Una news ASCA riporta le dichiarazioni del portavoce dei confidi siciliani, Mario Filippello
[...] In questi giorni i maggiori istituti di credito dell'isola stanno avviando una rinegoziazione a tappeto delle convenzioni con i Confidi regionali. Al centro della questione si pone prevalentemente la questione dell'aumento dei costi applicati ai consorzi fidi per le operazioni di finanziamento che varia da caso a caso e da una tipologia all'altra di finanziamento ma che comunque si puo' sintetizzare in uno spread rispetto al tasso Interbancario oscillante tra lo 0,75 e l'1,75%.Non è un fatto confinato alla Sicilia, penso che descriva una tendenza generale. Le banche hanno filtrato per qualche mese il rialzo degli spread sul funding, ma adesso si è passati alla revisione dei listini, complice un atteggiamento molto prudente (eufemismo) nella concessione del credito. In questo quadro, conclude Filippello
Rispetto alle mutate situazioni dei mercati finanziari internazionali che hanno visto sia l'abbassamento dell'Euribor che il raffreddamento dell'attivita' interbancaria, le banche adesso sono molto guardinghe e puntano decisamente verso un innalzamento dei costi applicati ai Confidi. ''Cio' evidentemente'', afferma il presidente di Assoconfidi Sicilia, Mario Filippello, ''ha comportato un rallentamento di tutta l'operativita' in attesa della rimodulazione delle convenzioni''. Una rimodulazione che, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe essere in dirittura d'arrivo per la maggior parte degli istituti bancari. Ma questa situazione ha comunque comportato uno stallo che, per la Sicilia, e' stato ulteriormente aggravato dalla riorganizzazione bancaria delle grandi reti. [...] in questa situazione di crisi, le banche sono diventate inoltre piu' selettive nei profili di rischio e anche con le istruttorie dei Confidi entrano nel merito dell'operazione. Senza contare che anche le operazioni di ristrutturazione di debito delle aziende sono rimaste al palo per una maggiore prudenza degli istituti verso questo tipo dei operazioni
aumenta il lavoro dei Confidi e quindi il ruolo dei consorzi fidi e' destinato ad assumere un rilievo sempre piu' alto nel sistema del credito sicilianoAttenti, amici, perché le forze che spingono in su gli spread bancari (le PD attese in testa) impatteranno presto sulle commissioni dei confidi. Ci sarà più domanda, ma non saranno tutte pratiche bancabili o "confidabili", e i clienti accettati pagheranno spread effettivi (il famoso SAEG) più salati.
Luca
Del resto allorché Draghi dice più capitale (per le banche) vuole dire che gli Spread risk adjusted (quella parte dello spread che compensa il rischio) deve aumentare. E Basilea, amici.
RispondiEliminaMi chiedo (retorica) come mai un portatore di garanzia (confidi) non riesce a far abbassare il costo di finanziamento? Ma quello che è più grave e che non riesce (in molti casi) neanche a farlo concedere il benedetto finanziamento.
RispondiEliminaSarò ripetitivo, nel recente passato le Banche hanno utilizzato (usato) i confidi come rete commerciale, i confidi (molti) hanno fatto raccolta di commissioni e non si sono preoccupati di adottare strumenti, procedure e persone, che potessero accreditarli come partner affidabili.
Oggi che le garanzie dovrebbero fare la differenza nel pricing dei finanziamenti, ci troviamo con un innalazamento generalizzato dei costi. Sicuramente il convitato di pietra qualche mea culpa dovrebbe farlo.
Un ultima annotazione (in cauda venenum) come mai non sentiamo niente dal fronte insolvenze o sofferenze dei Confidi, forse che le aziende con garanzia Confidi non sono state toccate dalla crisi, urge chiarimento.
Porta pazienza e sarei presto accontentato.
RispondiEliminaVincenzo, eccoti accontentato, vai a questo link e vedrai [link spostato da Luca al post del 19/2 sulla Popolare di garanzia]
RispondiEliminaPenso che il caso della Popolare di garanzia sia atipico: è un intermediario che nasce del mondo confidi, ma molti dei suoi problemi penso siano nati dalla scelta strategica di differenziarsi verso un modello di banca di firma che non era chiaro e immediatamente praticabile, e che richiedeva una massa critica non facile da raggiungere. Problemi quindi di break-even prima che di sofferenze (non escludo che la pressione a fare volume abbia fatto abbassare la guardia sulla qualità del credito).
RispondiEliminaIl caso della banca padovana è però un monito per i confidi che stanno affrontando al trasformazione in 107: su scala più ridotta, e con costi di struttura più bassi, potrebbe innescarsi un meccanismo analogo. Con l'aggravante di coinvolgere un maggior numero di intermediari, con impatti sistemici.
Antonio: ho spostato il link all'articolo su MF nel mio post del 19/2.