lunedì 3 maggio 2010

Il bando del Fondo Nazionale Innovazione per tranched cover scade senza domande (e viene prorogato a luglio)



A fine gennaio avevo segnalato un bando del Ministero dello sviluppo economico sul Fondo nazionale innovazione (trovate tutti i riferimenti nel post linkato sopra). Ne era nato un dibattito acceso, in particolare sul programma di tranched cover su portafogli di mutui ad imprese che intraprendono progetti di sfruttamento di brevetti. Il bando doveva scadere il 1° marzo, è stato successivamente prorogato di due mesi, ma ciò nonostante (a quanto ho appreso da chiacchierate informali con vari istituti) nessuna delle banche potenzialmente interessate ha deciso di presentare un'offerta. E questo non senza essersi confrontata con l'Amministrazione proponente e aver anche dedicato tempo e persone all'analisi del problema.
Peccato. Il bando conteneva dei meccanismi interessanti. In particolare, le banche vincitrici avrebbero avuto un rendimento sul portafoglio al netto delle perdite "cappato" verso l'alto ad un TAEG massimo dichiarato nell'offerta, a fronte di una garanzia su fondi pubblici con perdite pure loro cappate (ma per il garante, illimitate per la banca erogante). Penso che sia stato questo il principale deterrente a partecipare, oltre alla complessità del modello della supervisory formula (quello di Basilea 2) che il bando prevedeva di applicare per determinare la rischiosità media del portafoglio coperto dal rischio di first loss. Sono cose nuove, poche banche le hanno approfondite, e di fatto soltanto le banche autorizzate ai rating interni avanzati possono applicare quel regime a fini di vigilanza.
Un risultato però il Ministero l'ha ottenuto: quello di porre all'attenzione del sistema una formula di garanzia "di portafoglio" che può prendere piede. Come avevo commentato in gennaio, i progetti su intangibles forniscono un habitat troppo piccolo e dall'ecologia delicata per fare valutazioni robuste della distribuzione dei default (senza le quali queste operazioni sono scommesse al buio). Però su operatività più ordinaria, quando le aspettative sui danni della crisi si saranno stabilizzate, può funzionare.

Luca
PS 3/5 Dal commento di Invictus apprendo che il bando è stato prorogato al 31/7, e che il Fondo Nazionale Innovazione ha ricevuto il plauso di Alessandro Profumo in questo editoriale del Sole 24 ore. Appuntamento fra tre mesi circa per l'esito del bando.

14 commenti:

  1. Di Scajola non si fida più nessuno

    RispondiElimina
  2. Che c'entra il ministro Scajola con la tranched cover?

    RispondiElimina
  3. Delle due l'una: o il governo non ha sondato il mercato o qualcuno si è tirato indietro.

    RispondiElimina
  4. Il principale ostacolo alla riuscita dell'operazione è data dal mercato dell'utilizzazione di brevetti, cui è (era?) finalizzato il bando: troppo specifico, troppo particolare.
    Peccato, perchè l'idea di presentare un bando pubblico, per la prima volta, su schema tranched cover è davvero un'ottima idea.
    Certamente ci sono temi tecnici da approfondire e assolutamente non banali.
    Non mi rammaricherei però troppo dell'esito di questo bando. Anzi probabilmente va bene così: si fa esperienza e si risolvono, in "laboratorio attivo" alcuni problemi.
    Il confronto con il MISE è servito, serve, a definire i contorni di un'operatività sempre più preziosa per il futuro.
    Infatti, a mio avviso, ma non solo, la gestione dell risorse pubbliche passa attraverso le garanzie, in particolare quelle tranched.

    RispondiElimina
  5. Salve a tutti.
    Come contributo alla discussione segnalo che la scadenza del bando è stata prorogata a luglio 2010.
    Inoltre venerdì scorso e ieri si sono tenuti degli incontri tra banche, Abi e Ministero per chiarire le questioni che maggiormente avevano portato le banche a non partecipare.
    Lo strumento è molto interessante, piace alle banche in grado di gestirlo (soprattutto a quelle in grado di usare la SFA) e permette, caso più unico che raro in Italia, di fare sistema coinvolgendo la pubblica amministrazione e le banche nel finanziamento di quelle imprese che innovano con vantaggi per tutti.
    La platea è sicuramente ristretta, una nicchia come qualcuno l'ha definita, ma vi invito a leggere l'editoriale dell' AD di Unicredit sul sole 24 ore di oggi per capire che il Ministero questa volta ha avuto un'ottima idea.
    Peccato che spesso all'interno delle banche questo genere di operazioni, vista la complessità, non sempre riescono a trovare terreno fertile, abitutati come sono i commerciali delle banche a fare i budget (e a prendere i relativi bonus) vendendo mutui e carte bancomat (sicuramente non operazioni complesse).
    Comunque vi terrò aggiornato qualora dovessi riuscire a sapere qualche news sull'argomento.
    Saluti

    RispondiElimina
  6. Quali sono le banche in grado di usare la SFA? Io non ne conosco.

    RispondiElimina
  7. Sapio, una la dovresti conoscere bene, e l'altra sponsorizza una forte squadra di basket.

    RispondiElimina
  8. Cosa intendo io per capacità di usare la SFA:
    1) capacità di calcolare il Kirb di una singola esposizione PLURIENNALE
    2) cap. di calcolo del Kirb di un portafoglio in fase di progettazione e calcolo det tasso risk adjusted
    3) cap. di commercializzare il prodotto in modo da formare il profilo di rischio obiettivo. Quindi cap di monitorare e calcolare il rischio in formazione (rump up)
    4) cap. di segnalare gli assorbimenti durante l'ammortamento.
    Chi lo sa fare?
    Per ora mi accontenterei di leggere qualche studio, lato banche, sull'andamento delle operazioni con CAP pregresse.

    RispondiElimina
  9. Forse, Sapio, il lavoro fatto per questo bando farò compiere dei progressi. Il problema alla base è la profondità temporale della struttura delle PD (e delle LGD). Se quella è impostata su orizzonte pluriennale, per il resto basta un buon modello di simulazione dello sviluppo e dell'ammortamento del portafoglio, non è una cosa da excel in mezz'ora, ma si dovrebbe riuscire a fare.

    RispondiElimina
  10. Si ma poi gli studi vanno calati nei sistemi informativi. Non basta un prototipo per amministrare una cosa così complessa.

    RispondiElimina
  11. Al convegno ABI di Basilea 3 a Roma ho captato questa novità sull'argomento: nelle cartolarizzazioni l'originator dovrà trattenere per se una quota junior dal 5 al 15% del portafoglio (ritention rule). L'analogia "cap -quota junior" delle tranched si regge sulla visione ideale che il garante eroghi o formi il portafoglio e poi lo venda alla banca trattenendo per se la quota junior=cap. La visione opposta che originator sia la banca non mi sembra reggere perché allora essa dovrebbe trattenere la prima perdita e sarebbe insensato.
    Allora se la ritention rule passerà i cap delle tranched avranno un limite minimo che bloccherà la convenienza a garantire portafogli buoni.
    Un autorevole nostro amico non era d'accordo con questa mia visione.
    Spero voglia intervenire a beneficio di tutti.

    RispondiElimina
  12. Se passa una ritention rule 5-15 l'unica possibilità è cartolarizzare ptf a rischio elevatissimo. Il garante non riesce ad originare nemmeno con un equity al 5%, se interviene il FEI in teoria è possibile. Solo in teoria perchè il FEI vuole emissioni pubbliche ed il confidi non riuscirebbe a servire il debito.

    RispondiElimina
  13. Tardivamente rispondo al post sulle retention rules.
    La quota di rischio ceduto che la banca deve trattenere sarà "pari passu", cioè per fare un esempio ipotizzando una garanzia di prima perdita pari al 95% e una loss di 10 euro, la perdita sarà per 0,5 a carico della banca e per 9,5 a carico del protection seller.
    Le banche che lavorano con cartolarizzazioni sintetiche fanno già le loro stime in questa maniera almeno da un anno e mezzo.
    Ciao

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.