mercoledì 28 settembre 2016

La Stampa accende i riflettori sul Fondo centrale di garanzia e mi cita: chiarisco il mio pensiero

Ieri sono stato citato come esperto in un articolo uscito sulla Stampa dal titolo Garanzie e fidi, un affare "senza rischi" che ora minaccia i conti delle banche, a firma di Gianluca Paolucci. Qui vorrei spiegare il mio pensiero rispetto ai giudizi e ai fatti lì riportati in tema di Fondo centrale di garanzia. Interrompo così sei mesi di silenzio su aleablog. Avrei voluto farlo con una maggior preparazione, ma affretto i tempi perché qui serve un chiarimento tempestivo, a scanso di equivoci.
Tutto nasce dalla crisi di Eurofidi, "risolta" il 15 settembre scorso con la delibera di messa in liquidazione del maggiore confidi italiano. Non ricostruisco qui la vicenda: ne avrete letto o sentito parlare. Dalla cronaca torinese è passata alle pagine di economia dei quotidiani  nazionali (domenica sul Corriere e oggi sulla Stampa). Anche Oscar Giannino ha ospitato i protagonisti (il DG di Eurofidi Massimo Ariano e l'assessore Giuseppina De Santis) nel suo spazio pomeridiano. Tornerò a parlarne quando ci saranno informazioni pubbliche adeguate.

Le difficoltà di Eurofidi nascono ultimamente dall'alta incidenza delle garanzie deteriorate, non diversa da quella osservata nel portafoglio PMI di molte banche italiane. Il confidi aveva coperto il grosso del rischio di credito ricorrendo sistematicamente alle contro-garanzie del Fondo centrale PMI. Quando i crediti garantiti sono andati in default, Eurofidi ha sofferto perdite non soltanto sulla quota di rischio trattenuta (il 20% circa), ma anche su quella riassicurata presso il Fondo.

Come è potuto accadere? A causa della sopraggiunta inefficacia della copertura statale, determinata da irregolarità della procedura di ammissione imputabili all'intermediario. Come riferisce Paolucci:
Si tratta spesso di vizi di forma, errori nella compilazione delle pratiche, documentazione mancante o incompleta, mancanza dei requisiti per l'accesso alla garanzia.
Queste irregolarità sono monitorate ex ante dal Gestore del Fondo (l'articolo non lo precisa) con verifiche sul 5% circa delle pratiche accolte. Tuttavia,  il grosso viene al pettine soltanto al momento dell'escussione, quando il confidi, o la banca, rilevano un'insolvenza. Ogni pratica ammalorata è passata al setaccio e, se risulta viziata da irregolarità, la garanzia è revocata.

Per effetto della revoca, l'intermediario si ritrova doppiamente scoperto sulla quota di rischio che presumeva riassicurata: deve portare a conto economico le rettifiche per perdite (ai tassi di copertura di una sofferenza) e inoltre deve assorbire capitale di vigilanza sull'esposizione netta di rettifiche (che ovviamente perde la ponderazione zero). L'impatto è violento, se pensiamo che il Fondo può coprire fino all'80% dell'erogato, su prestiti a imprese per lo più chirografari, con percentuali di LGD (perdita al default) che il mercato delle sofferenze stima superiori al 90%.

Il fenomeno delle garanzie inefficaci dovrebbe avere un'incidenza fisiologica. Così si pensava, ma dalla verifica fatta da Eurofidi emergerebbero evidenze più preoccupanti. Qui l'articolo cita dei dati che non ho fornito io (ci tengo a precisarlo), ma che ha divulgato il DG di Eurofidi a Radio24, e forse sono stati integrati con riscontri diretti da persone informate dei fatti. Li cito:
Le garanzie potenzialmente invalide sono il 22% del totale di quelle emesse da Eurofidi. I riflessi sui conti della società torinese sono però limitati a 32 milioni, pari al 5% di quel totale. Perché il problema maggiore sarà nei conti delle banche, applicando quel 22% di garanzie invalide al "sistema" delle garanzie pubbliche.
Attenzione: tutti questi numeri devono essere verificati. I 32 milioni sono le rettifiche di valore 2015 sulle pratiche inefficaci (dichiarate a Radio 24), il 5% dovrebbe essere l'incidenza di queste sul numero totale di pratiche controgarantite istruite da Eurofidi, sulle quali il confidi sopporta il rischio revoca. Il 22% non so come sia stato ottenuto. A quanto ho capito, le pratiche di contro-garanzia istruite dalle banche e poi tramitate per Eurofidi hanno un'incidenza delle irregolarità più alta . Di quanto? Non si sa, così come non si conosce l'incidenza delle pratiche inefficaci su quelle gestite dalle banche come garanzia diretta.

La Banca d'Italia avrà probabilmente alzato l'attenzione su questa componente di rischio legale/operativo in caso di inefficacia della garanzia statale. L'articolo racconta dei contatti assidui intercorsi tra il confidi torinese e la Vigilanza ...
... che il 18 luglio manda i suoi ispettori a Torino per capire l'entità del fenomeno. E da lì parte un accertamento sui possibili, potenziali effetti sui bilanci bancari delle garanzie invalide.
E' così emerso un problema di rischio operativo, che impatta sugli intermediari.

C'è però un problema speculare, più imponente, del quale finora nessuno ha parlato: quello del rischio di credito, che impatta sul bilancio pubblico.
Chiarisco meglio: il macro-problema rivelato in Eurofidi (e non da ieri, lo si leggeva chiaramente nel bilanci del 2013 e del 2014), è l'alta incidenza dei crediti deteriorati sulle pratiche contro-garantite dal Fondo. La parte maggiore di queste garanzie è efficace, e a fronte di ciò il Fondo copre in media l'80% delle perdite. Che sono pagate dai contribuenti. Nessuno si scandalizza, fa parte del meccanismo ed è l'altra faccia dei benefici che la garanzia pubblica dà quando viene erogata.

Detto questo, mi chiedo che impatto avrà sul Fondo centrale la parte assistita dalla garanzia statale del portafoglio di NPL che si è accumulato presso altre banche e confidi. Non ho le informazioni per dire che sarà più alto tra le banche (le "ricadute peggiori" di cui ho detto all'articolista erano riferite al rischio operativo), né per dire che prosciugherà le risorse del Fondo centrale.

Tuttavia, ho riscontrato che l'informativa pubblica sul portafoglio NPL del Fondo centrale di garanzia, sulla sua composizione per stati di gravità, sui coverage ratio, è pressoché assente. Questo volevo esprimere, sebbene il virgolettato lo traduca in forma troppo brusca :
Alla base c'è un problema di trasparenza: "Le pratiche di copertura del Fondo non le conosce nessuno", dice ancora Erzegovesi.
Ovviamente,  la Banca d'Italia (via Centrale dei Rischi) e le banche (per le loro esposizioni) hanno un quadro preciso delle perdite che probabilmente matureranno sul portafoglio riassicurato dal Fondo PMI. Fatta la dovuta pulizia per le pratiche a rischio inefficacia (se il fenomeno si confermerà importante), possono quindi stimare il flusso di escussioni attivabili e i correlati pagamenti da parte dello Stato. E ovviamente anche il garante (lo Stato), deve stimare il proprio rischio potenziale, esigendo un flusso informativo adeguato da parte degli intermediari che si avvalgono della sua garanzia.

Non voglio qui cimentarmi in stime di impatto, che richiederebbero un database sugli stock del Fondo centrale che non è accessibile al pubblico (mentre lo sono i dati di dettaglio pratica per pratica sulle nuove operazioni per trimestre). Voglio soltanto auspicare una due diligence preventiva del portafoglio NPL del Fondo, non meno importante dell'imminente aggiornamento dei criteri di rating per l'ammissione (illustrato in questo intervento di un esponente del MiSE in gennaio). Va benissimo investire nella selezione dei rischi, ma altrettanto nella gestione sinistri, che di questi tempi ha un peso schiacciante.

Se in futuro il flusso di escussioni verso il Fondo avesse un'impennata, suonerebbe di nuovo sui media finanziari l'allarme NPL Italia. I numeri del Fondo centrale sono relativamente piccoli (poche decine di miliardi di credito garantito), ma producono un impatto diretto, per contratto, sulle casse dello Stato.
Abbiamo già sofferto troppe crisi bancarie out of the blue (così viste da supervisori europei e agenzie di rating). Se dovesse scoppiare un caso FCG, si farebbe ancora a gara nello stracciarsi le vesti: chi ha nascosto le perdite latenti? Chi, dovendo sorvegliare, ha dormito? Chi risponde del danno erariale? Le garanzie erogate erano conformi alle regole sugli aiuti di Stato? Ex ante di sicuro, ma ex post? Chi ha tratto profitto dal Fondo facendo business o scaricando rischi, o entrambe le cose?
Finiti i fescennini (cito Gianni Brera, anche se non scriveva di finanza), si metterebbe mano al portafoglio, dello Stato e delle banche. Nella depressione generale.

Cerchiamo questa volta di monitorare il problema, e affrontarlo per tempo. Se poi sarà un piccolo problema, tanto meglio.

Il Fondo centrale continua ad essere una leva di politica creditizia della quale il sistema bancario non può fare a meno. Il Governo continuerà a sostenerlo.
Cerchiamo di farlo funzionare bene in una situazione di difficoltà straordinaria, come è quella che stiamo attraversando.


Post scriptum
Dimenticavo, la citazione di Gianni Brera
In Italia, dove tanto scarseggia, sul coraggio si preferirebbe scivolare con discrezione di comodo. Nossignori, che dobbiamo distinguere l'uomo dal piccolo barlafuso imbroglione, l'atleta che conosce il sacrificio generoso dal furbo fregnoncino capace di fingere e infinocchiare! Certi spettacoli di calcio, in Italia, rasentano il fescennino burlesco, talché si potrebbe dire che a nobilitarli sia soltanto la ferocia dei meno bravi, il loro disperato e impietoso "struggle for life".





45 commenti:

  1. Gli altri utilizzatori del FCG non hanno avuto problemi ?????

    RispondiElimina
  2. Qualche anno fa avevo girato "un corto" che in molti si erano rifiutati di vedere. Probabilmente ora vincerebbe il "Festival delle canne" .....

    RispondiElimina
  3. Ma per favore !!! (Non ce l'ho con lei professore, ma con tutti quegli attori che oggi discettano di tutto, molto spesso senza saperne nulla).
    Sono anni che dico che il sistema, così come è stato disegnato, non funziona. Forse (e sottolineo forse) siamo arrivati al momento di presentare il conto (dato che, ammesso che arrivi il conto, bisognerà anche identificare chi lo paga).
    Dal mio piccolo vedo carenza di trasparenza (e qui ho sempre condiviso il suo pensiero, professore), al quale ho pero' sempre aggiunto una scarsità di cultura e competenze, oltreché una apparentemente totale assenza di controlli (e non mi sto riferendo ai controlli minuti sulle operazioni, perché di quelli ce ne sono fin troppi, anche se la maggior parte dei quali sono fatti a sproposito e solo per dilatare all'infinito i tempi dei pagamenti ... ammesso che alla fine li autorizzino).
    Ma bypassiamo il passato e veniamo ad un presente recente. E' di pochi giorni fa un articolo del Sole che riportava la necessità di rifinanziare il Fondo con 3,7 MILIARDI in 3 anni. E' di ieri od oggi la notizia che forse, solo per il prossimo anno, gli daranno 900 milioni.
    La mia opinione ? Presto detta.
    Se il meccanismo dovesse funzionare prestando fede alla mission (garanzia affidabile perché dello Stato) ed alla definizione delle garanzie che concede (prima richiesta), i 3,7 miliardi li esaurirebbero nell'arco di un solo anno, altro che tre anni. Per quelli a venire, si vedrà.
    E se esagero, mi posso sempre appellare alla carenza di trasparenza sul credito deteriorato ... ;-)
    Sono convinto che ne riparleremo.

    RispondiElimina
  4. Post scriptum. Mi permetto solo una considerazione sul punto in cui lei parla di Bankitalia e Ce.Ri..
    Io non sono così certo che, attraverso la Ce.Ri., sia possibile risalire alle esposizioni, di firma e per cassa, deteriorate e non, del portafoglio del Fondo. Lei lo è ?

    RispondiElimina
  5. Devo tornare in condizione, e i commenti di Vecchioanarchico sono un ottimo esercizio.
    Sulla possibilità di ricostruire le esposizioni aggregate del Fondo centrale da CeRi, tutto dipende dalla correttezza delle segnalazioni. Io non ho mai fatto esperimenti diretti

    RispondiElimina
  6. Se solo il 5% delle garanzie rilasciate dal FCG sono validate ex ante, che validità hanno per il sistema l'altro 95%. La bella addormentata (BdI)che fa?

    RispondiElimina
  7. Due considerazioni.
    1. Se anche ciascun intermediario segnala le garanzie che riceve (ammesso che le segnali) su ciascun affidato, certamente non segnala chi è il soggetto che gliele dà. Sull'altro fronte, non penso che il Fondo sia un soggetto segnalante e, se non mi sbaglio su questo, la vedo dura poter tentare una riconciliazione, al fine di capire quante sono in bonis e quante sono deteriorate. Di conseguenza, per cercare di saperne di saperne di più, l'unico soggetto che lo potrebbe dire è MCC, cioè il gestore del Fondo. Considerando però come gestisce, non so quanto possa essere affidabile (faccio una battuta, se è affidabile come è affidabile la garanzia dello Stato ...mi fermo qui perché mi viene da ridere).
    2. La validazione ex ante è solo un aspetto, del tutto parziale, sull'efficacia di una garanzia. Il 5% di operazioni soggette a controllo ex ante può tranquillamente (tranquillamente ?) rivelarsi inefficace al momento dell'escussione.
    BdI non può (astrattamente non avrebbe alcun titolo) intervenire con ispezioni sul tema. Quello che sta facendo è ispezionare Eurofidi, il piu grosso player sul Fondo e quindi con tante casistiche presenti, per farsi una cultura (ammesso che ci riesca) e, sulla base di quello che vede e/o capisce, esporterà il modello ispettivo presso altri intermediari, per capire l'entità del "buco" ciascun intermediario ispezionato. L'alternativa, post ispezione, è quella di ..."incazzarsi" ...per essere stata presa in giro e pretendere che le cose cambino. Oppure, perché no, tutte e due le cose: cioè stimare eventuali buchi e pretendere modifiche. Vediamo come va a finire.

    RispondiElimina
  8. Aggiunta. Quanto al link da lei opportunamente segnalato su twitter (tale Marco Della Luna) ... confesso ...non ce l'ho fatta a leggerlo fino in fondo. Dopo le prime 10 castronerie ho smesso. Potrei commentare in due modi: o Marco vive Sulla Luna oppure, semplicemente, mi richiamo all'esordio del mio commento del 30 settembre.

    RispondiElimina
  9. La segnalazione la deve fare chi, banca o Confidi, riceve la garanzia. La segnalazione avviene fra le garanzie ricevute dal Fcg.
    BdI dovrebbe ispezionare banche e Confidi per mettere in luce la % di infefficacia delle garanzie e l'effetto sul requisito patrimoniale minimo.

    RispondiElimina
  10. Professore la Sua disamina è corretta ma le devo dire che già da tempo, visto che le condizioni di Eurofidi erano precarie da almeno qualche anno ( per chi sa leggere quel genere di bilanci tra le righe ), ci si domandava che impatto avrebbe avuto sul FCG un default di Eurofidi. Come ben sa la scarsa patrimonializzazione dello stesso Eurofidi lo ha portato a fare pratiche in prevalenza controgarantibili. Quando si diventa un garanzificio è molto probabile che si stia meno attenti a tutta la documentazione necessaria per poi escutere il FCG. In questo io penso che il direttore di Unionfidi da Giannino abbia detto delle cose inaccettabile probabilmente per salvare la faccia a lui e alla societa che rappresenta. Stiamo aspettando la riforma del FCG da troppo tempo e solo a novembre, forse, partirà testandosi sulle sole pratiche legate alla Sabatini. Il problema è che i Confidi, e tutto il mondo che li circonda, non è una priorità per il Mi.Se. e per il FGC e allora di cosa ci si stupisce. E' vero il sistema delle garanzie private e pubbliche cosi come costruito in Italia sta perdendo colpi ed è solo una questione di tempo l'arrivo al capolinea. Ma allora diciamocelo subito, chiudiamo tutti i Confidi o raggruppiamoli in due o tre nazionali con buona pace di tutti quelli che sostenevano che questo tipo di organismi doveva svolgere una funzione cruciale per tutte quelle aziende in quell'area grigia con difficoltà di accesso al credito a costi accettabili. Non mi dilungo ulteriormente.....

    RispondiElimina
  11. @sapio.
    La segnalazione la deve fare ...giusto (poi dipende se la fa o no).
    La segnalazione avviene tra ... questo non mi risulta.
    BdI dovrebbe ispezionare ... è quello che ha cominciato a fare con Eurofidi. Per il resto, ci vorrà tempo.

    RispondiElimina
  12. @anonimo delle 08.00.
    Per giudicare le cose che ha detto il direttore di Eurofidi (non Unionfidi) da Giannino, occorre anche avere presente che è lì da circa due mesi e, non provenendo dall'interno, verosimilmente sa solo quello che gli è stato raccontato ...che forse è molto poco. Non infierirei sulle sue dichiarazioni, forse poco realistiche, ma probabilmente ancora in perfetta buona fede.

    RispondiElimina
  13. Sulle segnalazioni: le garanzie del FCG dovrebbero essere segnalate da banche e confidi vigilati sia in centrale rischi (non conosco i dettagli) sia ai fini della credit risk mitigation del rischio di credito nelle segnalazioni per i coefficienti di capitale.

    Sul fatto che il sistema sia al capolinea: dipende anche dalle azioni che si faranno pee evitarlo. Partiamo dall'assunto che qualsiasi attività di intermediazione finanziaria oggi è pressata a riorganizzarsi. Penso che dalla riorganizzazione, se non va tutto a rotoli, potrebbero aprirsi nuovi spazi per i confidi o per nuovi intermediari che ne raccolgano l'eredità. Non rassegniamoci al fatto che tutto va in rovina.

    RispondiElimina
  14. E' colpevole dare credito senza entrare nel merito della qualità del debitore ma è anche colpevole raccogliere garanzie senza entrare nel merito della qualità del garante.
    E le Banche hanno tante colpe.

    RispondiElimina
  15. Si prenda atto che escutere il FCG è difficile.

    RispondiElimina
  16. Il FCG è la droga con cui la politica ha anestitizzato il sistema finanziario moderno. Regalo di stato a banche e intermediari per ridurre la propria esposizione anche in vista della vigilanza europea con la consapevolezza che poi la reale escussione è un altra cosa..

    Non a caso alla riforma del centrale l'ABI si sta opponendo rimandandola di mese in mese per evitare gap di capitale ad alcune grandi banche (unicredit in primis).

    La verità è che il centrale non ha dato fiato all'economia ma ha fatto consolidare posizione bancarie per allegerire gli assorbimenti patrimoniali e fatto arricchire società di servizi, servicing vari e confidi su una grande bolla di sapone...

    I soldi dovrebbero essere dati per sgravi fiscali e non con questi strumenti che hanno una catena di intermediazione molto lunga e sulle quali le imprese non hanno la piena visibilità e padronanza!

    RispondiElimina
  17. Il Fondo centrale è stato tante cose. Per scelta politica, dal 2008, grazie alla ponderazione zero, è diventato uno strumento di capital saving per le banche sul portafoglio PMI di buona qualità (scoring fascia 1). In parallelo, ha supportato imprese fragili (scoring fascia 2), controgarantite attraverso i confidi. Concordo, ne è stato fatto un uso indiscriminato da filiere di mediatori, confidi, banche che hanno fatto margini sull'erogato, senza troppo curarsi dei rischi che nel frattempo si accumulavano (il grosso a carico dello Stato). Ora sono venuti al pettine grossi nodi e le parti coinvolte per le cifre più grosse (Stato e grosse banche) cercano di contenere l'impatto difendendo lo status quo. Tuttavia, come per il resto dell'offerta di credito alle PMI, anche qui penalizziamo l'offerta di nuovo credito per puntellare lo stock deteriorato, senza un'idea precisa di quanto verrà a costare.
    La cosa da fare è affrontare il problema come un di cui del piano di smaltimento NPL. Gestire con trasparenza la liquidazione di Eurofidi è la grande occasione per attivare a livello di sistema gli strumenti per farlo.

    RispondiElimina
  18. Il Governo non si rende conto che uno strumento così difficile da adoperare come il FCG è inutile?

    RispondiElimina
  19. Però scusate, esempio su 100k ma per capire le cose..
    Il sistema bancario ha affidato 100k
    - la banca ha guadagnato il 4/5% annuo sino al default (un paio di anni su chiro a 5);
    - il confidi il 2/3% all'erogazione;
    - l'associazione l'1/2% all'erogazione;
    - lo stato ha coperto teoricamente 80% quindi 80k all'ergazione..
    e ora che le cose vanno male e che si è venduta aria fritta su garanzie pubbliche (MCC) facendo guadagnare ai privati (circa 15K su effettivi 20K di rischio netto stato) si chiede nuovamente un piano per gestire gli npl?!

    Ma qualcuno in questo bel paese prima o poi paga il conto o solo i contribuenti???

    RispondiElimina
  20. Oggi il problema sta anche nel fatto che anche i clienti che potrebbero pagare, non pagano. Sanno infatti che se la posizione finisce ai recuperi, potranno godere di un forte sconto.
    Soluzione parziale: rinforzare i recuperi col personale in esubero.
    Rinforzare anche gli uffici crediti e migliorare l'istruttoria di concessione, oggi spesso carente.

    RispondiElimina
  21. Ma no, ma no Professore. Ma quanti convegni abbiamo fatto parlando delle riorganizzazioni dei Confidi? Da quanti anni ne parliamo? All'ultimo convegno Confires a Firenze ho sentito delle soluzioni, alternative al core del rilascio garanzie, che mi hanno fatto venire i brividi. Poi sono andato a verificare che tipo di impatto avessero sul bilancio di questi illuminati e mi sono accorto che i numeri erano risibili anche in considerazione dei rischi contratti.
    Non voglio dire che non ci si debba riorganizzare ma restando in un alveo di conoscenza e competenze proprie di un intermediario finanziario come siamo noi. Per intenderci non mi sognerei domani di fare l'agenzia immobiliare o cose simili. Quindi la domanda è: siamo sicuri che con questa tipologia di riorganizzazione le criticità finanziarie e patrimoniali dei Confidi vengano risolte? Io credo di no anche se vorrei sbagliarmi. Voglio invece tornare a bomba per sostenere che è un problema politico. Vogliamo che i Confidi siano funzionali e attori principali in un contesto economico in cui le piccole imprese "semi perfoming" hanno grosse difficoltà di accesso al credito a costi contenuti? Se si, e questo giustificherebbe anche un spendita di denaro pubblico così ingente, allora dobbiamo dare un senso ma sopratutto un valore alla garanzia dei Confidi. Vada a vedere le ultime semetrali, ma anche gli ultimi bilanci dei Confidi maggiori, c'è una perdita costante nella voce "commissioni attive". Le Banche ci stanno completamente disintermediando, questo perché preferiscono gestire direttamente le garanzie perchè ci considerano in molti casi un peso non utile. Nessuno sta inoltre dalla nostra parte perché ci ritengono essere solo un costo aggiuntivo per le imprese e purtroppo, amaro ridirlo, inutile. La legge delega della riforma dei Confidi nelle sue linee guida tratta di questo punto, la rivalorizzazione della garanzia. Saremo in grado di far scrivere i regolamenti nella maniera migliore possibile?? Vedremo.....

    RispondiElimina
  22. @Anonimo delle 12:55 è vero, su FCG sono passate operazioni di rapina. Doppio guaio, perché l'80% di rischio passato allo Stato non è bastato a evitare il dissesto dei confidi che vivevano di quelle operazioni. Sarebbe giusto chiedere indietro i marginiintascati da chi ha erogato in maniera dissennata, ma è complicato.Gli NPL sul Fondo centrale ci sono, in qualche modo sono da smaltire.

    @Anonimo delle 17:52, il nuovo modello deve incastrarsi in un mercato del credito che è cambiato. Non vuol dire fare cose mirabolanti. Ok rivalorizzare la garanzia, ma che cosa implica praticamente? Non soltanto più Fondi pubblici. Come cambia la distribuzione, la selezione dei rischi, l'eventuale assistenza consulenziale, l'automazione dei processi, la formazione del personale, et cetera?. Se la legge delega invoglia a farlo, bene. Ma se rimane un elenco di sani principi, non cambierà niente, Per quanto buoni siano i regolamenti. Che comunque saranno massaggiati dalle varie manine sante che vogliono portare a casa dei benefici per questo o quel gruppo di interesse.

    RispondiElimina
  23. Sapete che qualche buon Confidi esiste ancora e resiste ancora nonostante l'insipienza delle Banche e la mala gestione del FCG (che molto presto diventerà un serio problema per il Bilancio dello Stato)!
    Chi ha buoni fondamentali e buone professionalità passata la nottata, cioè ridimensionato il FCG, tornerà ad avere ruolo nel "mercato".

    RispondiElimina
  24. @Anonimo del 4/10 h.12.55

    Stesso esempio con scenario finale diverso.
    La banca affida x 100 mila e guadagna 4-5 mila l'anno fino al default, supponiamo al terzo anno.
    Il confidi garantisce 50 mila e guadagna 2-3 mila subito e poi niente più (è esagerato, ma non importa).
    Il fondo garantisce l'80% del confidi e percepisce pochissimo, comunque dettratti dai 2-3 mila del confidi
    L'associazione non guadagna nulla e, se lo fa, non dovrebbe.
    Al default (dopo 3 anni) la banca escute il confidi e gli chiede 50 mila.
    Il confidi escute il fondo e gli chiede 40 mila (l'80% del confidi).
    Risultato ?
    Il confidi ha percepito 2-3 mila da spalmare su 3 anni, meno la fee del Fondo, ma deve adesso pagare 10 mila netti.
    Questo però accade se il Fondo onora il proprio impegno. Se non lo fa (come si sente dire), il confidi pagherà 50 mila.
    Conclusioni.
    La banca ha perso 50 mila - 15 mila di interessi = 35 mila (però ha migliaia di clienti buoni, che si tiene stretti, e tanti prodotti da vendere).
    Il confidi ha perso 10 mila - 3 mila di fee = 7 mila, se gli va bene, senno' ne perderà 43 mila (e, purtroppo, non solo non ha tanti clienti buoni, ma ha anche un solo prodotto: la garanzia).
    Lo Stato ha incassato una modesta fee e perde 10 mila o, spesso, perde nulla perché rifiuta di pagare (...ometto, per carità di patria).

    Adesso ragiona su questo modello semplificatissimo e moltiplicalo per le migliaia di garanzie di un confidi, con tutte le variabili del caso.
    Facci poi sapere chi è che deve pagare i conti e, possibilmente, anche con quali soldi.

    RispondiElimina
  25. Semplice... le banche
    che sino ad ora hanno beneficiato di tutto questo mondo assurdo

    RispondiElimina
  26. @facciamobingo
    l modello di business che descrive sembra portare al 100% di pratiche escusse; ovviamente non regge per nessuno.
    Dovrebbe esserci un flusso di margini o commissioni sulle pratiche che restano in bonis fino alla scadenza e coprono i margini negativi di quelle deteriorate. Un' ovvietà, scusate se la dico. Se invece sono già suonate le trombe dell'Apocalisse e non me ne sono accorto, svegliatemi.

    RispondiElimina
  27. 😄😄😄 Ma noooo, Professore !!
    Ho detto che era un semplificazione. Assolutamente grossolana, ne convengo, ma serviva solo ad opporre un esempio di segno contrario a quello del precedente Anonimo.
    È chiaro che (e per fortuna, aggiungo) ci sono imprese che rimborsano e quelle servono a controbilanciare le sofferenze / perdite. Ma poi lasciavo anche intendere un'altra cosa, e cioè che è più difficile che le imprese 'buone' si avviino al confidi in quanto, per finanziare quelle, le banche non hanno bisogno del confidi. Anzi, a volte le sottraggono proprio all'area di influenza del confidi.
    Ed è questa, a mio avviso, la stortura più evidente in termini di rischio e la causa che conduce ai dissesti: garantire solo la parte più rischiosa del mercato vuol dire perdere, prima o poi, l'equilibrio. Con l'ulteriore critica, dal versante opposto, che, se non le garantisci, allora non stai facendo il tuo lavoro di confidi.
    Ripeto, stiamo semplificando, ma alla fine questo è uno dei grandi temi su cui riflettere.

    RispondiElimina
  28. Proprio cosí, l'antica regola della riassicurazione: vuoi cedere rischi tuoi? Va bene, ma non me li scegli tu uno per uno, mi passi una quota del tuo portafoglio. Il rischio si aggira diventando attraenti per le imprese sane ma finanziariamente naïf, cosí sceglie il confidi la banca da cui portare un pacchetto di clienti buoni.

    RispondiElimina
  29. Ultim'ora. Via lettera, indagine a tappeto di bankitalia su tutti gli strumenti di mitigazione del rischio (leggasi, in massima parte controgaranzie del Fondo, ma non solo) usati dagli intermediari, vigilati e minori. Termine 30 novembre. Come dire, siccome non so nulla e c'ho capito poco, ditemi voi come stanno le cose. Auguri a tutti.

    RispondiElimina
  30. Riprendo un mio precedente commento. Sulla stampa di ieri od oggi (non ricordo) confermati i 900 milioni al Fondo, anche prima della legge di Stabilità ( ....miiiii, dev'essere urgente), il tutto condito dalla finalità di metterli a disposizione delle pmi per investimenti, sabatini ed altre amenità varie, tutte a venire, così da lenire il famoso credit crunch. Balle ! ...secondo me già tutti prenotati per far fronte alle escussioni di garanzie o a tappare gli accantonamenti mancanti (perché il denaro è stato impiegato nelle escussioni).
    Malizia ...non è che 'sta roba si inserisce nel solco della notizia precedente ?

    RispondiElimina
  31. Non utilizzando twitter, Professore, le dico qui perché (mia personale opinione) l'anticipo di 300 mio., sui 900 previsti per il prossimo anno, c'entra poco con Eurofidi e con la possibile azionabilita', da parte delle banche, del double default.
    Anche se non credo affatto che le banche siano in grado di soddisfare (parlo della parte prettamente operativa) le attività che il double default implica (in sostanza, sostituirsi ad Eurofidi), anche ammettendo che ci riuscissero, questo non dovrebbe avere alcuna conseguenza astratta sulle dotazioni del Fondo, dato che, delle due, l'una:
    - o le controgaranzie sono efficaci e quindi sono regolarmente esistenti, con le implicazioni economiche che ne derivano
    - oppure le controgaranzie sono inefficaci e, quindi, il Fondo non pagherà, double default o non double default.
    Anzi, in caso qualcuno riuscisse a soddisfare le implicazioni del double default, cioè fosse così bravo da sostituirsi ad Eurofidi, e farsi pagare dal Fondo, il Fondo ne avrebbe paradossalmente un beneficio, in quanto liquiderebbe (sempre a mio avviso) la sola quota di spettanza della banca, trattenendosi la quota di Eurofidi.
    In sostanza, non credo (ma rimane solo la mia opinione) che l'anticipo di 300 mio. dovrebbe avere a che fare con Eurofidi.

    RispondiElimina
  32. Il cenno alla copertura delle perdite sulle esposizioni di Eurofidi era nell'articolo del Sole 24 ore.
    Penso che non sia ancora definito chi escuterà le controgaranzie a nome Eurofidi vs. Il Fondo centrale, potrebbe essere lo stesso Eurofidi.
    Penso che banche, Eurofidi e Gestore+MiSE si siederanno al tavolo per trovare un modo di finire il match in piedi tutti e tre.
    Meglio non aggiungere altro, la posta in gioco è alta.

    RispondiElimina
  33. Dimenticavo: nella stima più pesante uscita sulla Stampa, che non è verificata, le garanzie inefficaci inciderebbero per il 22%. Dovrebbero essere di meno. Quindi il Fondo dovrebbe onorare l'80% circa delle garanzie su sofferenze di Eurofidi, forse di più. Le inefficaci per responsabilità di Eurofidi sono il 5%, che qui deve rispondere della sua garanzia rilasciata alla banca, sulle altre pratiche irregolari, dovute alle banche, Eurofidi non risponde, il suo impegno verso la banca si estingue.
    Ad ogni modo, in termini di valori, la parte più grossa delle perdite grava sul Fondo, cioè sui contribuenti.

    RispondiElimina
  34. Ma gravavano sul Fondo, cioè sui contribuenti, anche se Eurofidi non andava in liquidazione. Quindi non centra nulla la vicenda Eurofidi ma centra il vergognoso meccanismo del fondo, se poi il governo non pone delle correzioni (riforma) significa che gli va bene così , cioè ripianare le perdite delle banche a piè di lista, cioè significa che le banche sono brave a fare lobbying aldilà degli interessi della Nazione.

    RispondiElimina
  35. Qui c'entra tutto quello che è successo in passato, e quella montagna di problemi che si devono risolvere oggi. In termini pratici la seconda cosa è quella più urgente. Come ho detto, se banche, Governo e confidi interessati (primo fra tutti Eurofidi) non si attiveranno per governare il processo e prevenire doppi, tripli, quadrupli default, sarà un macello.

    RispondiElimina
  36. Giusto qualche informazione in più.
    La prima. Circolava voce che, in caso fosse stata disposta la liquidazione di Eurofidi, alcuni istituti non sembravano granché preoccupati perché confidavano comunque di poter utilizzare il meccanismo del double default per potersi far pagare dal Fondo (a mio modesto avviso, senza però averne ancora approfondito le implicazioni operative pratiche che ciò avrebbe comportato, ma tant'è).
    Vero poi che l'associazione di idee "maggior stanziamento al Fondo - Eurofidi" è suggerita da Il Sole. Ma forse, ragionandoci sopra, questa associazione di idee non è poi così fondata ed è magari più utile a sviare l'attenzione dal vero motivo per il quale sono stati richiesti oltre 3,5 miliardi in tre anni (checche' ne possa pensare l'AD di NSA, un servicer, che -peraltro- non si capisce sulla base di quali informazioni possa rendere certe dichiarazioni).
    Vero infine che La Stampa ha citato un 22% di controgaranzie inefficaci, di cui solo il 5% per una responsabilità di Eurofidi e, quindi, il 17% per responsabilità delle banche. Ma, a completare il quadro, va detto anche che si tratta di percentuali che sembrano provenienti da un'indagine a campione (il che potrebbe voler dire che la percentuale potrebbe essere inferiore oppure, anche, forse più verosimile, superiore).
    Ma, secondo me, i punti non sono ancora questi. Il punto è semmai quello di identificare il controvalore monetario rappresentato da queste percentuali.

    A quest'ultimo proposito, era abbastanza noto il fatto che Eurofidi -in modo da massimizzare l'effetto ponderazione zero a beneficio delle banche- rilasciasse garanzie dell'80% e qualche volta anche più alte (e non del 50%, come fanno usualmente altri confidi). Cosicché, nel caso di Eurofidi, il beneficio girato alla banca era del 64% (nei confidi con garanzie al 50% il beneficio girato alla banca è un più modesto 40%). In questa maniera Eurofidi rischiava in proprio il 16% (gli altri confidi il 10%).
    A questo punto, se si considera quale fosse l'importo medio delle operazioni garantite da Eurofidi, diventa anche possibile ipotizzare (lo sottolineo, ipotizzare) che quel 17% di controgaranzie inefficaci per responsabilità delle banche (ammesso che non sia più alto), e che per ciascuna garanzia vale il 64% della perdita da escutere, possa facilmente 'controvalere' il 40-50% se non di più del globale deteriorato garantito dal confidi.

    Insomma ...se il Fondo tiene il punto, un bel risparmio, che si tramuterà, inevitabilmente, in maggiori accantonamenti per le banche.
    Dove ho sbagliato ?

    RispondiElimina
  37. Forse sbaglio io, ma il 17% di pratiche invalide per colpa della banca fa perdere a quest'ultima l'80% di copertura confidi+FCG, chevsignifica riprendersi NPL scoperti per il il 12,6% del totale erogato = 17% x 80%
    Quello che voglio ribadire è che, anche togliendo le garanzie invalide, le escussioni onorate dal Fondo (teniamo la stima arbitraria del 100% - 22% = 78%) sono molto più pesanti delle perdite evitate e rimbalzate su banche e confidi per la componente invalida

    RispondiElimina
  38. No. non sbaglia. Ma stiamo dicendo la stessa cosa, da due fronti opposti. Lei sta mettendo l'accento su quando il Fondo dovrà comunque pagare per il 78% delle valide. Io cercavo di evidenziare, male, quanto il Fondo risparmierebbe con il 22% di quelle inefficaci. 😉

    RispondiElimina
  39. 😳😳 Aggiornamento. Ora, Porta a Porta, Renzi e Calenda, 1 miliardo al Fondo di Garanzia ...tra imprecisioni ed impapocchiamenti creati ad arte per far capire il meno possibile... "servirà per le escussioni" (e poi Calenda aggiunge ..."e non è che li diamo alle banche, sono soldi pubblici che diamo alle imprese, attraverso le banche"). Non fosse comica, ci sarebbe da piangere ... 🙄

    C'è un posto per me al MiSE ?? 😂😂

    RispondiElimina
  40. Allora mettiamola così: anni fa un certo importo fu erogato alle imprese dalle banche che utilizzarono i depositi dei clienti fra cui i miei. Ora le imprese non li restituiscono ed al loro posto ci (a noi depositanti) rimborsa lo stato. Allora chi si sta tenendo dei soldi a spese dello stato (cioè sempre noi)? Le banche siamo noi depositanti, non dimenticarlo.

    RispondiElimina
  41. @Sapio.
    Pur avendo vaghe e insufficienti nozioni di 'banca', desidero solo chiarire che io non ce l'ho mica con le banche. Se rivedi la sequenza di interventi, il senso del mio ultimo commento si lega ai precedenti e soprattutto al primo, del 30 settembre.
    Per chi sa o, almeno, crede di sapere, come funziona il Fondo (e, sia detto per inciso, le regole sono una cosa ed il funzionamento reale è altra cosa, ben diversa), anche senza dati ufficiali, da quello che si vede e si sente, uno può comunque maturare delle 'sensazioni personali' (che peraltro rimangono tali fino a quando qualcuno non si degnerà di tirar fuori dei dati che abbiano un senso, al di là dei banali riepiloghi che vengono propinati sul sito).
    Sentito però quanto detto / non detto / compreso dal premier e dal ministro ieri sera da Vespa, mi è sembrato che le mie sensazioni personali non fossero del tutto campate per aria e ... ci ricamavo sopra con una battuta.
    Solo questo era il senso del mio commento precedente.

    RispondiElimina
  42. @Sapio, no i soldi non vengono dati assolutamente ai cittadini correntisti (i quali non c'entrano assolutamente nulla).
    Prendendo il suo esempio nella loro attività di prestito le banche nel passato hanno ben lucrato e gli utili non sono andati ne allo Stato ne ai correntisti/cittadini.
    A garanzia dei conti correnti ci sono altri presidi: Fondo interbancario, garanzia dello stato fino 100.000 euro ecc...
    No Sapio le banche non siamo assolutamente noi depositanti, se così fosse divideremo gli utili e contribuiremo al loro governo, noi siamo solo i clienti ...

    RispondiElimina
  43. Allorché lo stato onora un suo impegno rimborsando un prestito non restituito dall'impresa che lo ricevette sta dando soldi all'impresa.
    Le banche siamo noi depositanti che nel caso di fallimento non rivedremmo i ns depositi superiori a 100.000 euro o le nostre obbligazioni di qualunque importo siano.

    RispondiElimina
  44. Non potendo seguirla su twitter, caro Prof., in tema di riforma del Fondo le segnalo l'Art. 308 del Codice delle Assicurazioni, dal titolo Abuso di denominazione assicurativa, che dice così : << 1. L’uso, nella denominazione sociale o in qualsiasi comunicazione al pubblico, delle parole assicurazione, riassicurazione, compagnia di assicurazione, compagnia di riassicurazione, mutua assicuratrice ovvero di altre parole o locuzioni, anche in lingua estera, idonee a trarre in inganno sulla legittimazione allo svolgimento dell'attività assicurativa o riassicurativa è vietato ai soggetti diversi, rispettivamente, da quelli autorizzati all’esercizio dell’attività di assicurazione o di riassicurazione. >> e che si collega all'Art. 1 dello stesso Codice, che elenca le definizioni.

    È una pedanteria, lo so ... ma mi dà il metro per prendere le misure. 🙄🙄🙄

    RispondiElimina
  45. Il termine riassicurazione è utilizzato nelle slide del dott. Sappino del MiSE che ho citato su twitter per specificare le due diverse funzioni di quella che chiamiamo controgaranzia: la condivisione con il garante di primo livelli del rischio sulla garanzia coperta, chiamata (come lei richiama, impropriamente) riassicurazione, e la sostituzione allo stesso garante in caso di suo default, chiamato controgaranzia in senso stretto.
    Spero che nessuno faccia un esposto contro il MiSE ai sensi della norma da lei citata.
    Per parte mia, nella complessità della questione, mi basta capire la sostanza.
    PS per interagire su twitter basta registrarsi e un browser. Penso che l'id @vecchioanarchico sia libero ...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.