assilea, associazione delle società di leasing, a sollecitare questa norma inserita d'urgenza nel decreto. Perché? Perché la provvista dedicata di CDP è oggi troppo cara. Meritano di essere riportati i dati citati nell'articolo
Secondo un’elaborazione di Assilea, che raggruppa gli operatori di leasing, per un finanziamento a 5 anni attualmente il costo di provvista Cdp è pari a 0,70% (dato al 20 novembre 2014) a cui aggiungere l’Euribor a 6 mesi pari a 0,18%. Con la provvista Bce invece si arriva a 0,10% mentre in caso di provvista Bei a 0,48% (0,30% + Euribor 6mesi 0,18).Con uno spread del 2% e un costo del bene finanziato pari a 100mila euro, secondo i calcoli di Assilea, in caso di provvista Cdp la quota interessi restituita dalla Pmi alla banca sarebbe pari a circa 8mila euro, mentre in caso di provvista Bce pari a 5.865 euro e in caso di provvista Bei a quasi 7 mila.Veramente un mondo strano: per finanziare un'operazione che in gioventù avrei chiamato di credito speciale a medio termine, ci sono ben tre fonti non di mercato in concorrenza tra loro: un canale di provvista nazionale (che un tempo avrebbe potuto gestire il Mediocredito centrale), uno offerto da un'istituzione bancaria europea, e infine uno messo a disposizione nientemeno che dalla banca centrale. E un intermediario vigilato (non solo una banca, ma anche una società di leasing, o una finanziaria captive di un gruppo automobilistico) può accedere a tutti e tre.
La provvista presso la BCE, presumo nella forma del TLTRO, spiazza le altre due, e non parliamo del costo che gli intermediari pagherebbero se emettessero bond sul mercato, o linee di credito dalle banche.
Nel mondo strano di oggi i volumi e i margini sul credito si fanno andando a ritagliare queste opportunità, finché ci sono. Certamente non è un mondo dove si possono fare strategie a lungo termine contando soltanto sulle proprie forze e sul "mercato" (concetto difficile da riconciliare con la realtà).
Mi viene un'idea per i confidi 107: perché non vanno anche loro, che pure sono intermediari vigilati, a finanziarsi in BCE per erogare microcredito per cassa, cosa che alcuni di loro hanno già avviato?
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