[versione aggiornata il 26 ottobre 2016]
A causa dei frequenti aggiornamenti, l'elenco è disponibile soltanto come tabella completa in formato pdf. Qui di seguito si commenta la tabella come da ultimo aggiornamento
Ad oggi, dal database Banca d'Italia e da altre informazioni pubbliche, rileviamo quanto segue:
- 29 confidi sono iscritti all'Albo 106,
- 13 confidi sono ancora iscritti nell'elenco 107 in regime di proroga, essendo scaduto il 12 maggio 2016 il periodo transitorio per il passaggio al nuovo Albo; la maggior parte di questi è già autorizzata all'iscrizione, che sarà perfezionata dopo adeguamenti statutari o altri adempimenti concordati con la Vigilanza;
- 11 confidi sono passati tra i confidi minori;
- 8 confidi sono stati cancellati dall'elenco 107 in quanto alla fine incorporati da confidi iscritti (o iscrivendi) all'albo 106;
- 2 confidi cancellati dall'elenco 107 sono in attesa di definire il loro futuro;
- 2 confidi sono stati messi in liquidazione.
Confidi iscritti o in attesa di iscrizione
Tra i confidi che sono già iscritti all'Albo unico, o che lo saranno tra breve essendo già autorizzati, troviamo soggetti di varia dimensione, territorialità e matrice associativa.
Nota bene: Se non menziono alcuni confidi dell'elenco dei prorogati, vuol dire che non ho ancora raccolto informazioni sullo stato dell'iter per l'iscrizione. Sono benvenuti gli aggiornamenti.
Ci sono confidi regionali affiliati a Confindustria (Unionfidi Piemonte - cresciuto al Sud con l'incorporazione di Unionfidi Calabria, Confidi Imprese Toscane, Fidimpresa Lazio e Confidi Sardegna) ai quali dovrebbero aggiungersi presto Neafidi per il Veneto e Fidimed per la Sicilia (che ha incorporato l'ex 107 Fidimpresa Confidi di Sicilia).
Di Fincredit-Confapi è già iscritto Sardafidi (Cagliari), così come Confapi Lombarda Fidi (Brescia); è già iscritto anche Confeserfidi (Scicli), che interpreta il riferimento associativo in modo aperto; API Veneto Fidi è passato tra i minori, e si parla di una fusione con Artigianfidi Vicenza.
Nell'Albo 106 troviamo diversi confidi small business a matrice regionale, alcuni con proiezione anche fuori regione:
- in Piemonte (Ascomfidi Nord Ovest, Confartigianato Fidi, a cui dovrebbe presto unirsi Cogart-CNA),
- in Veneto (Sviluppo Artigiano, Cofidi Veneziano, CRGA Veneto, Fidi Impresa&Turismo Veneto, e prossimamente Artigianfidi Vicenza),
- in Friuli Venezia Giulia (Confidimprese FVG),
- in Emilia Romagna (Cofiter e Confidi.net),
- in Toscana (Artigiancredito Toscano),
- nelle Marche (Fidimpresa Marche e Confidicoop Marche),
- e in Puglia (Cofidi).
Fanno categoria a sé i confidoni creati come poli di aggregazione regionali con forte sponsorizzazione pubblica:
- Confidi Systema! in Lombardia
- e Rete Fidi Liguria.
Nel medesimo spirito in Emilia Romagna è stata appena approvata dalle assemblee dei rispettivi soci la fusione tra Unifidi e Fidindustria (già cancellato dall'elenco 107), secondo un progetto condiviso tra Confindustria, Confartigianato e CNA con il plauso della Regione.
Ai confidoni potrebbero aggiungersi altri nomi, come Ga.Fi Sud (al completamento della fusione con Confidi Regione Campania, attualmente 107 prorogato) e Società Regionale Garanzia Marche, capofila di un progetto regionale.
In Valle d'Aosta c'è un'ipotesi di fusione tra Valfidi e Confidi Valle d'Aosta. Nella Provincia di Trento è già nato Confidi Trentino Imprese (artigianato, industria, terziario) che potrebbe fondersi con il locale Cooperfidi Trento.
Meritano una menzione a parte alcuni casi particolari:
- i confidi nazionali di sigla o di settore (Creditagri Italia di Coldiretti, Italia Comfidi di Confesercenti e Cooperfidi Italia sostenuto da AGCI, Confcooperative e Legacoop);
- i confidi di secondo e terzo livello del sistema Confcommercio (Asconfidi Lombardia e FinPromoTer).
Come si può vedere, nel nuovo Albo coesistono modelli operativi molto differenziati.
Nell'elenco non ho evidenziato la distinzione tra confidi sopra o sotto la nuova soglia di 150 milioni di attività finanziarie, in attesa di dati aggiornati.
I confidi sotto la soglia, ovviamente soltanto quelli autorizzati da Banca d'Italia, hanno tre anni dall'iscrizione per sviluppare i loro volumi o per trovare altre soluzioni, cioè fusioni con altri confidi nella stessa situazione o già iscritti, oppure il passaggio tra i confidi minori.
I confidi sopra la soglia che non hanno avuto o non avranno l'autorizzazione a iscriversi non hanno tali vie d'uscita, e devono invece affrontare un percorso di liquidazione (vedi oltre), così come quelli sotto la soglia che non sono stati autorizzati e non hanno trovato un'altra sistemazione.
I confidi usciti dall'Elenco speciale
Un nutrito drappello di confidi già 107 sta continuando a operare dopo essere uscito dall'Elenco speciale. Sono provvisoriamente ricollocati nella sezione speciale ex art. 155 comma 4 vecchio TUB dell'Elenco generale, in attesa di essere accolti nel nuovo Elenco dei confidi minori.
Fidimpresa Confidi di Sicilia è stato il primo caso di ricollocazione tra i confidi minori col quale i soci hanno dato risposta al venire meno delle condizioni per la permanenza nell'Elenco speciale 107 riscontrato nell'ispezione di Vigilanza. Ciò accadeva nel novembre 2013, ma due anni dopo Fidimed incorporava il confidi catanese di area confindustriale, come ricordato prima.
Nel 2015, la pressione ad iscriversi al nuovo Albo ha convinto diversi enti di garanzia a seguirlo riorganizzandosi come "minori, ma non troppo", per usare lo slogan simpatico lanciato da uno di loro.
Passiamoli in rapida rassegna.
Di API Veneto Fidi, in parola per una fusione con Artigianfidi Vicenza (partner di contratto di rete) abbiamo già detto.
Da menzionare poi Finsardegna (CNA), il primo iscritto all'elenco 107 in data 15 gennaio 2009.
Restando nelle isole, c'è un quartetto di confidi siciliani: Commerfidi (Confcommercio), Credimpresa (Confartigianato), Fideo Confcommercio Sud e Unifidi Imprese Sicilia (CNA).
Rimbalziamo al Nord, dove in Lombardia troviamo Fidi Alta Italia (autonomo) e Ifidi (CNA, associazione che non ha aderito a Confidi Systema!).
In Friuli troviamo Confidi Friuli (Confcommercio), nelle Marche la Coop artigiana Mario Pierucci (interessata a entrare nel polo regionale delle Marche) e in Abruzzo Intercredit (affiliato a Fincredit Confapi).
Cito a parte Commerfin, confidi di secondo/terzo grado del sistema Confesercenti, che ha preso un'altra strada rispetto al suo cugino FinPromoTer, avendo seguito una strategia di minor sviluppo delle esposizioni garantite sia per la presenza nella stessa area associativa di un peso massimo di primo livello (Italia Comfidi), sia per la partnership con Cosvig, rete di consulenza per l'accesso al credito bancario e in particolare alla garanzia diretta del Fondo centrale.
Sono usciti dall'elenco per incorporazione in confidi iscritti all'Albo (o iscrivendi):
- Mediocom Liguria, già nel dicembre 2013 assorbito in Rete Fidi Liguria;
- Fidimpresa Confidi di Sicilia, confluito in Fidimed nell'ottobre 2015;
- Confidimpresa Trentino, incorporato nel dicembre 2015 in Cooperativa artigiana di garanzia Trento, con successiva ridenominazione in Confidi Trentino Imprese , con la benedizione, e un sostanzioso viatico, della Provincia Autonoma di Trento;
- Confidi Lombardia, Confidi Province Lombarde, Federfidi Lombarda, confluiti a inizio 2016 in Confidi Systema!, anche qui col plauso e una dote matrimoniale della Regione;
- Terfidi Veneto, incorporato in Fidi Impresa&Turismo sempre a inizio 2016.
Aggiungiamo a queso elenco anche Fidindustria Emilia Romagna, in attesa di essere incorporato in Unifidi Emilia Romagna, dopo la delibera favorevole al progetto delle rispettive assemblee straordinarie, come già ricordato.
Vi due casi particolari che definisco "in sospeso".
Il primo è quello di Interfidicom (già Fidicom 1978, autonomo dalle sigle associative), che aveva elaborato un progetto di fusione nel 2015 con Fidi Alta Italia. Nel settembre 2015 la Banca d'Italia iniziava un'ispezione presso il confidi, che presentava domanda di iscrizione all'albo 106 a inizio ottobre. Banca d'Italia comunicava la non ammissione all'Albo 106 il 29 marzo 2016. Successivamente Interfidicom accertava una riduzione del volume di attività finanziarie al di sotto della soglia di 150 milioni; tale condizione consentiva l'iscrizione all'Elenco ex art 155 c.4. Seguivano mesi di incertezza sulle opzioni strategiche percorribili, che portavano l'assemblea dei soci alla delibera di liquidazione per impossibilità di raggiungere l'oggetto sociale in data 14 luglio 2016. Il confidi veniva poi cancellato dall'Elenco speciale il 5 ottobre 2016 (un giorno dopo la prima pubblicazione di questo post, sul sito Banca d'Italia si riporta la motivazione per "cessazione dell'attività"), ma contestualmente veniva iscritto all'elenco ex art. 155 c.4.
Attualmente parrebbe riaperta l'opzione di revocare la messa in liquidazione e riprendere l'attività come confidi minore, ma sul punto deve deliberare l'Assemblea dei soci.
Sul caso di Interfidicom le informazioni pubbliche sono incomplete, ho ricevuto un messaggio dall'ex AD e attuale liquidatore cav. Fabio Garini sulla base del quale ho integrato e modificato quanto riportato nella versione del post pubblicata il 4 ottobre.
Il secondo è il caso di FidiAltaItalia cancellato dall'elenco speciale il 15 dicembre 2015, poi iscritto all'elenco confidi ex art. 155 c.4, e successivamente cancellato dallo stesso elenco il 14 luglio 2016 per "Ritiro dell'iscrizione in autotutela da parte della Banca d'Italia" (v. questo documento della Vigilanza) .
FidiAltaItalia ha l'obiettivo di richiedere l'iscrizione al nuovo elenco dei confidi minori ex art. 112 e proseguire l'attività.
Alla fine, abbiamo i confidi cancellati dall'elenco perché messi in liquidazione.
Il primo è quello di Interfidicom (già Fidicom 1978, autonomo dalle sigle associative), che aveva elaborato un progetto di fusione nel 2015 con Fidi Alta Italia. Nel settembre 2015 la Banca d'Italia iniziava un'ispezione presso il confidi, che presentava domanda di iscrizione all'albo 106 a inizio ottobre. Banca d'Italia comunicava la non ammissione all'Albo 106 il 29 marzo 2016. Successivamente Interfidicom accertava una riduzione del volume di attività finanziarie al di sotto della soglia di 150 milioni; tale condizione consentiva l'iscrizione all'Elenco ex art 155 c.4. Seguivano mesi di incertezza sulle opzioni strategiche percorribili, che portavano l'assemblea dei soci alla delibera di liquidazione per impossibilità di raggiungere l'oggetto sociale in data 14 luglio 2016. Il confidi veniva poi cancellato dall'Elenco speciale il 5 ottobre 2016 (un giorno dopo la prima pubblicazione di questo post, sul sito Banca d'Italia si riporta la motivazione per "cessazione dell'attività"), ma contestualmente veniva iscritto all'elenco ex art. 155 c.4.
Attualmente parrebbe riaperta l'opzione di revocare la messa in liquidazione e riprendere l'attività come confidi minore, ma sul punto deve deliberare l'Assemblea dei soci.
Sul caso di Interfidicom le informazioni pubbliche sono incomplete, ho ricevuto un messaggio dall'ex AD e attuale liquidatore cav. Fabio Garini sulla base del quale ho integrato e modificato quanto riportato nella versione del post pubblicata il 4 ottobre.
Il secondo è il caso di FidiAltaItalia cancellato dall'elenco speciale il 15 dicembre 2015, poi iscritto all'elenco confidi ex art. 155 c.4, e successivamente cancellato dallo stesso elenco il 14 luglio 2016 per "Ritiro dell'iscrizione in autotutela da parte della Banca d'Italia" (v. questo documento della Vigilanza) .
FidiAltaItalia ha l'obiettivo di richiedere l'iscrizione al nuovo elenco dei confidi minori ex art. 112 e proseguire l'attività.
Alla fine, abbiamo i confidi cancellati dall'elenco perché messi in liquidazione.
Sono storie diverse culminate, purtroppo, in una carenza di capitale rivelatasi insanabile. Ecco l'elenco:
- non perdiamo la memoria storica di Sinvest (Monza, Confartigianato) che nel lontano agosto 2013 prendeva la strada della liquidazione dopo l'esito di un'ispezione di Vigilanza; il sito c'è ancora, qui l'ultimo bilancio intermedio di liquidazione al 31/12/2015, con tante informazioni interessanti sugli accordi per la sistemazione a saldo e stralcio delle sofferenze e per la cessione dei rapporti in bonis;
- e infine (teniamoci forte) Eurofidi, il maggiore confidi italiano, con più di due miliardi di garanzie in essere, messo in liquidazione il 15 settembre 2016; l'ho detto altrove e lo ripeto qui, tante cose sono già uscite sui media, ma preferisco aspettare dati affidabili per aggiungere la mia opinione.
Bene, termino qui il mio post "di servizio". L'elenco che ho riportato è in assestamento. Ci saranno delle conferme delle iscrizioni dei prorogati (le ho anticipate laddove ho avuto informazioni dirette).
I confidi iscritti sotto soglia potrebbero decidere di fondersi o passare tra i minori.
La lista dei confidi ex 107 liquidati potrebbe allungarsi, purtroppo. Anche su questo punto mi astengo da informazioni e commenti fino al momento in cui avremo informazioni pubbliche.
Mi congedo con quattro messaggi, telegrafici:
- facciamoci coraggio, di lavoro ce n'è tanto, perché i bisogni a cui rispondere sono enormi e stanno cambiando;
- l'Albo unico, per i confidi che ci sono entrati, non è il Nirvana; tutti i modelli organizzativi e operativi saranno messi alla prova in queste condizioni terribili di alto rischio di credito, bassi volumi, discontinuità e potenziale inefficacia delle garanzie pubbliche;
- non ragioniamo a compartimenti stagni; oltre all'Albo unico, c'è un ben più numeroso elenco di confidi minori che aspetta di essere regolato e governato dal costituendo Organismo; dovrebbe essere questione di settimane per la nomina degli Organi di gestione e di controllo; i due comparti, maggiore e minore, sono collegati da sliding doors e rapporti di vario genere (contratti di rete, adesione a enti di secondo grado, ecc.); impariamo a trattarli come un tutto che si tiene, è il primo passo per dare più ordine, solidità e peso politico all'intero sistema;
- non abbandoniamo i confidi che escono dal mercato; i passati amministratori e dirigenti possono aver sbagliato, ma dobbiamo stare vicini alle persone oneste e competenti, che oggi ci lavorano ancora, rischiano il posto e fanno il possibile per pilotare la crisi verso una soluzione ordinata; anche egoisticamente questo è utile per prevenire un effetto contagio, per imparare dalle loro difficoltà e da quello che di positivo hanno fatto, e per salvare volumi in bonis e rapporti di clientela che valgono qualcosa per il resto del sistema.
Grazie Luca, sei prezioso come sempre.
RispondiEliminaGrazie a te Sapio, che continui a seguire questo mondo con la passione e la curiosità di un ventenne
RispondiEliminaGrazie Professore. Sempre utile e illuminante.
RispondiEliminaLa mia personale opinione è che il mercato dei Confidi non abbia futuro.
E il ruolo dei Confidi dovrà essere esercitato dagli istituti di credito stessi.
Mi sbaglierò, ma non vedo alcun futuro. Come tutte le esperienze prima o poi moriranno.
In questo trentennio ci abbiamo provato.
Ora vedremo.
Guarderemo da un'altra parte
Grazie a lei.
RispondiEliminaNon ci rendiamo ancora conto dei cambiamenti che investiranno prima di tutto le banche. Tecnologia, modelli di erogazione, competenze, aspetti consulenziali, outsourcing, ecc. ecc. Potrebbe cambiare tutto.
In questo nuovo mondo, ci saranno ancora PMI che esprimono dei bisogni in passato incontrati dai confidi.
Il soggetto (i soggetti) che risponderanno saranno diversi, ma non è detto che siano banche come quelle di oggi. E attorno alle banche di domani potrebbe fiorire una costellazione di provider di vario genere che si propongono attraverso piattaforme o marketplace. E alla fine ci saranno dei servizi in cui contano le persone, e i rapporti tra persone, faccia a faccia o sulla rete.
Pensiamo alle cose buone da fare, non a chi le deve fare (se non conosciamo il che cosa, non possiamo nemmeno decidere chi).
@Anonimo delle 15.35 ....ecclalla' ...muoia Sansone con tutti i filistei.
RispondiEliminaMassimo rispetto dell'opinione altrui ma ...posso almeno "grattarmi" ?
Caro Luca, mi piacerebbe molto leggere il tuo parere sulla progettata Basilea 4, l'abbandono dei rating interni e la validità delle controgaranzie.
RispondiEliminaInoltre vorrei pregarti di aggiornare anche la situazione delle ispezioni BdI presso i Confidi.
Caro Sapio, colgo l'occasione per chiarire la mia "politica" di comunicazione sul blog di qui in avanti, anche a beneficio degli altri lettori.
RispondiEliminaConto di scrivere un pezzo di analisi alla settimana su un tema rilevante, portando se possibile evidenze e opinioni originali. Può darsi che vada a toccare grandi temi come quelli che dici, ma non mi prefiggo di fare l'opinionista a 360°, non è una cosa che so fare bene e richiederebbe troppo tempo.
L'attività informativa sul settore confidi sarà limitata a tweet associati a news pubbliche.
Per quanto riguarda l'elenco ispezioni, cercherò di aggiornarlo, ma sono ostacolato dalla mancanza di informazioni pubbliche. Forse gli amici dei confidi interessati mi daranno una mano, ma non posso obbligarli.
i confidi per legge non devono garantire finanziamenti superiori ad euro 200.000 con garanzia di 2 grado finanziata imprese stesse
RispondiEliminail fondo centrale di garanzia riservato ai confidi e dai confidi finanziato.assurdo consentire al fondo centrale di garanzia di garantire direttamente pratiche per milioni di euro
RispondiElimina@Gustavo Valle
RispondiEliminaCortesemente citi quale legge ... altrimenti eviti. Grazie.
@Gustavo Valle
RispondiElimina"Il Fondo è finanziato dai confidi" ??? 😳 ...per favore lasci perdere ...🙄